Deferimento Fidelis, la società: «Disguido burocratico, adempimenti nei tempi giusti»
La nota del club del presidente Montemurro dopo la segnalazione della Co.Vi.Soc
martedì 26 gennaio 2016
13.32
Dopo la decisione del Procuratore Federale di deferire la Fidelis Andria e il collaboratore Francesco Saverio Lacasella, in seguito alla segnalazione della Co.Vi.Soc, per aver violato i doveri di lealtà probità e correttezza, omettendo di depositare presso la stessa Co.Vi.Soc, entro il termine del 16 ottobre 2015, la dichiarazione attestante l'avvenuto pagamento delle ritenute Irpef relative agli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo per la mensilità di agosto 2015, e inoltre per aver prodotto agli Organi Federali competenti una dichiarazione non veritiera attestante il versamento delle ritenute Irpef relative agli emolumenti dovuti ai propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori tecnici addetti al settore sportivo per le mensilità di agosto 2015, la società del presidente Paolo Montemurro, attraverso una nota ufficiale ha voluto chiarire la situazione.
«In relazione alle notizie riportate dalla stampa sportiva circa il deferimento della S.S. Fidelis Andria 1928 e dei suoi rappresentanti e amministratori - scrive il club di Corso Cavour - la Società precisa di aver correttamente adempiuto alle proprie obbligazioni nei confronti dei propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo. Per quanto riguarda il versamento delle ritenute IRPEF oggetto di indagine, si precisa che la contestazione attiene ad un disguido formale connesso al disallineamento tra le norme fiscali statali e quelle organizzative interne della FIGC, che derogano al "principio di cassa". La Società ha comunque provveduto prontamente ad allinearsi alle norme federali e, altresì, si è attivata per discutere il tutto nelle sedi opportune».
«In relazione alle notizie riportate dalla stampa sportiva circa il deferimento della S.S. Fidelis Andria 1928 e dei suoi rappresentanti e amministratori - scrive il club di Corso Cavour - la Società precisa di aver correttamente adempiuto alle proprie obbligazioni nei confronti dei propri tesserati, lavoratori dipendenti e collaboratori addetti al settore sportivo. Per quanto riguarda il versamento delle ritenute IRPEF oggetto di indagine, si precisa che la contestazione attiene ad un disguido formale connesso al disallineamento tra le norme fiscali statali e quelle organizzative interne della FIGC, che derogano al "principio di cassa". La Società ha comunque provveduto prontamente ad allinearsi alle norme federali e, altresì, si è attivata per discutere il tutto nelle sedi opportune».