Centro storico, R.: «Noi residenti, i meno graditi alle istituzioni»
Un cittadino andriese racconta l'esperienza dell'ultimo weekend tra la movida
domenica 18 ottobre 2015
9.02
iReport
«"Polizia Andria, buonasera", "buonasera, vorrei richiedere il vostro intervento contro azioni gravi di disturbo della quiete pubblica ad opera di due locali", "no guardi, fino alle 24 sono autorizzati"». Inizia così una lettera giunta in redazione da parte di un cittadino andriese, residente del centro storico e che ha chiesto di comparire solo con l'iniziale, sul problema movida. Lungo ed articolato, a tratti spinoso il ragionamento.
«Questo è l'epilogo della piú tipica delle richieste di intervento a tutela della sicurezza nel centro storico - scrive R. - Per verificare la veridicità di quanto descritto basta chiamare l'intervento delle forze preposte: qualsiasi cittadino ha il diritto-dovere di farlo, anche un passante, qualora si renda conto del caos e del disturbo. Diciamolo una volta e per tutte: Non esiste nessuna ordinanza che consenta di fare baccano senza limiti in spazi aperti e pubblici fino alle 24. Non potrebbe esistere nemmeno, perchè la legge nazionale, superiore a qualsiasi ordinanza comunale, lo vieta ponendo dei limiti ben chiari. E cosí si raccolgono i piccoli, perchè è venerdí ed il sabato si va a scuola, si chiama la nonna e si va in trasferta forzata da lei a passare la notte. Al loro solito "perchè?" io consiglio di non rispondere per il momento. Il perchè lo chiedo alle istituzioni ed alle forze dell'ordine: Perchè devo andar via da casa mia? Perchè ci dicono da anni che esiste questa fantomatica ordinanza contraria alla legge? Chi e perchè dice agli agenti di riferirlo a telefono ai cittadini? Perchè con le tasse della mia famiglia contribuiamo alle spese per la pubblica sicurezza come tutti ma al contrario di tutti non veniamo protetti? Perchè in questo far west siamo noi residenti gli unici a dover rispettare ancora le regole?».
«Prima di rispondere ai bimbi dovremmo chiarire a noi stessi questi quesiti - scrive ancora R. - La situazione è degenerata. L'amministrazione ha scelto deliberatamente di scansarsi per cedere lo scettro all'arbitrio dei localari. Per le vie del centro storico non esiste la legge dello stato, esistono solo I BAR e la loro legge. Non si puó continuare a preparare il borsone tutti i santi week end. Belli i ricordi delle riunioni di famiglia a casa il sabato sera, belli e lontani. Ora la porta della cucina è serrata per attutire un poco la "musica" e gli "OOOOOUUUUU, C'xxÁ" amplificati dai fiumi di alcol a buon mercato e dall'esigenza di superare i decibel della sala da ballo sotto le stelle. Il sindaco "abdica" nei confronti dei gestori di bar, le forze dell'ordine con motivazioni non valide scelgono di non intervenire. In questo scenario ci si domanda in primis in che paese siamo, poi cosa si possa fare, perchè qualcosa si deve pur fare. Prima di tutto consiglio di iniziare a registrare e magari diffondere, nella giusta modalità, i dialoghi con le forze dell'ordine, perchè è giusto che si prendano le loro responsabilità ed eventualmente rendano conto della loro posizione. Poi credo che sia proprio il momento di munire i propri spazi prospicenti la strada, come scalini muretti e simili, di dissuasori ( tipo quelli per piccioni), ad evitare bivacchi alcolici ai quali tanto, stiamo certi, nessun agente di polizia si opporrà. I bimbi al solito chiederanno "perchè ci sono questi cosi?", ma vi garantisco che la risposta sará meno frustrante rispetto a quando ora ci chiedono "perchè lui sta vomitando sulla nostra porta?"».
«In ultima istanza - conclude la nota di R. - c'è l'esposto alla procura della repubblica, per reato di cui al 659 c.p. ed altri vari ed eventuali illeciti. Questa soluzione al momento è la piú proficua, visto che la procura, da Trani, sembra essere l'unica a rendersi seriamente conto degli abusi. Poi, in uno scenario cosi selvaggio si potrebbero fare tante altre cose, tipo acqua a secchiate dai terrazzi o risse per far valere a schiaffoni le proprie ragioni; potremmo autoesimerci dal pagamento delle tasse, cosí come siamo esenti da tutele e servizi. D'altronde quando manca la legge qualcuno deve pur sostituirla. Ma non saró io a consigliare questi metodi. Siamo persone civili noi residenti, praticamente i meno graditi a queste nostre istituzioni».
«Questo è l'epilogo della piú tipica delle richieste di intervento a tutela della sicurezza nel centro storico - scrive R. - Per verificare la veridicità di quanto descritto basta chiamare l'intervento delle forze preposte: qualsiasi cittadino ha il diritto-dovere di farlo, anche un passante, qualora si renda conto del caos e del disturbo. Diciamolo una volta e per tutte: Non esiste nessuna ordinanza che consenta di fare baccano senza limiti in spazi aperti e pubblici fino alle 24. Non potrebbe esistere nemmeno, perchè la legge nazionale, superiore a qualsiasi ordinanza comunale, lo vieta ponendo dei limiti ben chiari. E cosí si raccolgono i piccoli, perchè è venerdí ed il sabato si va a scuola, si chiama la nonna e si va in trasferta forzata da lei a passare la notte. Al loro solito "perchè?" io consiglio di non rispondere per il momento. Il perchè lo chiedo alle istituzioni ed alle forze dell'ordine: Perchè devo andar via da casa mia? Perchè ci dicono da anni che esiste questa fantomatica ordinanza contraria alla legge? Chi e perchè dice agli agenti di riferirlo a telefono ai cittadini? Perchè con le tasse della mia famiglia contribuiamo alle spese per la pubblica sicurezza come tutti ma al contrario di tutti non veniamo protetti? Perchè in questo far west siamo noi residenti gli unici a dover rispettare ancora le regole?».
«Prima di rispondere ai bimbi dovremmo chiarire a noi stessi questi quesiti - scrive ancora R. - La situazione è degenerata. L'amministrazione ha scelto deliberatamente di scansarsi per cedere lo scettro all'arbitrio dei localari. Per le vie del centro storico non esiste la legge dello stato, esistono solo I BAR e la loro legge. Non si puó continuare a preparare il borsone tutti i santi week end. Belli i ricordi delle riunioni di famiglia a casa il sabato sera, belli e lontani. Ora la porta della cucina è serrata per attutire un poco la "musica" e gli "OOOOOUUUUU, C'xxÁ" amplificati dai fiumi di alcol a buon mercato e dall'esigenza di superare i decibel della sala da ballo sotto le stelle. Il sindaco "abdica" nei confronti dei gestori di bar, le forze dell'ordine con motivazioni non valide scelgono di non intervenire. In questo scenario ci si domanda in primis in che paese siamo, poi cosa si possa fare, perchè qualcosa si deve pur fare. Prima di tutto consiglio di iniziare a registrare e magari diffondere, nella giusta modalità, i dialoghi con le forze dell'ordine, perchè è giusto che si prendano le loro responsabilità ed eventualmente rendano conto della loro posizione. Poi credo che sia proprio il momento di munire i propri spazi prospicenti la strada, come scalini muretti e simili, di dissuasori ( tipo quelli per piccioni), ad evitare bivacchi alcolici ai quali tanto, stiamo certi, nessun agente di polizia si opporrà. I bimbi al solito chiederanno "perchè ci sono questi cosi?", ma vi garantisco che la risposta sará meno frustrante rispetto a quando ora ci chiedono "perchè lui sta vomitando sulla nostra porta?"».
«In ultima istanza - conclude la nota di R. - c'è l'esposto alla procura della repubblica, per reato di cui al 659 c.p. ed altri vari ed eventuali illeciti. Questa soluzione al momento è la piú proficua, visto che la procura, da Trani, sembra essere l'unica a rendersi seriamente conto degli abusi. Poi, in uno scenario cosi selvaggio si potrebbero fare tante altre cose, tipo acqua a secchiate dai terrazzi o risse per far valere a schiaffoni le proprie ragioni; potremmo autoesimerci dal pagamento delle tasse, cosí come siamo esenti da tutele e servizi. D'altronde quando manca la legge qualcuno deve pur sostituirla. Ma non saró io a consigliare questi metodi. Siamo persone civili noi residenti, praticamente i meno graditi a queste nostre istituzioni».