Vicolo Pomponio Madia: un anno di promesse e pochi fatti
Ben 14 famiglie senza casa ed una stradina senza nessuna tutela
sabato 29 marzo 2014
11.31
E' giunto il primo anniversario, ma non è una ricorrenza felice bensì un triste compleanno (Articolo 27 marzo 2013): i 14 nuclei familiari di vicolo Pomponio Madia spengono le candeline del primo anno fuori dalle proprie abitazioni per il pericolo di cedimenti delle stesse case. Esattamente un anno fa, l'ordinanza di sgombero da parte del Comune di Andria e, ad oggi, nulla è cambiato con diverse perizie effettuate e la sentenza del Tribunale, del 15 ottobre scorso, che assegna la colpa del pericolo di crolli interamente all'Acquedotto Pugliese. Ma nella sostanza nessuno ha mosso un dito e la conduttura che passa al di sotto della via resta pericolante, mentre in superficie l'intero vicolo è puntellato con alcune abitazioni poste in sicurezza anche all'interno (Articolo 3 aprile 2013).
L'AqP non ci sta ed ha già presentato ricorso avverso alla decisione del Tribunale, non per le perizie, bensì per un vizio di forma che sarà discusso il prossimo 30 giugno: «Ci sentiamo letteralmente abbandonati da tutti - ci dice Antonio, uno dei proprietari di un'abitazione del vicolo - proprio un mese fa abbiamo avuto un incontro con il Primo Cittadino di Andria che aveva assicurato una presa in carico particolare della questione. Ci aveva assicurato che avrebbe contatto giorno dopo giorno l'Acquedotto per incalzarli sull'inizio dei lavori e comunque si sarebbe aperto un tavolo tecnico di confronto. Ma la questione di questo vicolo sembra sparita dall'agenda di tutti e noi restiamo senza casa con figli a carico e mutui nonché nuovi affitti. Una situazione insostenibile se si pensa anche alla sicurezza della via ormai abbandonata a se stessa» (Articolo 15 febbraio 2014).
La necessità di intervento non è più rimandabile e la richiesta che arriva dai cittadini è chiara e nello stesso tempo semplice: «La giustizia farà il suo corso - dice Antonio - ma una cosa è incontrovertibile e cioè che il problema è addebitabile alla conduttura. Noi chiediamo che il Comune intervenga e cominci a rimettere in sicurezza i luoghi, poi si potranno rivalere sull'Acquedotto, ma il tempo ormai non vi è più. Ci sono anziani, bambini, disabili e malati, non si può ignorare questo nostro grido d'aiuto».
L'AqP non ci sta ed ha già presentato ricorso avverso alla decisione del Tribunale, non per le perizie, bensì per un vizio di forma che sarà discusso il prossimo 30 giugno: «Ci sentiamo letteralmente abbandonati da tutti - ci dice Antonio, uno dei proprietari di un'abitazione del vicolo - proprio un mese fa abbiamo avuto un incontro con il Primo Cittadino di Andria che aveva assicurato una presa in carico particolare della questione. Ci aveva assicurato che avrebbe contatto giorno dopo giorno l'Acquedotto per incalzarli sull'inizio dei lavori e comunque si sarebbe aperto un tavolo tecnico di confronto. Ma la questione di questo vicolo sembra sparita dall'agenda di tutti e noi restiamo senza casa con figli a carico e mutui nonché nuovi affitti. Una situazione insostenibile se si pensa anche alla sicurezza della via ormai abbandonata a se stessa» (Articolo 15 febbraio 2014).
La necessità di intervento non è più rimandabile e la richiesta che arriva dai cittadini è chiara e nello stesso tempo semplice: «La giustizia farà il suo corso - dice Antonio - ma una cosa è incontrovertibile e cioè che il problema è addebitabile alla conduttura. Noi chiediamo che il Comune intervenga e cominci a rimettere in sicurezza i luoghi, poi si potranno rivalere sull'Acquedotto, ma il tempo ormai non vi è più. Ci sono anziani, bambini, disabili e malati, non si può ignorare questo nostro grido d'aiuto».