Violenza sulle donne, Seccia: «La crisi aumenta la paura»

Intervento della segretaria della Cgil BAT in occasione del 25 novembre

martedì 25 novembre 2014 9.17
Sono più di 50 le donne che in un bimestre si sono rivolte al Centro antiviolenza della Provincia di Barletta – Andria – Trani, stando ai dati diffusi dalle stesse operatrici durante la scorsa primavera. Numeri che evidentemente rappresentano solo la punta dell'iceberg di un fenomeno diffuso e purtroppo spesso, troppo spesso, nascosto e che se moltiplicati parlano di un grido d'allarme che non può non essere ascoltato. «Dati sconfortanti – spiega Angela Seccia, segretaria confederale Cgil Bat – ci raccontano addirittura di una vittima ogni due giorni, 179 donne uccise in Italia nel 2013, secondo il rapporto Eures, mentre aumentano i femminicidi al Sud (+27 per cento). La violenza, però, non si manifesta solo in casa o in ambito familiare ma anche in quello lavorativo e non è solo fisica ma anche psicologica. Anzi, la crisi aumenta la paura perché quando una donna non ha un lavoro stabile alla violenza si aggiunge la paura di non avere una via d'uscita e quindi la convinzione di non poter 'alzare la testa' perché non si è libere di farlo».

«Le donne – commenta Angela Seccia – sono spesso meno pagate degli uomini e tra loro si registra il maggior numero di mobilità, senza parlare delle discriminazioni dopo aver avuto un figlio. E poi c'è l'odiosa pratica delle dimissioni in bianco a tenere sulle spine le lavoratrici, le quali sanno bene che in qualche cassetto è conservato il proprio licenziamento, pronto per essere tirato fuori se solo qualcuna ritiene di poter chiedere il rispetto dei propri diritti: alla maternità, alla lotta sindacale e persino alla malattia».

«La politica, purtroppo, non ci aiuta ed è persino prevedibile che le riforme sul lavoro annunciate finiranno per colpire maggiormente le donne, per noi sarà ancora più difficile far valere le nostre ragioni. Penso, per esempio, alle donne impegnate nei campi: notizie recenti ci dicono di lavoratrici sottomesse, soprattutto romene, le quali, spesso, devono sopportare violenze, come se non bastasse essere sottopagate e sfruttate. Il lavoro rappresenta una parte importante per la vita di tutti non solo per l'indipendenza economica che ne consegue ma anche quale elemento centrale per la costruzione di una propria identità. È necessario, dunque, adoperarsi con maggiore convinzione affinché il nostro Paese diventi zona a tolleranza zero per chi esercita la violenza sulle donne. È questo l'auspicio della Cgil Bat in occasione del 25 novembre, la Giornata internazionale per l'eliminazione della violenza contro le donne».