Vincenzo Zito: "A proposito degli alberi abbattuti in via Vaccina"

"Questo intervento ha messo in evidenza alcuni problemi che è bene sinteticamente evidenziare"

martedì 18 marzo 2025 18.00
"Ha fatto recentemente scalpore presso la cittadinanza l'abbattimento degli alberi abbattuti in via Padre Nicolò Vaccina, lungo la ferrovia Bari Nord. Su questo tema si sono registrati diversi interventi che non sempre hanno colto il nocciolo del problema anche in un'ottica più generale del verde pubblico urbano. Si rende quindi necessario fare alcune sommarie puntualizzazioni.

Gli alberi abbattuti erano degli ailanti, specie vegetale aliena, importata dalla Cina circa un secolo fa per svolgere la coltivazione del baco da seta. Fallito questo progetto hanno trovato reimpiego come alberi ornamentali, non tenendo conto che si tratta di una specie molto invasiva, portatrice anche di possibili forme di allergie (si pensi all'eccessiva e maleodorante emissione di polline in primavera), al punto che recentemente il CNR ha avviato un progetto di ricerca per contenerne la diffusione. Il legno di questa pianta, inoltre, è molto instabile, per cui si verificano spesso cadute di rami con pericolo per persone e cose. Pertanto il loro abbattimento e sostituzione con specie più idonee si può considerare un lavoro positivo e che andrebbe esteso anche alle piante che si trovano su viale Gramsci.
Tuttavia questo intervento ha messo in evidenza alcuni problemi che è bene sinteticamente evidenziare.

In primo luogo, dalle dichiarazioni del competente assessore comunale, si apprende che gli alberi tagliati non saranno sostituiti lungo la strada ma, in compensazione, saranno ubicati in altro luogo. Si tratta di una soluzione piuttosto bizzarra: quello che serve in un certo luogo viene ubicato in un altro, spesso anche molto distante. In verità l'alberatura di via Vaccina svolgeva anche l'utilissima funzione di ombreggiatura del marciapiede attiguo alla linea ferroviaria. Se, come si apprende, lungo la suddetta linea dovrà realizzarsi anche una pista ciclabile, in mancanza di una nuova alberatura il sole picchierà quotidianamente sui ciclisti e sui pedoni che vi transiteranno. Questo, se può essere piacevole nel periodo invernale, diventa decisamente insopportabile nei mesi di calura estiva. In questa prospettiva i ciclisti, che già credono di non dover rispettare il codice della strada, non saranno per nulla invogliati a far uso della pista ciclabile e continueranno a scorrazzare sui marciapiedi e sulle strade, anche in contromano.

A questo punto è necessario fare un discorso più generale. La scelta delle alberature lungo le strade dei centri abitati non può essere casuale o determinata da valutazioni estetiche soggettive. Le essenze arboree da mettere lungo marciapiedi e aiuole spartitraffico devono soddisfare almeno ad alcuni requisiti di base.
1) Avere uno sviluppo, in età adulta, non eccessivo, compatibile con le dimensioni del marciapiedi e della strada. Sono sotto gli occhi di tutti i guasti prodotti dalle magnolie, molto inopportunamente messe a dimora su Corso Cavour. Si tratta di piante enormi, che possono raggiungere l'altezza di oltre 20 metri e che, per la loro eccessiva invadenza fisica, hanno tolto luce, aria e visibilità alle case che si fronteggiano lungo la strada.
2) Non devono essere portatrici di parassiti pericolosi (si pensi alla processionaria del pino o al punteruolo rosso delle palme) e non devono dissipare pollini portatori di allergeni (si pensi ai cipressi).
3) Devono preferibilmente essere a foglia caduca, in modo da consentire il soleggiamento delle strade e delle case nel periodo invernale ed ombreggiare nel periodo estivo.
4) Infine, preferibilmente, dovrebbe trattarsi di specie autoctone, appartenenti al territorio, evitando di propagare specie alloctone, estranee al territorio, potenziali portatrici di problemi biologici e ambientali.
Come si vede, non si tratta di una scelta facile. Per evitare scelte sbagliate è necessario consultare un buon agronomo forestale evitando di affidarsi ai vivaisti o alla moda del momento. Sarà questa la volta buona?", conclude la nota dell'architetto Vincenzo Zito.