Morte dell'A.S. Andria e rinascita della Fidelis: il racconto dell'Assessore Chieppa
«I giocatori non sapevano dove vivere e come curarsi; questa esperienza mi ha fatto perdere molti amici»
venerdì 9 agosto 2013
17.04
Alla conferenza stampa di presentazione della nuova società calcista andriese, Fidelis Andria 1928, era presente anche Giuseppe Chieppa, Assessore allo Sport della città di Andria, in rappresentanza dell'Amministrazione comunale. Chieppa è stato fondamentale nel processo di costituzione del nuovo sodalizio societario, ma ha voluto esordire il proprio intervento raccontando tutte le vicende che hanno portato alla morte dell'A.S. Andria BAT e alla nascita dell'appunto nuova Fidelis Andria 1928.
«E' iniziato tutto a marzo - inizia l'Assessore Chieppa - quando colui che gestiva la società A.S. Andria BAT è completamente scomparso dal territorio. Da quel momento sino a quando sono riuscito ad ottenere la disponibilità dei nuovi soci, sono rimasto totalmente solo. Grazie all'aiuto della Segretaria dell' A.S. Andria Francesca Sgaramella, dell'addetto stampa Dario Aduasio e dell'avvocato Dell'Olio siamo riusciti a raccogliere i cocci di una società praticamente inesistente. Il tutto per evitare un disastroso ritiro a metà campionato».
Una situazione drammatica quella descritta dall'Assessore Chieppa, che inoltre aggiunge ulteriori dettagli alla vicenda. «I calciatori, oltre a non ricevere lo stipendio, non avevano una casa in cui stare o semplicemente i soldi per fare la spesa ed infine non avevano neanche la possibilità di curarsi. Purtroppo i ragazzi non sono riusciti a salvarsi sul campo, arrivando completamente cotti ai play-out, portando inevitabilmente alla scomparsa dell'A.S. Andria BAT. In quel momento è nata in noi l'idea di cercare delle personalità sul territorio, per dare un futuro al calcio andriese».
Dopo il fallimento, inizia la ricerca. «Avevamo due idee: iscriversi al campionato di Serie D o a quello d'Eccellenza, come infine è successo. Iscriversi al campionato di Eccellenza significava avere la capacità immediata di pagare la tassa d'iscrizione di 300mila euro, senza togliere le spese che comporta una stagione agonistica. Anche in questo caso sono rimasto solo: sono poche le persone che ad Andria vogliono bene all'Andria Calcio. Il calcio non ha più un appeal positivo come qualche anno fa e dunque ci siamo trovati davanti ad un muro di "no" da parte di molti imprenditori. Molti chiedevano credito rispetto alla vecchia esperienza, come giusto che sia, ma lo scetticismo faceva da sovrano».
Ecco che arriviamo al presente. « Ci siamo convinti che iscriversi al campionato di Eccellenza sarebbe stata la soluzione migliore e perciò devo ringraziare sia Francesco Lotito che Francesco Fiore, i quali mi hanno sostenuto e incoraggiato ad andare avanti nella creazione di questo progetto».
Infine l'Assessore Chieppa conclude il suo intervento rivolgendosi alla tifoseria. «Questa storia mi ha fatto perdere molti amici. Io ero l'unica persona esposta della vicenda e qualcuno ha creduto che con le offese personali, rivolte a me, avrebbe sollecitato il lavoro di creazione di questa società. Nessuno di noi si è tirato indietro, ma dispiace per questo episodio. Nonostante ciò i tifosi sono una risorsa fondamentale, per l'attaccamento alla squadra che dimostrano ogni domenica, ma in futuro dovranno rispettare la loro posizione e non intromettersi nelle vicende societarie».
«E' iniziato tutto a marzo - inizia l'Assessore Chieppa - quando colui che gestiva la società A.S. Andria BAT è completamente scomparso dal territorio. Da quel momento sino a quando sono riuscito ad ottenere la disponibilità dei nuovi soci, sono rimasto totalmente solo. Grazie all'aiuto della Segretaria dell' A.S. Andria Francesca Sgaramella, dell'addetto stampa Dario Aduasio e dell'avvocato Dell'Olio siamo riusciti a raccogliere i cocci di una società praticamente inesistente. Il tutto per evitare un disastroso ritiro a metà campionato».
Una situazione drammatica quella descritta dall'Assessore Chieppa, che inoltre aggiunge ulteriori dettagli alla vicenda. «I calciatori, oltre a non ricevere lo stipendio, non avevano una casa in cui stare o semplicemente i soldi per fare la spesa ed infine non avevano neanche la possibilità di curarsi. Purtroppo i ragazzi non sono riusciti a salvarsi sul campo, arrivando completamente cotti ai play-out, portando inevitabilmente alla scomparsa dell'A.S. Andria BAT. In quel momento è nata in noi l'idea di cercare delle personalità sul territorio, per dare un futuro al calcio andriese».
Dopo il fallimento, inizia la ricerca. «Avevamo due idee: iscriversi al campionato di Serie D o a quello d'Eccellenza, come infine è successo. Iscriversi al campionato di Eccellenza significava avere la capacità immediata di pagare la tassa d'iscrizione di 300mila euro, senza togliere le spese che comporta una stagione agonistica. Anche in questo caso sono rimasto solo: sono poche le persone che ad Andria vogliono bene all'Andria Calcio. Il calcio non ha più un appeal positivo come qualche anno fa e dunque ci siamo trovati davanti ad un muro di "no" da parte di molti imprenditori. Molti chiedevano credito rispetto alla vecchia esperienza, come giusto che sia, ma lo scetticismo faceva da sovrano».
Ecco che arriviamo al presente. « Ci siamo convinti che iscriversi al campionato di Eccellenza sarebbe stata la soluzione migliore e perciò devo ringraziare sia Francesco Lotito che Francesco Fiore, i quali mi hanno sostenuto e incoraggiato ad andare avanti nella creazione di questo progetto».
Infine l'Assessore Chieppa conclude il suo intervento rivolgendosi alla tifoseria. «Questa storia mi ha fatto perdere molti amici. Io ero l'unica persona esposta della vicenda e qualcuno ha creduto che con le offese personali, rivolte a me, avrebbe sollecitato il lavoro di creazione di questa società. Nessuno di noi si è tirato indietro, ma dispiace per questo episodio. Nonostante ciò i tifosi sono una risorsa fondamentale, per l'attaccamento alla squadra che dimostrano ogni domenica, ma in futuro dovranno rispettare la loro posizione e non intromettersi nelle vicende societarie».