Via Eritrea, via Carmine ed il Ponte della discordia
I residenti: «Chiediamo risposte e tempi certi»
venerdì 12 settembre 2014
9.50
Tutto inizia con un'ambulanza che si ferma ai paletti che delimitano la chiusura di via Eritrea ed i soccorritori del 118 devono correre con barella ed attrezzature verso una palazzina ubicata a metà strada. Intervento concluso fortunatamente bene, ma con le proteste dei residenti che tornano a far sentire la propria voce nei confronti della decisione di tener chiusa la strada che corre sull'ormai famoso "pluviale" di inizio '900 al centro di possibili cedimenti: «Ci chiediamo ma come è possibile che le autovetture che arrivano in via San Sebastiano verso Piazza Porta La Barra possono tranquillamente circolare - dice il sig. Nicola, residente di via Eritrea - e passare sullo stesso pluviale che a distanza di pochi metri vede un'intera area chiusa. Il carico di veicoli presenti su quell'arteria stradale è di gran lunga superiore a quanto potrebbe passarci su via Eritrea». Da marzo 2011, infatti, quella via assieme a via Carmine è chiusa ed interdetta ai veicoli: «Non a tutti i veicoli, però, - ci mostra Nicola - un camion della Multiservice che sta facendo lavori di manutenzione nell'Istituto Scolastico presente sulla strada, ha tolto un paletto, messo un lucchetto con la catenella e passa tranquillamente per scaricare materiale ed operare il proprio lavoro».
Ma il problema si allarga a macchia d'olio sino a via Carmine dove da luglio 2011 è stato installato un Ponte Bailey che supera il pezzo in cui passa il pluviale proveniente da via Eritrea: «Sono tre anni e mezzo che questa via è chiusa, sono tre anni e mezzo che attendiamo risposte, sono tre anni e mezzo che continuiamo a sentir parlare di rinvii e nessun fatto concreto - ci dice Di Padua, commerciante di via Carmine - abbiamo subito un danno economico non indifferente da quando c'è questo ponte ma oltre a questo ora è divenuto anche un problema puro di igiene pubblica. Qui sotto vi è sporcizia di ogni genere oltre ad avere rifiuti collezionati sotto questo ponte». Diversi i saggi effettuati, c'è un progetto di ripristino del pluviale con costi molto elevati poichè la Sovraintendenza ha richiesto un lavoro specialistico visto il valore di un bene sotterraneo dell'inizi del '900. Soldi che non ci sono anche se il ponte ha un costo che si aggira attorno ai 1500 euro mensili di fitto oltre ai costi di installazione pari a circa 70mila euro.
I disagi, tuttavia, restano moltissimi: «Non riusciamo più a dormire in via Carmine - dice un altro residente di via Carmine - il rumore delle autovetture che attraversano il ponte è molto elevato. Hanno fatto dei rilievi dicendoci che non vi sono problemi di rumori, ma come potete sentire il passaggio delle autovetture sul questo ponte metallico è molto rumoroso. Riusciamo a dormire solo dopo le 2 quando da questa strada non passano più vetture. E poi la bellezza di via Carmine, ci hanno tolto i due santuari, le processioni, un pezzo di storia della nostra città». La richiesta è quella di avere risposte, di intervenire, superare la burocrazia e mettersi in moto come quando vi fu un cedimento nella prosecuzione del pluviale in via Marco Polo.
Ma il problema si allarga a macchia d'olio sino a via Carmine dove da luglio 2011 è stato installato un Ponte Bailey che supera il pezzo in cui passa il pluviale proveniente da via Eritrea: «Sono tre anni e mezzo che questa via è chiusa, sono tre anni e mezzo che attendiamo risposte, sono tre anni e mezzo che continuiamo a sentir parlare di rinvii e nessun fatto concreto - ci dice Di Padua, commerciante di via Carmine - abbiamo subito un danno economico non indifferente da quando c'è questo ponte ma oltre a questo ora è divenuto anche un problema puro di igiene pubblica. Qui sotto vi è sporcizia di ogni genere oltre ad avere rifiuti collezionati sotto questo ponte». Diversi i saggi effettuati, c'è un progetto di ripristino del pluviale con costi molto elevati poichè la Sovraintendenza ha richiesto un lavoro specialistico visto il valore di un bene sotterraneo dell'inizi del '900. Soldi che non ci sono anche se il ponte ha un costo che si aggira attorno ai 1500 euro mensili di fitto oltre ai costi di installazione pari a circa 70mila euro.
I disagi, tuttavia, restano moltissimi: «Non riusciamo più a dormire in via Carmine - dice un altro residente di via Carmine - il rumore delle autovetture che attraversano il ponte è molto elevato. Hanno fatto dei rilievi dicendoci che non vi sono problemi di rumori, ma come potete sentire il passaggio delle autovetture sul questo ponte metallico è molto rumoroso. Riusciamo a dormire solo dopo le 2 quando da questa strada non passano più vetture. E poi la bellezza di via Carmine, ci hanno tolto i due santuari, le processioni, un pezzo di storia della nostra città». La richiesta è quella di avere risposte, di intervenire, superare la burocrazia e mettersi in moto come quando vi fu un cedimento nella prosecuzione del pluviale in via Marco Polo.