Fidelis Andria, Favarin: «Mi prendo tutte le responsabilità del caso»
Il tecnico analizza la sfida persa 4-1 contro il Taranto
lunedì 30 marzo 2015
16.45
«Purtroppo c'è da salvare poco. La sconfitta a Taranto, però, ci può stare. Mi prendo tutte le responsabilità sulle scelte iniziali di formazione. Credo che ai calciatori non si possa rimproverare nulla». Inizia così il suo intervento in sala stampa il tecnico della Fidelis Andria, Giancarlo Favarin, prendendosi tutte le responsabilità del caso. Certamente le decisioni iniziali del tecnico hanno condizionato in modo negativo la partita. Gli azzurri, infatti, hanno giocato il primo tempo e parte del secondo con il 5-3-2. Un modulo prettamente difensivo che invece di garantire più copertura alla squadra l'ha resa più vulnerabile. Inoltre c'è anche da considerare che non essendoci due veri e propri esterni la squadra ha sofferto anche in fase offensiva, con Lavopa e Di Ronza che hanno provato, senza risultati, a dare una mano all'attacco, svolgendo praticamente il ruolo di terzino fluidificante: «Avevo impostato la partita in una certa maniera. La squadra si è adeguata, però, per via delle nostre caratteristiche abbiamo dato la possibilità al Taranto di disputare una gara in modo agevole. Noi non abbiamo giocato da Fidelis ed abbiamo anche avuto un approccio alla gara del tutto timoroso».
Questa sconfitta riapre le possibilità di rimonta di Potenza, Taranto e Brindisi ora a -6, -8 e -9 dalla vetta. Giovedì, gli azzurri, si giocano buona fetta del campionato affrontando proprio i lucani. L'obiettivo, per Moscelli e compagni, sarà uno solo: vincere, per dimostrare che il brutto scivolone della "Iacovone" è stato del tutto dimenticato e metabolizzato.
Questa sconfitta riapre le possibilità di rimonta di Potenza, Taranto e Brindisi ora a -6, -8 e -9 dalla vetta. Giovedì, gli azzurri, si giocano buona fetta del campionato affrontando proprio i lucani. L'obiettivo, per Moscelli e compagni, sarà uno solo: vincere, per dimostrare che il brutto scivolone della "Iacovone" è stato del tutto dimenticato e metabolizzato.