Vitalii e Bohdan, studenti ucraini che proseguiranno il loro percorso scolastico al "Lotti Umberto I" di Andria
Un bel esempio di integrazione sociale e scolastica, a fronte della catastrofe causata dalla guerra
martedì 5 aprile 2022
15.39
Un bellissimo esempio di integrazione sociale e scolastica viene dal "Lotti Umberto I" di Andria. Lunedì 4 aprile, l'IISS "Lotti Umberto I" ha accolto Vitalii e Bohdan, due ragazzi che arrivano da un villaggio a 100 Km da Kiev, parlano solo ucraino e da oggi frequenteranno la seconda classe dell'indirizzo professionale.
Cappuccio sulla testa, sguardo basso, mani in tasca, fuggiti dalla guerra e dalla normalità di una vita scandita tra famiglia, scuola e sport. Ad accoglierli il Dirigente scolastico, Pasquale Annese, alcuni docenti e una mediatrice linguistica che ha cercato di costruire un ponte tra loro e la nuova realtà scolastica, della quale d'ora in poi saranno parte integrante. Dopo un primo giro della scuola per conoscere spazi e ambienti interni durante il quale i ragazzi apparivano smarriti e impauriti, ci si è spostati all'esterno, sul campo di calcio che ha riacceso gli occhi dei due nuovi studenti e ha permesso a tutti di parlare la stessa lingua, una lingua universale fatta di parole e gesti carichi di entusiasmo, di vita e di accoglienza, dove accogliere, non è solo ospitare, è mettersi in gioco, è ascoltare, è rispetto per un vissuto doloroso del quale ciascuno deve farsi carico in maniera concreta.
Prima di andar via alla domanda della mediatrice su come fosse andata, Vitalii e Bohdan hanno risposto che erano stupiti del fatto che un Dirigente scolastico giocasse con loro a calcio e che i docenti fossero così vicini ai ragazzi perché nelle loro scuole tra studenti e insegnanti c'è un forte distacco e il rispetto si rispecchia nella stretta osservanza del rapporto gerarchico tra studenti e insegnanti. Non sarà un percorso semplice, come comunità scolastica non abbiamo la pretesa di cancellare la loro grande e dolorosa ferita, ma siamo certi che il nostro impegno sarà ogni giorno quello di dare a Vitalii e Bohdan, come a tutti i nostri studenti, le chiavi per comprendere la propria umanità, nel suo senso e nei suoi valori, fornire le parole per raccontare la propria vita e metterla in comunicazione con gli altri.
Cappuccio sulla testa, sguardo basso, mani in tasca, fuggiti dalla guerra e dalla normalità di una vita scandita tra famiglia, scuola e sport. Ad accoglierli il Dirigente scolastico, Pasquale Annese, alcuni docenti e una mediatrice linguistica che ha cercato di costruire un ponte tra loro e la nuova realtà scolastica, della quale d'ora in poi saranno parte integrante. Dopo un primo giro della scuola per conoscere spazi e ambienti interni durante il quale i ragazzi apparivano smarriti e impauriti, ci si è spostati all'esterno, sul campo di calcio che ha riacceso gli occhi dei due nuovi studenti e ha permesso a tutti di parlare la stessa lingua, una lingua universale fatta di parole e gesti carichi di entusiasmo, di vita e di accoglienza, dove accogliere, non è solo ospitare, è mettersi in gioco, è ascoltare, è rispetto per un vissuto doloroso del quale ciascuno deve farsi carico in maniera concreta.
Prima di andar via alla domanda della mediatrice su come fosse andata, Vitalii e Bohdan hanno risposto che erano stupiti del fatto che un Dirigente scolastico giocasse con loro a calcio e che i docenti fossero così vicini ai ragazzi perché nelle loro scuole tra studenti e insegnanti c'è un forte distacco e il rispetto si rispecchia nella stretta osservanza del rapporto gerarchico tra studenti e insegnanti. Non sarà un percorso semplice, come comunità scolastica non abbiamo la pretesa di cancellare la loro grande e dolorosa ferita, ma siamo certi che il nostro impegno sarà ogni giorno quello di dare a Vitalii e Bohdan, come a tutti i nostri studenti, le chiavi per comprendere la propria umanità, nel suo senso e nei suoi valori, fornire le parole per raccontare la propria vita e metterla in comunicazione con gli altri.