Religioni
29 gennaio: Monsignor Mansi ad un anno dalla nomina
Un primo anno intenso tra visite, miracoli e stragi
Andria - venerdì 27 gennaio 2017
Ricorre tra due giorni il compimento del primo anno di vescovato di Monsignor Luigi Mansi che, il 29 gennaio 2016 con la lettura della missiva della Santa Sede da parte di Monsignor Calabro, veniva nominato Vescovo di Andria da Papa Francesco.
E' sulle parole di San Paolo che egli apre il suo messaggio di saluto ai fratelli e alle sorelle della Chiesa di Andria:
«Affidandomi a Gesù Buon Pastore ho dato a Papa Francesco la mia risposta di fede e ancora una volta, con trepidazione, ma con gioia, ho detto al Signore e alla Chiesa il mio "sì", per dare inizio a questa nuova avventura della mia vita. Egli dona voi a me come sposa da amare in Suo nome con tutto me stesso, come popolo da servire, come gregge di cui prendermi cura».
Insediatosi nella Diocesi il 3 aprile scorso e atteso da una gremita folla, Monsignor Mansi ha vissuto accanto ai suoi fedeli un anno molto particolare per la città e l'intero territorio, segnato da due notevoli eventi, uno prodigioso e l'altro tragico; come da attesa, il 25 marzo, in coincidenza del Venerdì Santo con l'Annunciazione, si è compiuto il miracolo della Sacra Spina, che ha chiamato a raccolta nella Cattedrale della città federiciana numerosissimi fedeli e curiosi e che si ripeterà nuovamente nel 2157.
Spiacevole, invece, il secondo evento, il disastro ferroviario del 12 luglio che costò la vita a 23 vittime. Oltre 5 mila i partecipanti ai funerali celebrati da Monsignor Mansi al Palazzetto dello sport, a cui parteciparono anche i vertici della politica italiana. Non per questo meno graffiante l'omelia del Vescovo, che rivolse parole dure a coloro che, con le loro inadempienze, avevano contribuito a tale strage:
«Temiamo che per troppi anni e per tante persone queste terre siano state considerate le periferie dell'Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento. Speriamo che si sospenda questo fare e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie. Le nostre coscienze sono state addormentate da prassi che ci sembrano normali ma non lo sono: quelle prassi dell'economia in cui non si pensa alla vita delle persone ma alla convenienza e all'interesse, senza scrupoli e con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere».
Andare verso gli altri e giungere alle periferie del mondo è appunto la direzione verso cui si è mosso Monsignor Mansi, che ha dedicato il suo primo Convegno ecclesiale al tema "Per una Chiesa in uscita sulle orme di Papa Francesco"; una modalità nuova che promuove uno stile di ascolto e di confronto che pone al primo posto la sinodalità, il camminare insieme di laici e religiosi; una disposizione d'animo imprescindibile per una "Chiesa in uscita".
Dunque per il Vescovo Mansi si chiude un primo anno molto intenso, fatto anche di visite nelle parrocchie, nelle scuole e non solo; egli ha voluto toccare e conoscere con mano tutte le realtà del territorio e pertanto si è recato, il 1 dicembre, in visita al carcere di Trani con alcuni sacerdoti della Diocesi: «Ogni persona necessita di una cura pastorale, anche coloro che per un momento della propria vita hanno scelto strade sbagliate e che oggi si trovano nelle carceri per essere poi reinserite nella società»; un gesto che dimostra la vicinanza della Chiesa proprio a tutti. Anche in questo caso arriva però una considerazione del Vescovo: «Benchè abbia visto l'impegno del personale carcerario nel tentativo di creare un ambiente umano e amichevole, ci sono difficoltà oggettive causate dagli spazi ridotti». La richiesta del Vescovo è quella di una costante e rinnovata evangelizzazione.
E' sulle parole di San Paolo che egli apre il suo messaggio di saluto ai fratelli e alle sorelle della Chiesa di Andria:
«Affidandomi a Gesù Buon Pastore ho dato a Papa Francesco la mia risposta di fede e ancora una volta, con trepidazione, ma con gioia, ho detto al Signore e alla Chiesa il mio "sì", per dare inizio a questa nuova avventura della mia vita. Egli dona voi a me come sposa da amare in Suo nome con tutto me stesso, come popolo da servire, come gregge di cui prendermi cura».
Insediatosi nella Diocesi il 3 aprile scorso e atteso da una gremita folla, Monsignor Mansi ha vissuto accanto ai suoi fedeli un anno molto particolare per la città e l'intero territorio, segnato da due notevoli eventi, uno prodigioso e l'altro tragico; come da attesa, il 25 marzo, in coincidenza del Venerdì Santo con l'Annunciazione, si è compiuto il miracolo della Sacra Spina, che ha chiamato a raccolta nella Cattedrale della città federiciana numerosissimi fedeli e curiosi e che si ripeterà nuovamente nel 2157.
Spiacevole, invece, il secondo evento, il disastro ferroviario del 12 luglio che costò la vita a 23 vittime. Oltre 5 mila i partecipanti ai funerali celebrati da Monsignor Mansi al Palazzetto dello sport, a cui parteciparono anche i vertici della politica italiana. Non per questo meno graffiante l'omelia del Vescovo, che rivolse parole dure a coloro che, con le loro inadempienze, avevano contribuito a tale strage:
«Temiamo che per troppi anni e per tante persone queste terre siano state considerate le periferie dell'Italia, quelle periferie alle quali il nostro Papa Francesco ha fatto tante volte riferimento. Speriamo che si sospenda questo fare e che ci si occupi dei diritti di tutte le persone a cominciare dai più deboli e fragili, a cominciare proprio dalle periferie. Le nostre coscienze sono state addormentate da prassi che ci sembrano normali ma non lo sono: quelle prassi dell'economia in cui non si pensa alla vita delle persone ma alla convenienza e all'interesse, senza scrupoli e con piccole e grandi inadempienze del proprio dovere».
Andare verso gli altri e giungere alle periferie del mondo è appunto la direzione verso cui si è mosso Monsignor Mansi, che ha dedicato il suo primo Convegno ecclesiale al tema "Per una Chiesa in uscita sulle orme di Papa Francesco"; una modalità nuova che promuove uno stile di ascolto e di confronto che pone al primo posto la sinodalità, il camminare insieme di laici e religiosi; una disposizione d'animo imprescindibile per una "Chiesa in uscita".
Dunque per il Vescovo Mansi si chiude un primo anno molto intenso, fatto anche di visite nelle parrocchie, nelle scuole e non solo; egli ha voluto toccare e conoscere con mano tutte le realtà del territorio e pertanto si è recato, il 1 dicembre, in visita al carcere di Trani con alcuni sacerdoti della Diocesi: «Ogni persona necessita di una cura pastorale, anche coloro che per un momento della propria vita hanno scelto strade sbagliate e che oggi si trovano nelle carceri per essere poi reinserite nella società»; un gesto che dimostra la vicinanza della Chiesa proprio a tutti. Anche in questo caso arriva però una considerazione del Vescovo: «Benchè abbia visto l'impegno del personale carcerario nel tentativo di creare un ambiente umano e amichevole, ci sono difficoltà oggettive causate dagli spazi ridotti». La richiesta del Vescovo è quella di una costante e rinnovata evangelizzazione.