Vertenza Coop, Alternativa Comunista solidale con i lavoratori
D'Ercole (Pdac) : «Le esternalizzazioni non sono unica soluzione»
sabato 6 giugno 2015
Il partito di Alternativa Comunista ha espresso, in una nota stampa, la propria solidarietà nei confronti dei lavoratori coinvolti nella vertenza Coop, i quali hanno scioperato ad Andria e a Barletta, lo scorso 4 giugno, contro la decisione della Cooperativa Estense di mettere in mobilità 147 dipendenti occupati tra Puglia e Basilicata . «Ci sentiamo di esprimere – scrive Riccardo Stefano D'Ercole, in rappresentanza dello stesso Pdac - enorme dissenso per l'ennesimo pacchetto di licenziamenti e attacchi frontali che questi padroni, citati dai lavoratori come emulatori del modello Marchionne, stanno perpetrando. Siamo contrari alle esternalizzazioni propinate come unica soluzione possibile per il destino di queste persone».
Inoltre, Alternativa Comunista ha rivolto un particolare pensiero alle donne coinvolte in questa complicata vicenda. «Crediamo che un attacco pesante – ha proseguito D'Ercole - sia stato rivolto alle lavoratrici della Coop, le quali, con il carico di lavoro che la società sgrava su di loro, sono oggetto di ricatti maggiori e che, dopo turni massacranti e spostamenti continui, adesso vengono sbattute via dal loro posto di lavoro, dal reddito, dalla dignità. E' necessario ora proseguire sulla via degli scioperi e delle contestazioni nei confronti del modello di precarietà che padroni e governi impongono dall'alto».
Inoltre, Alternativa Comunista ha rivolto un particolare pensiero alle donne coinvolte in questa complicata vicenda. «Crediamo che un attacco pesante – ha proseguito D'Ercole - sia stato rivolto alle lavoratrici della Coop, le quali, con il carico di lavoro che la società sgrava su di loro, sono oggetto di ricatti maggiori e che, dopo turni massacranti e spostamenti continui, adesso vengono sbattute via dal loro posto di lavoro, dal reddito, dalla dignità. E' necessario ora proseguire sulla via degli scioperi e delle contestazioni nei confronti del modello di precarietà che padroni e governi impongono dall'alto».