Vito Lops, la firma andriese de "Il Sole 24 ore"

Giornalista professionista, dal 2004 scrive per il noto quotidiano milanese

domenica 11 ottobre 2015 11.55
A cura di Federico Peloso
IlSole24ore è considerato il quotidiano economico più autorevole d'Italia e risulta, insieme a La Repubblica ed al Corriere della Sera, tra i giornali più diffusi sul territorio nazionale. Dal 2004 lavora nella rinomata redazione lombarda anche l'andriese Vito Lops. Il giornalista pugliese si occupa di mercati finanziari, di sviluppi macroeconomici internazionali e dei prodotti di investimento, inoltre è appassionato di finanza personale. «Ho sempre avuto - ci spiega lo stesso Lops - una forte passione per la scrittura. Mi sono sempre piaciuti anche i numeri e, all'Università, ho scoperto il fascino della macroeconomia, che ha molti elementi in comune con la filosofia e l'antropologia. Basti pensare che viviamo in un mondo in cui se una banca centrale, come quella degli Stati Uniti, decidesse di alzare di appena lo 0,25% i tassi di interesse, si verificherebbero forti ripercussioni in tutta l'Asia, l'America Latina e poi, a cascata, nell'Eurozona. Oggi è sufficiente il battito d'ali di una farfalla per cambiare le condizioni di vita dall'altra parte del mondo».

Vito Lops ha lasciato il centro urbano federiciano dopo la maturità, si è laureato in Scienze della Comunicazione all'Università "La Sapienza" di Roma e successivamente ha frequentato il master in giornalismo presso l'Università Cattolica di Milano. Ormai da 11 anni la firma de IlSole24ore vive nel capoluogo ambrosiano, pur rimanendo profondamente legato al paese natale. «Ho un bellissimo rapporto con Andria - ci racconta lui - che è e sarà per sempre la mia città. Ci torno spesso e mi fa piacere passeggiare lungo le vie in cui sono cresciuto. La città si sta evolvendo dal punto di vista culturale. Le rivalutazioni del centro storico e della Villa comunale sono stati due grandi passi in avanti. Certo, resta ancora molto da fare. Il Castel del Monte, solo per citare l'esempio più eclatante, scarseggia ancora di strutture ricettive e promozionali. Quella fortezza è un monumento patrimonio dell'Unesco, meriterebbe più visitatori, ma troppi stranieri non ne hanno mai sentito parlare». Vito Lops, come tanti altri ragazzi, ha dovuto lasciare la sua terra d'origine per realizzare i propri obiettivi professionali. Infatti la risoluzione della plurisecolare questione meridionale risulta ancora un cantiere aperto ed il sud-Italia si presenta come un territorio ricco di risorse ma troppo debole per rilanciarsi, dove abbondano i giovani di talento ai quali, tuttavia, risulta complicato garantire un futuro dignitoso. «Il Sud - ci spiega tecnicamente il giornalista - soffre i problemi legati al fatto di operare con una valuta più forte rispetto ai suoi fondamentali economici. L'Italia è un'unione valutaria imperfetta, poiché Nord, Centro e Sud sono nettamente diversi. I sussidi fiscali e pensionistici, che il Meridione riceve, compensano solo in parte lo svantaggio di operare con la stessa valuta del Nord. Per risolvere il problema bisognebbe aprire gli investimenti e controllare che i fondi non finiscano preda del clientelismo. A quel punto la produttività del Sud diventerebbe più elevata e non ci sarebbe più bisogno che i giovani emigrino per trovare un posto di lavoro».

Il mondo editoriale sta attraversando una fase storica poco felice, poiché gli investimenti scarseggiano e, paradossalmente, l'offerta informativa trabocca a discapito della qualità del servizio. Questa situazione spinge molti aspiranti giornalisti a disilludersi e, non di rado, a rinunciare ai propri sogni. «Il mondo del giornalismo - ci spiega Lops - è cambiato in modo radicale con il web. L'utente fa fatica a capire la differenza tra un'informazione elaborata con criteri di oggettività, imparzialità e competenza, e un'informazione qualunquistica. In rete ci sono blog che offrono un servizio informativo addirittura più qualificato rispetto ai media tradizionali, ma esistono anche tante realtà che peccano di superficialità. Ad un giovane giornalista consiglierei di presidiare la rete in modo capillare con una forte presenza sui social network, di puntare sulla professionalità e di specializzarsi sempre di più. Lavorare nell'informazione generalista è stato sempre difficile, ma oggi lo è ancora di più perché il settore, oltreché saturo, è in crisi di raccolta pubblicitaria. L'informazione specializzata rappresenta il futuro».

Alcuni nostalgici addetti ai lavori ritengono ancora un oltraggio sostituire la penna e le pagine di un taccuino con lo schermo di un tablet o con la tastiera di un pc, perciò abbiamo chiesto a Vito Lops quale sia la sua posizione a riguardo. «Un bravo giornalista - ha concluso lui - deve essere abile nel marketing di se stesso e questo lo può fare con un sapiente utilizzo di blog e social network, quindi ben venga la penna, intesa metaforicamente come sinonimo di approfondimento e qualità, ma la tastiera deve diventare lo strumento operativo. Anche uno smartphone non deve mai mancare nel taschino del giornalista del futuro, o meglio del presente».