Vertenza Coop, ad Andria e Barletta il 60% di adesione allo sciopero
Lavoratori: «No ai licenziamenti», Antonucci: «Non ci fermeremo qui»
giovedì 4 giugno 2015
13.11
E' stata del 50% ad Andria e del 60% a Barletta l'adesione, dei lavoratori della Coop, allo sciopero indetto dai sindacati confederali per la vertenza scattata negli ipermercati di Puglia e Basilicata gestiti dalla Coop Estense e che coinvolge anche i due punti vendita delle città della BAT. Ampia partecipazione che comunque ha permesso di tenere aperti gli ipermercati ma che è servita ad informare cittadini, consumatori e forze politiche, su quella che è la condizione verso la quale vanno 147 lavoratori di Puglia e Basilicata. A rischiare il licenziamento o condizioni di lavoro peggiori, sono anche una ventina di lavoratori di Andria e Barletta. Il nulla di fatto nel tavolo di trattativa tra sindacati e proprietà, infatti, non ha permesso di trovare soluzioni per la procedura di licenziamento collettivo avviata dalla cooperativa pur con l'ampia disponibilità dei lavoratori di cercare una via d'uscita condivisa che non pregiudichi, tuttavia, il proprio lavoro.
Riprendendo una famosa pubblicità adottata proprio dalla Coop, i lavoratori hanno protestato con lo slogan "La coop licenza di più": «Parliamo di circa 20 famiglie tra Andria e Barletta - ha detto Nico Sgarra, lavoratore Coop - Presidi e scioperi dovunque in Puglia e Basilicata per un ottimo risultato da parte dei lavoratori. Forse per la prima volta dopo esser stati manipolati ci stiamo ribellando e diciamo no a questo modo di procedere. Questo è un lavoro che vede protagoniste soprattutto le donne che spesso hanno un reddito unico e come si può immaginare di fare 2 ore ad Andria, 3 a Barletta e poi a Foggia o Molfetta. Questo è sostanzialmente il futuro che porterebbe riservare la Coop a queste famiglie. In fase di trattativa abbiamo chiesto proprio questo, cioè cosa vogliono fare di noi lavoratori. Ci è stato solo detto solo "altro". Per chi prende 700 euro al mese questo altro non è concepibile. Se si vogliono fare esternalizzazioni le si facessero a norma di legge senza l'avvallo dei sindacati perchè l'idea sembra esser ormai chiara: una doppia via di retribuzione per avere una sorta di differenza tra Coop del nord e Coop del sud - ha concluso Nico Sgarra - impossibile da accettare visto anche che sta nascendo la più grande Cooperativa d'Italia con la fusione delle tre maggiori Coop. Noi sul tavolo della trattativa abbiamo messo oltre un milione e mezzo di nostri soldi con l'eliminazione di tutti i salari accessori. Più di questo è impossibile».
In contemporanea a Roma è in corso di svolgimento un incontro al Ministero del Lavoro tra le parti anche se i Sindacati restano scettici: «I vertici della Coop hanno deciso tutto quanto senza immaginare una soluzione - ha detto Luigi Antonucci, Segretario della Cgil della BAT - Ormai sembra che in tutto il mondo italiano si decida e basta, qualcuno decide e quelli che saranno a subire la decisione sono una cosa secondaria, non può essere così e non può andare così. I lavoratori stanno provando a dare una risposta seria. Imprenditori vengono al sud prendono un sacco di soldi al sud e poi scelgono di andar via lasciando in mezzo ad una strada 147 famiglie. Non è concepibile, noi non ci staremo e non ci fermeremo qui. Nello stesso momento c'è un incontro al Ministero - ha concluso Antonucci - anche se il problema è che lo stesso Ministero è guidato da uno che in passato è stato il rappresentante delle Coop». I presidi continueranno per tutta la giornata e se necessario anche nei giorni a seguire: «La coop ha aperto questa procedura di mobilità per i 147 dipendenti per esubero di costi e non di persone - ha detto Tina Prasti, Segretario BAT della Filcams Cgil - la confederazione dei sindacati ha posto sul tavolo soldi veri dei lavoratori e cioè il CIA e la coop non ha accettato. La volontà è esternalizzare alcuni servizi ma esternalizzare significa creare una sorta di guerra tra poveri provocando un esubero di costi ed anche di personale. E noi diciamo no».
Riprendendo una famosa pubblicità adottata proprio dalla Coop, i lavoratori hanno protestato con lo slogan "La coop licenza di più": «Parliamo di circa 20 famiglie tra Andria e Barletta - ha detto Nico Sgarra, lavoratore Coop - Presidi e scioperi dovunque in Puglia e Basilicata per un ottimo risultato da parte dei lavoratori. Forse per la prima volta dopo esser stati manipolati ci stiamo ribellando e diciamo no a questo modo di procedere. Questo è un lavoro che vede protagoniste soprattutto le donne che spesso hanno un reddito unico e come si può immaginare di fare 2 ore ad Andria, 3 a Barletta e poi a Foggia o Molfetta. Questo è sostanzialmente il futuro che porterebbe riservare la Coop a queste famiglie. In fase di trattativa abbiamo chiesto proprio questo, cioè cosa vogliono fare di noi lavoratori. Ci è stato solo detto solo "altro". Per chi prende 700 euro al mese questo altro non è concepibile. Se si vogliono fare esternalizzazioni le si facessero a norma di legge senza l'avvallo dei sindacati perchè l'idea sembra esser ormai chiara: una doppia via di retribuzione per avere una sorta di differenza tra Coop del nord e Coop del sud - ha concluso Nico Sgarra - impossibile da accettare visto anche che sta nascendo la più grande Cooperativa d'Italia con la fusione delle tre maggiori Coop. Noi sul tavolo della trattativa abbiamo messo oltre un milione e mezzo di nostri soldi con l'eliminazione di tutti i salari accessori. Più di questo è impossibile».
In contemporanea a Roma è in corso di svolgimento un incontro al Ministero del Lavoro tra le parti anche se i Sindacati restano scettici: «I vertici della Coop hanno deciso tutto quanto senza immaginare una soluzione - ha detto Luigi Antonucci, Segretario della Cgil della BAT - Ormai sembra che in tutto il mondo italiano si decida e basta, qualcuno decide e quelli che saranno a subire la decisione sono una cosa secondaria, non può essere così e non può andare così. I lavoratori stanno provando a dare una risposta seria. Imprenditori vengono al sud prendono un sacco di soldi al sud e poi scelgono di andar via lasciando in mezzo ad una strada 147 famiglie. Non è concepibile, noi non ci staremo e non ci fermeremo qui. Nello stesso momento c'è un incontro al Ministero - ha concluso Antonucci - anche se il problema è che lo stesso Ministero è guidato da uno che in passato è stato il rappresentante delle Coop». I presidi continueranno per tutta la giornata e se necessario anche nei giorni a seguire: «La coop ha aperto questa procedura di mobilità per i 147 dipendenti per esubero di costi e non di persone - ha detto Tina Prasti, Segretario BAT della Filcams Cgil - la confederazione dei sindacati ha posto sul tavolo soldi veri dei lavoratori e cioè il CIA e la coop non ha accettato. La volontà è esternalizzare alcuni servizi ma esternalizzare significa creare una sorta di guerra tra poveri provocando un esubero di costi ed anche di personale. E noi diciamo no».