Religioni
24 gennaio: memoria di San Francesco di Sales, protettore dei Giornalisti
Una riflessione di Gennaro Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria, sulla ricorrenza odierna
Andria - domenica 24 gennaio 2021
E' bello ogni tanto incontrare e conoscere un po' di più un santo chiamato nel far da protettore di una particolare professione della vita. Così di San Francesco di Sales Protettore dei Giornalisti la cui festa Liturgica cade il 24 gennaio.
Da qualche parte qualcuno ha scritto: "Se vuoi saper l'amor chiedilo al santo", pensiero che genera subito una grande gioia poiché di questa figura di Santo «si poté giustamente dire che non si può contenere entro limitati orizzonti: tanto essa si leva innanzi alla mente, alta e serena: più alta dei monti, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre di un piccolo lago». (Così San Giovanni XXIII)
Fortunati quindi i Giornalisti ad aver come Protettore un Santo sul quale, nientemeno, anche Papa Paolo VI così esprimeva la sua ammirazione: «La bellezza risplende al massimo ed è perfetta quando assomma armoniosamente la varietà di molte bellezze. Così in un giardino lussureggiante, risaltano per la loro bellezza le erbe, gli alberi, i fiori e la loro fragranza e colore; ma più bello si presenta allo sguardo, se una giusta proporzione ed una adatta disposizione aggiungono in perfetta armonia bellezza a bellezza, così che dall'insieme risalti maggiormente la leggiadria e l'amabile grazia delle varie bellezze distinte».
Ed è bello più che mai chiedergli col cuore pieno di confidenza: "quale amore deve animare un giornalista, quale la sua funzione educativa; la sua missione?". Ed è proprio a contatto di questo Santo Protettore che si percepisce la bellezza dei compiti di un Giornalista: ridare purezza, ispirazione e impeto alle parole vuote, essere educatori di coscienze, strumenti di dialogo, servizio sociale.
Scriveva uno dei Maestri del Giornalismo cattolico: "L'opera della stampa ha da essere di illuminazione e difesa dei valori essenziali della convivenza umana e divina".
- La libertà. I Giornalisti sono i miti della Redenzione, che vuol dire libertà recuperata. Più di metà degli uomini oggi sono privati della libertà di stampa, al fine d'essere privati della libertà dello spirito per essere ridotti a solo congegno di produzione e sparo. La difesa di questo valore è vitale. Ma libertà dal male, non dal bene; dalla morte non dalla vita.
- La verità. Oggi la gente conosce il cristianesimo forse più dalla stampa che dal pulpito. E la stampa cattolica, oltre a spiegare le verità della fede, deve contribuire a enucleare la verità ordinaria da viluppi d'errori, incomprensioni, ambiguità. Così facendo, concorre a ripulire l'ambiente, immettendo nella città dell'uomo, carica d'ombre, i doni della luce e della sanità.
- La giustizia. Il cristianesimo è difficile da accettarsi non per i suoi dogmi teologici, ma per i suoi impegni sociologici: per la sua morale. Non il credere nella Trinità è difficile, ma il dare il superfluo al povero e non far distinzione di casta e classe.
- La carità. Senza la carità, tutto è niente. (Così il Servo di Dio Igino Giordani)
E ancora Giordani: "La stampa può e deve alimentare questi sentimenti che sono il solo cemento sociale durevole, prima che la paura, madre dell'atomica e nemica dell'amore, abbia a prendere il sopravvento".
I Giornalisti possono essere, devono essere, in certo senso, Apostoli e Profeti". Questo il mio augurio agli amici Giornalisti.
Da qualche parte qualcuno ha scritto: "Se vuoi saper l'amor chiedilo al santo", pensiero che genera subito una grande gioia poiché di questa figura di Santo «si poté giustamente dire che non si può contenere entro limitati orizzonti: tanto essa si leva innanzi alla mente, alta e serena: più alta dei monti, più serena del cielo ridente che si specchia nelle acque azzurre di un piccolo lago». (Così San Giovanni XXIII)
Fortunati quindi i Giornalisti ad aver come Protettore un Santo sul quale, nientemeno, anche Papa Paolo VI così esprimeva la sua ammirazione: «La bellezza risplende al massimo ed è perfetta quando assomma armoniosamente la varietà di molte bellezze. Così in un giardino lussureggiante, risaltano per la loro bellezza le erbe, gli alberi, i fiori e la loro fragranza e colore; ma più bello si presenta allo sguardo, se una giusta proporzione ed una adatta disposizione aggiungono in perfetta armonia bellezza a bellezza, così che dall'insieme risalti maggiormente la leggiadria e l'amabile grazia delle varie bellezze distinte».
Ed è bello più che mai chiedergli col cuore pieno di confidenza: "quale amore deve animare un giornalista, quale la sua funzione educativa; la sua missione?". Ed è proprio a contatto di questo Santo Protettore che si percepisce la bellezza dei compiti di un Giornalista: ridare purezza, ispirazione e impeto alle parole vuote, essere educatori di coscienze, strumenti di dialogo, servizio sociale.
Scriveva uno dei Maestri del Giornalismo cattolico: "L'opera della stampa ha da essere di illuminazione e difesa dei valori essenziali della convivenza umana e divina".
- La libertà. I Giornalisti sono i miti della Redenzione, che vuol dire libertà recuperata. Più di metà degli uomini oggi sono privati della libertà di stampa, al fine d'essere privati della libertà dello spirito per essere ridotti a solo congegno di produzione e sparo. La difesa di questo valore è vitale. Ma libertà dal male, non dal bene; dalla morte non dalla vita.
- La verità. Oggi la gente conosce il cristianesimo forse più dalla stampa che dal pulpito. E la stampa cattolica, oltre a spiegare le verità della fede, deve contribuire a enucleare la verità ordinaria da viluppi d'errori, incomprensioni, ambiguità. Così facendo, concorre a ripulire l'ambiente, immettendo nella città dell'uomo, carica d'ombre, i doni della luce e della sanità.
- La giustizia. Il cristianesimo è difficile da accettarsi non per i suoi dogmi teologici, ma per i suoi impegni sociologici: per la sua morale. Non il credere nella Trinità è difficile, ma il dare il superfluo al povero e non far distinzione di casta e classe.
- La carità. Senza la carità, tutto è niente. (Così il Servo di Dio Igino Giordani)
E ancora Giordani: "La stampa può e deve alimentare questi sentimenti che sono il solo cemento sociale durevole, prima che la paura, madre dell'atomica e nemica dell'amore, abbia a prendere il sopravvento".
I Giornalisti possono essere, devono essere, in certo senso, Apostoli e Profeti". Questo il mio augurio agli amici Giornalisti.