Xylella fastidiosa: il parassita killer dell'ulivo fa paura anche nel nord barese
Da più parti si chiede l'emissione di ordinanze, come avvenne lo scorso anno, che impongano pratiche colturali appropriate
lunedì 4 aprile 2022
12.10
La Xylella fastidiosa, il parassita che sta infestando gli ulivi nel Salento e che sta purtroppo risalendo la nostra regione, tanto da interessare adesso gli ulivi del sud barese, continua a far paura anche nella provincia più olivetata d'Europa, quella di Barletta Andria Trani.
Per contrastare la sputacchina, come viene comunemente chiamato questo parassita, è necessario adottare delle precise pratiche culturali, aderire a dei protocolli di difesa anche in territori che pur essendo distanti da quelli infestati possono esserne colpiti, in quanto questo subdolo animaletto può spostarsi rimanendo attaccato a piante o parti di piante (pensiamo alla legna da ardere) e quindi sfuggire ai controlli in tal senso che effettuano gli organi preposti, come i Carabinieri forestali. Per questo tutti i proprietari e/o conduttori di terreni sono chiamati da tempo ad effettuare per tempo le lavorazioni di rito come arature, fresature, erpicature o trinciature necessarie a contrastare la diffusione della Xylella fastidiosa. Un pericolo quindi non effettuarle e tenere terreni olivetati abbandonati, come succede per l'azienda provinciale di Papparicotta, rappresenta una seria situazione di pericolo.
Al momento la Regione, attraverso l'Osservatorio anti-xylella ha disposto misure stringenti per la limitazione di questo parassita nella zona del sud est barese, inserita ormai nell'area c.d. "di contenimento". L'obbligo delle lavorazioni superficiali dei terreni riguarda, in particolare «l'intero agro dei comuni ricadenti nelle aree delimitate di Monopoli, Polignano, Alberobello e quelle confinanti di Locorotondo, Castellana e Conversano; l'intero agro di Casamassima, Cellamare, Gioia del Colle, Mola di Bari, Noicattaro, Rutigliano, Sammichele di Bari, Turi. L'intervento è fortemente consigliato nel restante territorio provinciale». Nelle zone fino a 200 metri di altitudine le lavorazioni superficiali (come arature leggere e fresature) dovranno essere svolte entro il 10 aprile, nelle zone tra da 200 a 500 metri di altitudine dal 15 aprile al 15 maggio.
Ma prevenire è sempre meglio che curare. Per questo è necessario adottare anche nella nostra zona le misure per contrastare il possibile insorgere di questo parassita. Lo scorso anno furono emesse apposite ordinanze nelle città del nord barese, come Andria, proprio con l'obiettivo di tenere i terreni al riparo da erbe infestanti che invece alimentano le forme giovanili dell'insetto vettore del batterio Xylella fastidiosa, responsabile del "disseccamento rapido dell'olivo". Lo scorso anno il pericolo, per fortuna scongiurato, della presenza del batterio killer dell'olivo in un vivaio di Canosa di Puglia, fece scattare l'allarme in tutto il nord barese. L'agro di Andria fu classificato come "agro indenne" dalla Xylella, ma fece paura che a qualche chilometro di distanza vi fosse questo parassita killer. Agli agricoltori venne imposto un obbligo che era a tutti gli effetti un servizio pubblico di protezione del territorio, da un pericolosissimo agente da quarantena. I proprietari ed i conduttori di terreni agricoli (privati cittadini e gli enti pubblici proprietari e gestori delle superfici non coltivate, delle aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali, superfici demaniali) furono tenuti ad effettuare interventi di lavorazione delle aree. Chi violava le disposizioni, trasformate dai sindaci in ordinanze, rischiava sanzioni tra mille e seimila euro. Tra le altre pratiche obbligatorie, era proprio prevista (come adesso per il sud est barese) la potatura delle piante che deve essere eseguita entro il termine del periodo primaverile e comunque prima di effettuare i trattamenti fitosanitari.
Oggi come ieri, da parte di molti agricoltori ed associazioni del settore, si sta attivando un pressing su tutti gli Enti pubblici, affinché le pratiche colturali e fitosanitarie diventino obbligatorie anche in Comuni indenni da questo flagello. E' interesse dei proprietari e conduttori di terreni agricoli come anche dei proprietari e gestori privati o pubblici, compresi i Comuni, far sì che tutte le superfici agricole, anche non coltivate, come anche le aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali, superfici demaniali rimangano indenni da questo parassita. Agire preventivamente ed efficacemente sul territorio significa salvaguardare un patrimonio di incommensurabile valore sociale, economico ed ambientale qual'è l'ulivo.
Per contrastare la sputacchina, come viene comunemente chiamato questo parassita, è necessario adottare delle precise pratiche culturali, aderire a dei protocolli di difesa anche in territori che pur essendo distanti da quelli infestati possono esserne colpiti, in quanto questo subdolo animaletto può spostarsi rimanendo attaccato a piante o parti di piante (pensiamo alla legna da ardere) e quindi sfuggire ai controlli in tal senso che effettuano gli organi preposti, come i Carabinieri forestali. Per questo tutti i proprietari e/o conduttori di terreni sono chiamati da tempo ad effettuare per tempo le lavorazioni di rito come arature, fresature, erpicature o trinciature necessarie a contrastare la diffusione della Xylella fastidiosa. Un pericolo quindi non effettuarle e tenere terreni olivetati abbandonati, come succede per l'azienda provinciale di Papparicotta, rappresenta una seria situazione di pericolo.
Al momento la Regione, attraverso l'Osservatorio anti-xylella ha disposto misure stringenti per la limitazione di questo parassita nella zona del sud est barese, inserita ormai nell'area c.d. "di contenimento". L'obbligo delle lavorazioni superficiali dei terreni riguarda, in particolare «l'intero agro dei comuni ricadenti nelle aree delimitate di Monopoli, Polignano, Alberobello e quelle confinanti di Locorotondo, Castellana e Conversano; l'intero agro di Casamassima, Cellamare, Gioia del Colle, Mola di Bari, Noicattaro, Rutigliano, Sammichele di Bari, Turi. L'intervento è fortemente consigliato nel restante territorio provinciale». Nelle zone fino a 200 metri di altitudine le lavorazioni superficiali (come arature leggere e fresature) dovranno essere svolte entro il 10 aprile, nelle zone tra da 200 a 500 metri di altitudine dal 15 aprile al 15 maggio.
Ma prevenire è sempre meglio che curare. Per questo è necessario adottare anche nella nostra zona le misure per contrastare il possibile insorgere di questo parassita. Lo scorso anno furono emesse apposite ordinanze nelle città del nord barese, come Andria, proprio con l'obiettivo di tenere i terreni al riparo da erbe infestanti che invece alimentano le forme giovanili dell'insetto vettore del batterio Xylella fastidiosa, responsabile del "disseccamento rapido dell'olivo". Lo scorso anno il pericolo, per fortuna scongiurato, della presenza del batterio killer dell'olivo in un vivaio di Canosa di Puglia, fece scattare l'allarme in tutto il nord barese. L'agro di Andria fu classificato come "agro indenne" dalla Xylella, ma fece paura che a qualche chilometro di distanza vi fosse questo parassita killer. Agli agricoltori venne imposto un obbligo che era a tutti gli effetti un servizio pubblico di protezione del territorio, da un pericolosissimo agente da quarantena. I proprietari ed i conduttori di terreni agricoli (privati cittadini e gli enti pubblici proprietari e gestori delle superfici non coltivate, delle aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali, superfici demaniali) furono tenuti ad effettuare interventi di lavorazione delle aree. Chi violava le disposizioni, trasformate dai sindaci in ordinanze, rischiava sanzioni tra mille e seimila euro. Tra le altre pratiche obbligatorie, era proprio prevista (come adesso per il sud est barese) la potatura delle piante che deve essere eseguita entro il termine del periodo primaverile e comunque prima di effettuare i trattamenti fitosanitari.
Oggi come ieri, da parte di molti agricoltori ed associazioni del settore, si sta attivando un pressing su tutti gli Enti pubblici, affinché le pratiche colturali e fitosanitarie diventino obbligatorie anche in Comuni indenni da questo flagello. E' interesse dei proprietari e conduttori di terreni agricoli come anche dei proprietari e gestori privati o pubblici, compresi i Comuni, far sì che tutte le superfici agricole, anche non coltivate, come anche le aree a verde pubblico, bordi delle strade, canali, superfici demaniali rimangano indenni da questo parassita. Agire preventivamente ed efficacemente sul territorio significa salvaguardare un patrimonio di incommensurabile valore sociale, economico ed ambientale qual'è l'ulivo.