Verso la conclusione il processo per la morte di Carpini e Di Muro, avvenuta a Torino nel 2012
Solo la famiglia del giovane carpentiere andriese è rimasta parte civile in questo lungo procedimento penale
giovedì 4 marzo 2021
17.07
Si avvia a conclusione il processo per la morte avvenuta a Torino il 3 marzo del 2012 di Antonio Carpini, il giovane carpentiere di Andria, tragicamente perito durante la costruzione di un termovalorizzatore della ditta TRM nel capoluogo piemontese. Quella drammatica vicenda, vide purtroppo un proseguio il 31 marzo dello stesso anno, con un altro incidente mortale che coinvolse questa volta un operaio di Canosa di Puglia, Cosimo Di Muro, anch'egli come Antonio, caduto da alcune decine di metri durante le fasi di realizzazione dell'impianto.
Il Pubblico ministero ha chiesto nel corso dell'udienza di ieri, 3 marzo, la condanna a 4 anni di reclusione per Nicola Angona, il titolare della ditta per cui lavoravano gli operai Carpini e Di Muro e l'assoluzione per Maria Vania Abbinante, coordinatrice della fase di progettazione e Furio Saraceno, responsabile del cantiere. Ci sono voluti ben 9 anni per arrivare alla vigilia della sentenza, prevista per il prossimo 23 marzo, che ha già visto l' assoluzione di Raimondo Montanari, il datore di lavoro in seno alla capogruppo delle imprese affidatarie dei lavori, mentre per Antonio Zaccagnini responsabile della CNIM che concorreva nell'associazione temporanea di imprese e Claudio Asperger coordinatore per la sicurezza si è andati al patteggiamento, con la comminazione di un anno e 10 mesi per Zaccagnini e un anno e 8 mesi per Asperger.
Malgrado sia avvenuto il risarcimento dei danni per tutti gli eredi dei defunti, solo i genitori di Antonio Carpini hanno voluto proseguire, come parte civile ed a loro spese nel giudizio penale sino alla richiesta, arrivata ieri per mano degli avvocati Lattanzio e Miccoli, di 10 euro per il titolare della ditta. Una decisione simbolica ma allo stesso tempo eloquente, per portare a termine questo infinito giudizio, cercando di avere un minimo di giustizia per il drammatico decesso del carpentiere andriese, come hanno tenuto a sottolineare i familiari di Antonio Carpini.
Il Pubblico ministero ha chiesto nel corso dell'udienza di ieri, 3 marzo, la condanna a 4 anni di reclusione per Nicola Angona, il titolare della ditta per cui lavoravano gli operai Carpini e Di Muro e l'assoluzione per Maria Vania Abbinante, coordinatrice della fase di progettazione e Furio Saraceno, responsabile del cantiere. Ci sono voluti ben 9 anni per arrivare alla vigilia della sentenza, prevista per il prossimo 23 marzo, che ha già visto l' assoluzione di Raimondo Montanari, il datore di lavoro in seno alla capogruppo delle imprese affidatarie dei lavori, mentre per Antonio Zaccagnini responsabile della CNIM che concorreva nell'associazione temporanea di imprese e Claudio Asperger coordinatore per la sicurezza si è andati al patteggiamento, con la comminazione di un anno e 10 mesi per Zaccagnini e un anno e 8 mesi per Asperger.
Malgrado sia avvenuto il risarcimento dei danni per tutti gli eredi dei defunti, solo i genitori di Antonio Carpini hanno voluto proseguire, come parte civile ed a loro spese nel giudizio penale sino alla richiesta, arrivata ieri per mano degli avvocati Lattanzio e Miccoli, di 10 euro per il titolare della ditta. Una decisione simbolica ma allo stesso tempo eloquente, per portare a termine questo infinito giudizio, cercando di avere un minimo di giustizia per il drammatico decesso del carpentiere andriese, come hanno tenuto a sottolineare i familiari di Antonio Carpini.