Vita di città
12 luglio, strage dei treni tra Andria e Corato: il ricordo delle 23 vittime
Cerimonia commemorativa anche a Bari con Decaro
Andria - martedì 12 luglio 2022
11.40
"In cielo c'è una stella per ciascuno di noi, sufficientemente lontana perché i nostri errori non possano mai offuscarla" (C. Bobin).
E anche Bari non dimentica, presso la lapide commemorativa all'interno del perimetro della fontana di piazza Moro - di fronte alla stazione centrale di Bari - si è tenuta la cerimonia in ricordo delle ventitré persone decedute a causa del disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato.
Alle ore 11.05, orario dello scontro tra i due convogli, il sindaco Antonio Decaro, insieme ai sindaci delle comunità coinvolte, ha deposto una corona di fiori e osservato un minuto di silenzio per commemorare le vittime.
"Ricordare il disastro ferroviario sulla tratta Andria Corato, costato la vita a 23 persone, tante quante sono le rose che oggi ho deposto in questo luogo simbolico - ha dichiarato Antonio Decaro - significa per noi mantenere l'impegno alla memoria con le famiglie delle vittime e prendere un impegno per il futuro con la nostra comunità.
Una comunità fatta di studenti, lavoratori, famiglie, donne e uomini proprio come le vittime di quella terribile giornata di luglio di sei anni fa.
Il nostro impegno deve essere quello di ottenere giustizia che ancora non c'è perché il processo non si è ancora concluso. E allo stesso tempo quello di migliorare le condizioni del servizio ferroviario. Da allora sono stati fatti diversi passi avanti: sicuramente sono aumentati gli standard di sicurezza ferroviaria ma questo, nella maggior parte dei casi, è avvenuto a discapito della velocità dei treni. Non dobbiamo scegliere tra la sicurezza e la velocità dei treni, credo che il diritto alla mobilità sia un diritto di tutti, soprattutto, in alcune zone del nostro Paese. La mobilità rappresenta concretamente una leva per lo sviluppo del nostro territorio.
Per questo chiediamo che si continui ad investire per far sì che, anche al Sud, studenti, lavoratori, famiglie e turisti possano contare su infrastrutture sicure ed efficienti, cosicché i sacrifici fatti fino ad oggi non siano inutili e le famiglie delle vittime non sentano che il tempo trascorso o il sacrificio dei loro cari sia stato vano".
Per non dimenticare. Al km 51 della tratta ferroviaria tra Andria e Corato la sindaca Giovanna Bruno, il collega Corrado De Benedittis, parenti e amici delle vittime della tragedia del 12 luglio del 2016 si sono dati appuntamento per ricordare questo luttuoso giorno.
Alle ore 11 si sono interrotti i lavori lungo il cantiere dell'interramento della ferrovia. Ed è calato il silenzio, rotto solo dal frinire delle cicale. Neanche più tante, almeno non tante come 6 anni fa quando il caldo era torrido. Oggi c'era anche un leggero venticello ad accarezzare i capelli e i ricordi di chi piange ancora per quelle vite innocenti spezzate senza una ragione. Senza un perché.
"Lo stesso silenzio che, anche solo simbolicamente per un minuto, chiediamo a tutti di rispettare, ovunque ci si trovi", ha scritto la sindaca Bruno.
"Il Comune di Corato è, tutt'oggi, segnato da quella tragedia, che rimane una ferita aperta.
"Il Comune di Corato è, tutt'oggi, segnato da quella tragedia, che rimane una ferita aperta.
Quell'incidente ha strappato alla vita persone innocenti, che viaggiavano o che stavano svolgendo il proprio lavoro. Contestualmente, sono diventati problematici i collegamenti tra Comuni limitrofi, con conseguenti disagi e danni a lavoratori, lavoratrici, studenti, studentesse, famiglie. Oggi, con forza, chiediamo verità e una accelerazione sui lavori di ripristino, raddoppio e messa in sicurezza della tratta ferroviaria. Avrebbe dovuto esserci una legge speciale, come si è fatto per il ponte di Genova. Evidentemente, si paga il prezzo di essere Comunità del Sud che, quindi, possono aspettare. Noi Sindaci, però, da sempre in prima linea, non abbiamo più voglia di aspettare. Questo incidente ferroviario può essere considerato, a ragione, un capitolo di Questione meridionale. Ritardi, disattenzioni, mancate verità. Serve una voce unitaria, autorevole e non populista, che affermi diritti e restituisca dignità al Mezzogiorno e all'intero Paese", aggiunge De Benedittis.
E anche Bari non dimentica, presso la lapide commemorativa all'interno del perimetro della fontana di piazza Moro - di fronte alla stazione centrale di Bari - si è tenuta la cerimonia in ricordo delle ventitré persone decedute a causa del disastro ferroviario del 12 luglio 2016 sulla tratta Andria-Corato.
Alle ore 11.05, orario dello scontro tra i due convogli, il sindaco Antonio Decaro, insieme ai sindaci delle comunità coinvolte, ha deposto una corona di fiori e osservato un minuto di silenzio per commemorare le vittime.
"Ricordare il disastro ferroviario sulla tratta Andria Corato, costato la vita a 23 persone, tante quante sono le rose che oggi ho deposto in questo luogo simbolico - ha dichiarato Antonio Decaro - significa per noi mantenere l'impegno alla memoria con le famiglie delle vittime e prendere un impegno per il futuro con la nostra comunità.
Una comunità fatta di studenti, lavoratori, famiglie, donne e uomini proprio come le vittime di quella terribile giornata di luglio di sei anni fa.
Il nostro impegno deve essere quello di ottenere giustizia che ancora non c'è perché il processo non si è ancora concluso. E allo stesso tempo quello di migliorare le condizioni del servizio ferroviario. Da allora sono stati fatti diversi passi avanti: sicuramente sono aumentati gli standard di sicurezza ferroviaria ma questo, nella maggior parte dei casi, è avvenuto a discapito della velocità dei treni. Non dobbiamo scegliere tra la sicurezza e la velocità dei treni, credo che il diritto alla mobilità sia un diritto di tutti, soprattutto, in alcune zone del nostro Paese. La mobilità rappresenta concretamente una leva per lo sviluppo del nostro territorio.
Per questo chiediamo che si continui ad investire per far sì che, anche al Sud, studenti, lavoratori, famiglie e turisti possano contare su infrastrutture sicure ed efficienti, cosicché i sacrifici fatti fino ad oggi non siano inutili e le famiglie delle vittime non sentano che il tempo trascorso o il sacrificio dei loro cari sia stato vano".