Ventenne in ospedale aggredita da un cane randagio
E' accaduto nel Quartiere di San Valentino il 12 gennaio scorso
venerdì 16 gennaio 2015
12.29
E' stata aggredita da un cane randagio nella giornata del 12 gennaio scorso e trasportata al Pronto Soccorso dell'Ospedale "Bonomo" dove è stata dimessa con due giorni di prognosi. A darne notizia i residenti del Quartiere di San Valentino, dove è accaduto il fatto, i quali ricordano che è una situazione già denunciata più volte: «Sono tanti i cani randagi che da anni, da decenni, abitano il quartiere San Valentino di Andria seminando panico e terrore tra i residenti - ha detto Pietro Carnicelli del Comitato di Quartiere - l'aggressione ai danni della giovane ventenne residente ha creato panico e solo grazie all'intervento di un concittadino, che ha gettato delle sedie dal balcone di casa per allontanare e spaventare gli animali aggressori, ha evitato ancor più gravi conseguenze alla giovane malcapitata».
L'aggressione ha come testimoni diversi residenti oltre al certificato di dimissioni dell'Ospedale: «La corsa in ospedale, le dimissioni ed ora - ha ricordato Carnicelli - la giovane donna rifiuta di uscire nelle ore serali per timore di nuove aggressioni, visto il proliferare della presenza di cani che proprio il giorno dopo l'aggressione hanno anche partorito in massa quindi alimentato la comunità presente nel quartiere. Non abbiamo più parole ed anche la pazienza ha superato tutti i limiti quindi altre parole sarebbero sprecate come sprecati sono stati i nostri innumerevoli inviti ed appelli per avere un minimo di dignità rispetto al centro cittadino sempre in festa e sempre a ballare e festeggiare, anche se nessuno sa cosa. Non invidiamo quelle serate festose, né abbiamo alcuna necessità che tanti soldi pubblici vengano spesi inutilmente per le notti bianche, gialle e verdi ma vogliamo, almeno, la garanzia dei minimi diritti per una vivibilità semplice e senza pretese». Nel frattempo, la famiglia della giovane donna aggredita, intende avviare le procedure legali per il riconoscimento del danno e l'accertamento delle responsabilità.
Particolarmente duro anche uno dei residenti intervenuto per cacciare i cani: «Sono amareggiato e disgustato per lo stato di abbandono in cui versa il nostro quartiere da decenni e soprattutto per l'incuria e la trascuratezza nonostante le belle parole pronunciate a fiumi dagli acchiappavoti che, proprio come i cani, da altrettanti anni addentano per afferrare la nostra fiducia e quindi il nostro consenso. Quanto accaduto a mia nipote non è un caso isolato bensì uno dei tanti episodi che quotidianamente si verificano viste le condizioni igienico-sanitarie del quartiere che sono estreme».
L'aggressione ha come testimoni diversi residenti oltre al certificato di dimissioni dell'Ospedale: «La corsa in ospedale, le dimissioni ed ora - ha ricordato Carnicelli - la giovane donna rifiuta di uscire nelle ore serali per timore di nuove aggressioni, visto il proliferare della presenza di cani che proprio il giorno dopo l'aggressione hanno anche partorito in massa quindi alimentato la comunità presente nel quartiere. Non abbiamo più parole ed anche la pazienza ha superato tutti i limiti quindi altre parole sarebbero sprecate come sprecati sono stati i nostri innumerevoli inviti ed appelli per avere un minimo di dignità rispetto al centro cittadino sempre in festa e sempre a ballare e festeggiare, anche se nessuno sa cosa. Non invidiamo quelle serate festose, né abbiamo alcuna necessità che tanti soldi pubblici vengano spesi inutilmente per le notti bianche, gialle e verdi ma vogliamo, almeno, la garanzia dei minimi diritti per una vivibilità semplice e senza pretese». Nel frattempo, la famiglia della giovane donna aggredita, intende avviare le procedure legali per il riconoscimento del danno e l'accertamento delle responsabilità.
Particolarmente duro anche uno dei residenti intervenuto per cacciare i cani: «Sono amareggiato e disgustato per lo stato di abbandono in cui versa il nostro quartiere da decenni e soprattutto per l'incuria e la trascuratezza nonostante le belle parole pronunciate a fiumi dagli acchiappavoti che, proprio come i cani, da altrettanti anni addentano per afferrare la nostra fiducia e quindi il nostro consenso. Quanto accaduto a mia nipote non è un caso isolato bensì uno dei tanti episodi che quotidianamente si verificano viste le condizioni igienico-sanitarie del quartiere che sono estreme».