Vicolo Pomponio Madia: da due anni 12 famiglie senza casa
Prosegue il viaggio nel Centro Antico. In atto un contenzioso tra AqP e Comune
giovedì 23 luglio 2015
10.57
Sono passati esattamente 857 giorni dall'ordinanza di sgombero di 12 famiglie residenti in vicolo Pomponio Madia in pieno centro storico di Andria. Sono passati, se ci fosse bisogno di esplicitarlo meglio, due anni e mezzo in cui le 12 famiglie andriesi non hanno più la loro casa. Cosa è accaduto in questa viuzza del centro antico è piuttosto noto: l'intero vicolo è attraversato da cavità naturali sulle quali sono state costruite le abitazioni. Cavità attraversate anche da un tronco dell'acquedotto pugliese che rifornisce parte dei residenti del centro storico. Queste condutture, probabilmente, hanno creato diverse infiltrazioni proprio alle abitazioni del Vicolo che per precauzione sono state puntellate dopo aver notato diverse crepe piuttosto evidenti ed importanti. Sgombero necessario per l'incolumità dei residenti stessi, ma sgombero che ha dato il via ad un contenzioso tra Acquedotto Pugliese e Comune di Andria.
Il rimpallo delle responsabilità, infatti, ha portato ad una causa che vede protagonisti anche i residenti e che avrà un suo passaggio importante in aula nel prossimo mese di ottobre. Ma nel frattempo? Sono stati fatti diversi saggi, incaricati diversi specialisti, si è giunti ad una sostanziale conclusione che bisogna sistemare le condutture dell'Acquedotto Pugliese e rinforzare le abitazioni stesse. Ma dopo due anni e mezzo non vi sono stati lavori ed i residenti restano in attesa di risposte che non arrivano da nessuna delle parti in campo: «Dopo la verifica delle lesioni - ci dice Tommaso uno dei proprietari - è stato verificato come il tronco dell'acquedotto aveva una perdita e che a lungo andare questa perdita ha eroso il terreno circostante mettendo in crisi la staticità delle abitazioni. A quel punto l'intervento del Sindaco che ha sgombrato la strada. Da allora non si è fatto niente, non si è verificato niente. La colpa è probabilmente dell'acquedotto, così come verificato dai periti di parte a cui ci siamo rivolti, ma l'acquedotto pugliese non ne vuole sapere ed ha fatto causa».
Ma lo stesso signor Tommaso dice che sostanzialmente i residenti sono stati abbandonati al loro destino nonostante il complesso momento storico: «Si dice che l'Italia è fatta di solidarietà - ha detto Tommaso - ma questo non si vede nei confronti nostri. Questa situazione qua è grave, mio genero ad esempio paga il mutuo e l'affitto. Ma secondo voi è fattibile ai tempi di oggi in cui ci sono tutte le difficoltà che ogni famiglia deve affrontare, vivere in una situazione come questa. Ci sono famiglie che non possono e che non riescono più a sopportare il doppio affitto». La richiesta è semplice, intervenire: «Il comune e l'acquedotto sono due enti che potevano sistemare questa vicenda ed invece non stanno facendo niente - ha detto Tommaso - Stanno solo approfittando della gente che non è riuscita ad imporsi. Sono due anni e mezzo che stiamo in questa situazione, non è possibile che 12 famiglie stanno fuori di casa. E' bastato chiudere il tronco dell'acquedotto che perdeva per permettere all'umidità di asciugarsi come potrete vedere dalle immagini. Quindi tutta la problematica è da lì che dipende senza troppe discussioni».
Oltre al danno la beffa. Un affitto da pagare nelle nuove abitazioni con mobili e suppellettili rimasti abbandonati nelle ormai vecchie case di proprietà, mutui attivati e regolarmente pagati per realizzare lavori di ristrutturazione mai completati, tasse comunali sospese o parzialmente pagate in attesa che qualcuno intervenga: «Entro sette massimo otto mesi mettiamo a posto le strade - ci dice un altro residente - queste furono le parole del Primo Cittadino andriese, ma qui non si parla affatto di rientrare. Io sto pagando l'affitto e non ce la faccio più. La colpa l'hanno data tutta all'acquedotto ma forse questa situazione poteva sistemarla anche il Comune nel frattempo che si proseguiva con la causa».
Il rimpallo delle responsabilità, infatti, ha portato ad una causa che vede protagonisti anche i residenti e che avrà un suo passaggio importante in aula nel prossimo mese di ottobre. Ma nel frattempo? Sono stati fatti diversi saggi, incaricati diversi specialisti, si è giunti ad una sostanziale conclusione che bisogna sistemare le condutture dell'Acquedotto Pugliese e rinforzare le abitazioni stesse. Ma dopo due anni e mezzo non vi sono stati lavori ed i residenti restano in attesa di risposte che non arrivano da nessuna delle parti in campo: «Dopo la verifica delle lesioni - ci dice Tommaso uno dei proprietari - è stato verificato come il tronco dell'acquedotto aveva una perdita e che a lungo andare questa perdita ha eroso il terreno circostante mettendo in crisi la staticità delle abitazioni. A quel punto l'intervento del Sindaco che ha sgombrato la strada. Da allora non si è fatto niente, non si è verificato niente. La colpa è probabilmente dell'acquedotto, così come verificato dai periti di parte a cui ci siamo rivolti, ma l'acquedotto pugliese non ne vuole sapere ed ha fatto causa».
Ma lo stesso signor Tommaso dice che sostanzialmente i residenti sono stati abbandonati al loro destino nonostante il complesso momento storico: «Si dice che l'Italia è fatta di solidarietà - ha detto Tommaso - ma questo non si vede nei confronti nostri. Questa situazione qua è grave, mio genero ad esempio paga il mutuo e l'affitto. Ma secondo voi è fattibile ai tempi di oggi in cui ci sono tutte le difficoltà che ogni famiglia deve affrontare, vivere in una situazione come questa. Ci sono famiglie che non possono e che non riescono più a sopportare il doppio affitto». La richiesta è semplice, intervenire: «Il comune e l'acquedotto sono due enti che potevano sistemare questa vicenda ed invece non stanno facendo niente - ha detto Tommaso - Stanno solo approfittando della gente che non è riuscita ad imporsi. Sono due anni e mezzo che stiamo in questa situazione, non è possibile che 12 famiglie stanno fuori di casa. E' bastato chiudere il tronco dell'acquedotto che perdeva per permettere all'umidità di asciugarsi come potrete vedere dalle immagini. Quindi tutta la problematica è da lì che dipende senza troppe discussioni».
Oltre al danno la beffa. Un affitto da pagare nelle nuove abitazioni con mobili e suppellettili rimasti abbandonati nelle ormai vecchie case di proprietà, mutui attivati e regolarmente pagati per realizzare lavori di ristrutturazione mai completati, tasse comunali sospese o parzialmente pagate in attesa che qualcuno intervenga: «Entro sette massimo otto mesi mettiamo a posto le strade - ci dice un altro residente - queste furono le parole del Primo Cittadino andriese, ma qui non si parla affatto di rientrare. Io sto pagando l'affitto e non ce la faccio più. La colpa l'hanno data tutta all'acquedotto ma forse questa situazione poteva sistemarla anche il Comune nel frattempo che si proseguiva con la causa».