Verifiche TARSU di fine anno: ultimi giorni per i chiarimenti

Oltre 3.000 gli accertamenti già inviati con, in genere, due tipi di problemi. Per evitare sanzioni è necessario comunicare i dati catastali del proprio immobile

venerdì 1 marzo 2013 16.19
Furono circa 3.000 gli accertamenti sanzionatori per la T.A.R.S.U. giunti nelle case dei cittadini andriesi alla fine dell'anno 2012 per gli anni 2007-2011. AndriaViva ha già parlato del tema con una lunga intervista all'assessore comunale al bilancio, De Feo (http://www.andriaviva.it/magazine/notizie/oltre-11mila-gli-accertamenti-ici-e-tarsu-di-fine-anno/). L'amministrazione comunale, infatti, sta procedendo con il recupero della Tassa per lo smaltimento dei rifiuti solidi urbani interni non pagata dai cittadini in queste cinque annualità. In questi giorni, in molti casi, stanno scadendo i fatidici 60 giorni per proporre ricorso alle somme che l'ente ha richiesto.

Ma in realtà molto spesso vi è stata solo disinformazione o un'errata idea della causa per la quale si è stati sanzionati. Nel dettaglio le situazioni verificatesi sono per lo più due: c'è chi ha 'dimenticato' di denunciare l'occupazione di un immobile e c'è chi, invece, si è visto recapitare un accertamento basato sulle planimetrie «raster» che hanno rilevato una metratura superiore a quella dichiarata. Nel primo caso il pagamento è, quasi sempre dovuto, salvo i casi di mancanza dei presupposti per l'applicazione della TARSU ed i casi di esenzione dalla stessa (previsti dall'art. 62 del Decreto Legislativo del 15 novembre 1993, n. 507). E' bene recarsi presso l'ufficio tributi del Comune di Andria per verificare la correttezza delle informazioni in possesso della pubblica amministrazione.

Nel secondo caso, invece, c'è da comprendere sino in fondo cosa sono le planimetrie «raster». Molte delle segnalazioni giunte in redazione, infatti, ci hanno segnalato che il contribuente si è visto sanzionare pur avendo sempre pagato il bollettino inviato direttamente dal comune. Le numerose richieste giunte, infatti, ci hanno chiesto quale fosse stato effettivamente il comportamento tale da esser sanzionato. I più, infatti, non hanno mai dichiarato di proprio pugno la superficie degli immobili occupati, vuoi perché al tempo della dichiarazione non li si occupava, vuoi perché la misurazione è stata effettuata da tecnici inviati dal comune. Dunque, entro il termine di 30 giorni dalla ricezione della raccomandata è bene recarsi presso l'ufficio per esaminare la propria scheda, i metri quadri computati, l'effettiva debenza o meno della tassa sulle pertinenza eventualmente computate, dichiarare eventuali ragioni di esclusione previste dall'articolo sopra indicato e chiedere in via di autotutela lo scomputo di tutto quanto non dovuto. Come da nostra ricerca sul campo, il funzionario addetto a tale servizio è molto preparato ed efficiente e sarà possibile risolvere il tutto anche oralmente, senza presentare una formale richiesta di annullamento o revisione dell'avviso in via di autotutela.

Se la situazione si presenta poi particolarmente complessa vi è la possibilità di presentare ricorso entro 60 giorni presso la Commissione Tributaria Provinciale: da sostenere, tuttavia, vi saranno i costi per l'iscrizione a ruolo e più in generale le spese legali e l'applicazione di ulteriori sanzioni ed interessi in caso di soccombenza. Da segnalare, infine, che può esser necessario segnalare e dichiarare i propri dati catastali degli immobili presso lo stesso ufficio risorse finanziare poichè è un dovere dello stesso cittadino. Molte delle sanzioni giunte nelle case degli andriesi, probabilmente, non sarebbero mai giunte se tutti fossero stati debitamente informati di questa necessità.