Vienna sotto attacco: la drammatica esperienza di alcuni andriesi
Il racconto e le sensazioni durante le ore dell’attentato terroristico della scorsa sera nella capitale austriaca
martedì 3 novembre 2020
15.32
Un attentato terroristico ha sconvolto l'Austria e con essa tutta l'Europa. Nel centro di Vienna, nella serata di martedì 2 Novembre, esattamente il giorno prima dell'entrata in vigore delle misure restrittive per la situazione covid19 che prevedono un lockdown, e che sarebbero entrate in vigore dalla mezzanotte del martedì 3 novembre, situazione che ha fatto sì che molte persone si riversassero per le strade e nei locali per approfittare dell'ultimo giorno prima del lockdown. Intorno alle 20 si sono sentiti i primi spari in centro, nel primo distretto ''Innere Stadt'', proprio di fronte la sinagoga di Stadttempel, sita nei pressi di Schwedenplatz, sulle rive del Danubio, nonché nel pieno centro della vita notturna viennese, spari che hanno disseminato il panico.
Gli andriesi che risiedono a Vienna raccontano la propria esperienza durante quella serata: panico e terrore sono le sensazioni che hanno assalito chi ha trascorso quelle ore in città.
«Sirene di polizia, ambulanze, elicotteri, urla di passanti» questo è lo scenario della scorsa notte viennese. Molti erano usciti, approfittando delle ultime ore prima della chiusura della nazione, erano a rischio spostandosi per le vie centrali della città, e c'era anche chi da casa cercava di diffondere la notizia al più presto così da rendere noti i fatti e allarmare amici e conoscenti in modo da agire per mettersi al riparo, dal momento che molti giornali online ancora non riportavano la notizia dell'accaduto.
«Sono state delle ore pesanti, che scorrevano molto lentamente, sembrava di vivere in un incubo», riporta Valentina Chico, residente temporaneamente a Vienna per seguire il programma di studio Erasmus. «Ho iniziato a ricevere messaggi da tutti gli amici e i parenti dall'Italia che si preoccupavano perché sapevano che fossi in giro in centro, e solo allora ho capito che la situazione stava diventando più seria ed aveva acquisito una portata internazionale».
«In quel momento mi stavo ancora riprendendo dallo shock del primo attentato e non avevo ancora appreso la notizia degli altri attacchi terroristici in vari punti della città» -continua. «Riesci davvero a comprendere quanto toccante sia questa situazione solo se la vivi personalmente.
Quado ho letto sul giornale o ascoltato in tv di attacchi terroristici negli scorsi anni in Europa ero terrorizzata, ma solo adesso mi rendo conto che quella sensazione di ansia e terrore è ai massimi livelli quando sei tu a trovarti in quel preciso luogo in quel determinato momento, e non altri, ed è una sensazione che non augurerei a nessuno di provare. Ero in un ristorante con degli amici e appena appresa la notizia eravamo sconvolti e non avevamo ancora ben chiara la situazione, per cui siamo scappati nel luogo più vicino a noi che era lo studentato di una delle mie amiche e lì abbiamo passato l'intera notte in bianco, finché la situazione si è stabilizzata e la mattina all'alba siamo riusciti a chiamare un taxi per tornare a casa».
Anche Simone Losappio, studente di pianoforte e residente a Vienna ormai da qualche anno, riporta la sua personale esperienza mostrando l'ansia e il timore provato per gli amici più cari che erano per le strade di Vienna quella sera, a pochi passi dal luogo in cui è avvenuto il primo attentato e che hanno dovuto nascondersi per mettersi al sicuro, dal momento che avevano sconsigliato di frequentare locali pubblici e di evitare i mezzi di trasporto per tornare a casa.
«E' stato impossibile dormire stanotte» aggiunge Simone «fortunatamente ieri avevo deciso di non uscire ma abitando vicino la Mariahilfstrasse, una zona in cui è avvenuto uno degli attentati, non ho fatto altro che vedere gente scappare e urlare per tutta la serata, o addirittura ho visto una
ragazza che ha cominciato a vomitare perché ha visto sangue per terra. Fortunatamente è stata aiutata da alcune sue amiche che erano lì con lei.»
Si tratta di un attacco terroristico ma ''non dobbiamo farci intimorire'' dice il cancelliere austriaco Kurz. Quanto riportano le principali testate è che l'attentatore, armato con un fucile da assalto e varie pistole, dopo il primo attacco davanti alla Sinagoga ha continuato a sparare contro i passanti
mentre fuggiva, mentre gli altri attentatori hanno poi continuato a sparare in sei diverse zone del centro. Gli agenti di polizia hanno usato le armi contro il primo assalitore, che è stato ucciso alle 20.09 davanti alla chiesa di San Rupert, mentre sono ancora in corso le ricerche dei complici.
Il bilancio delle vittime è di 4 persone uccise (due donne e due uomini) e 14 feriti (di cui 6 in condizioni gravi).
Moltissimi i video circolati sui social che rappresentano momenti diversi dell'attentato, ma anche inseguimenti del terrorista, video che sono stati ricevuti direttamente dalla polizia la quale li sta attualmente analizzando attentamente e, per tutto l'arco della serata, ha richiesto di non diffonderli. In uno si può scorgere un uomo che corre con un fucile d'assalto e attraversa le strade sparando, un altro mostra invece i numerosi colpi sparati dal terrorista contro un passante che si accascia a terra.
Il centro di Vienna è stato gradualmente e solo parzialmente riaperto dopo diverse ore dall'inizio dell'attentato affinché la polizia potesse consentire alle persone rimaste bloccate nei bar e nei ristoranti di tornare a casa. Attualmente la zona è stata definita zona rossa e sorvegliata da numerosi agenti di polizia.
Dopo l'attentato avuto luogo a Vienna molte sono state le parole di cordoglio rivolte ai viennesi espresse dai principali esponenti politici dei vari Paesi Europei e non solo, arrivando queste anche da Trump, nell'auspicio che Vienna possa riprendersi al più presto da questo terribile attacco.
Gli andriesi che risiedono a Vienna raccontano la propria esperienza durante quella serata: panico e terrore sono le sensazioni che hanno assalito chi ha trascorso quelle ore in città.
«Sirene di polizia, ambulanze, elicotteri, urla di passanti» questo è lo scenario della scorsa notte viennese. Molti erano usciti, approfittando delle ultime ore prima della chiusura della nazione, erano a rischio spostandosi per le vie centrali della città, e c'era anche chi da casa cercava di diffondere la notizia al più presto così da rendere noti i fatti e allarmare amici e conoscenti in modo da agire per mettersi al riparo, dal momento che molti giornali online ancora non riportavano la notizia dell'accaduto.
«Sono state delle ore pesanti, che scorrevano molto lentamente, sembrava di vivere in un incubo», riporta Valentina Chico, residente temporaneamente a Vienna per seguire il programma di studio Erasmus. «Ho iniziato a ricevere messaggi da tutti gli amici e i parenti dall'Italia che si preoccupavano perché sapevano che fossi in giro in centro, e solo allora ho capito che la situazione stava diventando più seria ed aveva acquisito una portata internazionale».
«In quel momento mi stavo ancora riprendendo dallo shock del primo attentato e non avevo ancora appreso la notizia degli altri attacchi terroristici in vari punti della città» -continua. «Riesci davvero a comprendere quanto toccante sia questa situazione solo se la vivi personalmente.
Quado ho letto sul giornale o ascoltato in tv di attacchi terroristici negli scorsi anni in Europa ero terrorizzata, ma solo adesso mi rendo conto che quella sensazione di ansia e terrore è ai massimi livelli quando sei tu a trovarti in quel preciso luogo in quel determinato momento, e non altri, ed è una sensazione che non augurerei a nessuno di provare. Ero in un ristorante con degli amici e appena appresa la notizia eravamo sconvolti e non avevamo ancora ben chiara la situazione, per cui siamo scappati nel luogo più vicino a noi che era lo studentato di una delle mie amiche e lì abbiamo passato l'intera notte in bianco, finché la situazione si è stabilizzata e la mattina all'alba siamo riusciti a chiamare un taxi per tornare a casa».
Anche Simone Losappio, studente di pianoforte e residente a Vienna ormai da qualche anno, riporta la sua personale esperienza mostrando l'ansia e il timore provato per gli amici più cari che erano per le strade di Vienna quella sera, a pochi passi dal luogo in cui è avvenuto il primo attentato e che hanno dovuto nascondersi per mettersi al sicuro, dal momento che avevano sconsigliato di frequentare locali pubblici e di evitare i mezzi di trasporto per tornare a casa.
«E' stato impossibile dormire stanotte» aggiunge Simone «fortunatamente ieri avevo deciso di non uscire ma abitando vicino la Mariahilfstrasse, una zona in cui è avvenuto uno degli attentati, non ho fatto altro che vedere gente scappare e urlare per tutta la serata, o addirittura ho visto una
ragazza che ha cominciato a vomitare perché ha visto sangue per terra. Fortunatamente è stata aiutata da alcune sue amiche che erano lì con lei.»
Si tratta di un attacco terroristico ma ''non dobbiamo farci intimorire'' dice il cancelliere austriaco Kurz. Quanto riportano le principali testate è che l'attentatore, armato con un fucile da assalto e varie pistole, dopo il primo attacco davanti alla Sinagoga ha continuato a sparare contro i passanti
mentre fuggiva, mentre gli altri attentatori hanno poi continuato a sparare in sei diverse zone del centro. Gli agenti di polizia hanno usato le armi contro il primo assalitore, che è stato ucciso alle 20.09 davanti alla chiesa di San Rupert, mentre sono ancora in corso le ricerche dei complici.
Il bilancio delle vittime è di 4 persone uccise (due donne e due uomini) e 14 feriti (di cui 6 in condizioni gravi).
Moltissimi i video circolati sui social che rappresentano momenti diversi dell'attentato, ma anche inseguimenti del terrorista, video che sono stati ricevuti direttamente dalla polizia la quale li sta attualmente analizzando attentamente e, per tutto l'arco della serata, ha richiesto di non diffonderli. In uno si può scorgere un uomo che corre con un fucile d'assalto e attraversa le strade sparando, un altro mostra invece i numerosi colpi sparati dal terrorista contro un passante che si accascia a terra.
Il centro di Vienna è stato gradualmente e solo parzialmente riaperto dopo diverse ore dall'inizio dell'attentato affinché la polizia potesse consentire alle persone rimaste bloccate nei bar e nei ristoranti di tornare a casa. Attualmente la zona è stata definita zona rossa e sorvegliata da numerosi agenti di polizia.
Dopo l'attentato avuto luogo a Vienna molte sono state le parole di cordoglio rivolte ai viennesi espresse dai principali esponenti politici dei vari Paesi Europei e non solo, arrivando queste anche da Trump, nell'auspicio che Vienna possa riprendersi al più presto da questo terribile attacco.