Vendola: «Difendere l’infanzia è un principio di civiltà»
Oggi si celebra la Giornata Internazionale dei Diritti dell’Infanzia. Il mondo ricorda quanto sancito dalla Carta delle Nazioni Unite
martedì 20 novembre 2012
14.37
«La Giornata Internazionale dei Diritti dell'Infanzia ripropone all'attenzione di tutti noi il valore universale di quanto sancito nella Carta delle Nazioni Unite sulla inviolabilità dei minori e sul loro diritto ad una piena tutela nell'intero percorso di crescita fisica, psicologica e morale.
I diritti dei bambini e delle bambine vanno difesi in ogni parte del mondo, laddove i ragazzi e le ragazze vivono e lavorano in condizioni inumane, spesso anche ridotti in schiavitù perché sfruttati nel loro stato di bisogno. In troppi luoghi del mappamondo viene rubata la speranza dell'istruzione e di una crescita sana e libera, viene negata l'essenza stessa dell'infanzia, con i suoi sogni e la sua felicità. Difendere l'infanzia è un principio di civiltà che va perseguito con determinazione grazie anche all'apporto di politiche mirate che, in questi anni, abbiamo messo in cantiere e che possono offrire alle nuove generazioni la possibilità di crescere in condizioni di sicurezza e di serenità. Ma in questo momento il nostro pensiero va ai bambini di Gaza, vittime inconsapevoli di una guerra troppo lunga e troppo priva di senso, di un conflitto che non hanno voluto e neanche scelto, prigionieri di una vita a tempo».
I diritti dei bambini e delle bambine vanno difesi in ogni parte del mondo, laddove i ragazzi e le ragazze vivono e lavorano in condizioni inumane, spesso anche ridotti in schiavitù perché sfruttati nel loro stato di bisogno. In troppi luoghi del mappamondo viene rubata la speranza dell'istruzione e di una crescita sana e libera, viene negata l'essenza stessa dell'infanzia, con i suoi sogni e la sua felicità. Difendere l'infanzia è un principio di civiltà che va perseguito con determinazione grazie anche all'apporto di politiche mirate che, in questi anni, abbiamo messo in cantiere e che possono offrire alle nuove generazioni la possibilità di crescere in condizioni di sicurezza e di serenità. Ma in questo momento il nostro pensiero va ai bambini di Gaza, vittime inconsapevoli di una guerra troppo lunga e troppo priva di senso, di un conflitto che non hanno voluto e neanche scelto, prigionieri di una vita a tempo».