Xylella, Miscioscia: «Una tragedia shakespeariana all'italiana»

Le parole del Consigliere nazionale dell'Associazione Città dell'Olio

mercoledì 27 gennaio 2016 9.23
«Il tema che sta preoccupando la Puglia ma che potrebbe allargarsi ad altre Regioni olivetate, sul rischio di diffusione della Xilella Fastidiosa, va assumendo sempre più quello di una tragedia shakespeariana all'italiana, che potrebbe trascendere non solo nel ridicolo ma che potrebbe avere ripercussioni preoccupanti sia sotto il profilo della credibilità della nostra organizzazione scientifica che dell'immagine a livello internazionale. Senza trascurare la speculazione che si sta generando sulla distorta campagna di informazione, riferita alla qualità del nostro olio, sulla quale non è da escludere sia in atto un eventuale tentativo speculativo». Sono le parole della lunga nota di Benedetto Miscioscia, Consigliere Nazionale dell'Associazione Nazionale Città dell'Olio e delegato Politiche Agricole della Città di Andria che ricorda come sia anomalo che la Regione Puglia approvi una legge a tutela degli ulivi secolari ma non introduca obbligo per il mantenimento dell'efficienza vegetativa delle stesse piante per evitare l'eventuale contagio.

«Chiarito che la qualità dei nostri oli non subisce nessuna alterazione dall'eventuale presenza della xilella - dice Miscioscia - è bene chiarire che il monitoraggio della batteriosi non può e non deve essere né sospeso né vietato. Piuttosto è necessario rafforzare l'attività di controllo anche con l'ausilio di strumenti e tecnologie innovative, considerato le evidenti difficoltà, nonostante l'impegno che gli stessi ispettori dell'osservatorio possono profondere in tal senso, di monitorare le oltre 60 milioni di piante d'ulivo. Un monitoraggio che potrebbe essere agevolato ricorrendo all'utilizzo di droni predisposti a tale compito che agevolerebbe di molto il controllo, rispetto ai sopralluoghi sui campi. Trovo altrettanto fuorviante pensare che gli olivicoltori, possano ricorrere alla potatura degli alberi per mascherare eventuali disseccamenti di rami, quando in realtà, il ricorso alla pratica della potatura dovrebbe essere la norma, tenuto conto che è la condizione senza la quale non si potrebbe accedere all'aiuto Agea, così come stabilito dalla condizionalità, prevista dalla direttiva europea. Nel contempo però bisogna denunciare l'anomalia con la quale la stessa Regione approvando una legge di tutela e salvaguardia degli ulivi secolari, non abbia mai previsto di introdurre l'obbligo per il mantenimento dell'efficienza vegetativa anche con la previsione di un contributo, ben sapendo che i costi gestionali di tali impianti non sono paragonabili ai comuni impianti olivicoli di più recente realizzazione. Una condizione che deve tener conto anche della ulteriore riduzione della quota di aiuto previsto dal nuovo Piano Comunitario e Governativo, per tutti i produttori olivicoli».

«A tal riguardo - ricorda Miscioscia - lo stesso Governo Regionale potrebbe rimediare prevedendo in sede di definizione del nuovo Piano di Sviluppo Rurale, una specifica misura di intervento tale da evitare che oltre il danno, i nostri olivicoltori subiscano la beffa di dover sopportare, in un momento in cui anche gli aiuti comunitari sono stati ridotti, un peggioramento della situazione reddituale ed economica. Tra l'altro è anche sbagliato far passare il messaggio che non esiste emergenza, chi pensa di sottovalutare tale questione non si rende conto della gravità di un fenomeno che non riguarda solo gli ulivi ma che sta interessando addirittura altre specie come le piante di mirto e delle rose. Quello che mi preoccupa di tutta la vicenda non è solo il rischio di diffusione del batterio ma anche la tegola conseguente alla procedura d'infrazione e delle conseguenti sanzioni economiche che l'UE ci potrebbe imporre e richiedere, con ulteriori conseguenze economiche. Rimane chiara la circostanza che il problema della Xilella va affrontato e contrastato più che sul piano giudiziario su quello della ricerca scientifica con il coinvolgimento di tutte le istituzioni di ricerca scientifica presenti in campo nazionale ed internazionale, evitando di considerarla una questione prettamente regionale. Sono fermamente convinto che la diffusione del batterio si contrasta unendo le forze in campo, oltre a rendere obbligatorie quelle misure preventive determinate dalla corretta applicazione delle buone pratiche agricole così come previste dalla condizionalità. La semplice eradicazione non risolve il problema né lo si contrasta. Si dovrebbe iniziare a rendere operativi i controlli sulla corretta esecuzione delle operazioni agronomiche sia per quanto attiene le operazioni di potatura che di aratura, quello che, al dilà delle misure volute ed imposte con il piano Silletti, si dovrebbero fare regolarmente».