Vertenza Guardie Campestri, Zinni alla Cgil: "Mettiamo fine alla polemica"

Il presidente del Consorzio chiarisce alcuni aspetti

giovedì 1 marzo 2018 11.12
"Veramente stucchevole e pretestuosa risulta la forzata polemica della CGIL nei confronti del Consorzio Guardie Campestri di Andria".

Ad affermarlo è il Presidente del Consorzio, Natale Zinni, che così prosegue: "Con l'auspicio di porre termine ad una polemica che non apporta benefici ad alcuno e tanto meno ai dipendenti del Consorzio, che la CGIL afferma di voler tutelare, è opportuno chiarire definitivamente alcuni punti:
  1. Mentre tutti gli altri consorzi di vigilanza campestre dei comuni viciniori attraversano una grave crisi, con mesi di ritardo nel pagamento degli stipendi, quello di Andria ad oggi ha pagato tutti gli stipendi maturati ai propri dipendenti.
  2. Il Consorzio aveva convocato per il pomeriggio del giorno 19.02.2018 tutti i sindacati presenti in azienda con i rispettivi rappresentanti sindacali aziendali, ma è stata solo la CGIL a dichiarare la sua indisponibilità a partecipare a tale incontro perché non era disponibile a partecipare insieme ad un altro sindacato non confederale, pur presente in azienda. Poiché sia l'altro sindacato non confederale sia gli altri sindacati confederali non hanno avuto difficoltà a partecipare all'incontro così come convocato, lo stesso si è regolarmente e proficuamente tenuto con la soddisfazione espressa dai sindacati partecipanti e con la riserva di convocare la CGIL ad un incontro separato da tenersi in una successiva data così me comunicato con mail del 16/2/2018.
  3. Una volta sgombrato il campo dal pretesto del mancato tempestivo pagamento delle retribuzioni ai dipendenti, la CGIL ha invocato un altro pretesto relativo al rispetto dell'art. 7 del CCNL circa la mancata concessione del permesso retribuito alla guardia per recarsi dal medico, una volta l'anno, per la visita medica per il rinnovo del porto d'armi.
Ebbene, sfidiamo la CGIL ad indicare il nome di una sola guardia a cui sia stato negato tale permesso e se non lo fa dimostra tutta la pretestuosità della polemica. Se poi la guardia ha preferito utilizzare quei 30 minuti l'anno per andare dal medico non chiedendo il permesso durante il turno di lavoro, come prevede il contratto, ma fuori dell'orario di servizio, è evidente che tale tempo non può essere retribuito in eccedenza all'orario di lavoro.

Se gettando fango sul Consorzio, per il mantenimento del quale altri stanno impiegando gratuitamente il loro impegno totale, o denunciando fatti inconsistenti alla Prefettura per dimostrare un proprio ruolo, qualcuno crede di tutelare gli interessi dei lavoratori, continui pure su questa strada, il Consorzio non avrà più tempo da dedicare a tali inutili e sterili polemiche, impegnato com'è, invece, a garantirne la sopravvivenza nell'interesse dei consorziati e dei dipendenti".