Vaccino anti-covid, dubbi e timori: i chiarimenti del medico andriese Sebastiano Lorusso

A partire dal V-day del 27 dicembre scorso, sono oltre 10mila le dosi somministrate in Puglia

mercoledì 6 gennaio 2021
A cura di Antonio D'Oria
Sono già 10mila le dosi di vaccino anti-covid somministrate in Puglia, a partire dal V-day del 27 dicembre scorso, come comunicato nelle scorse ore dall'assessore regionale Lopalco. Ancora diffusi, però, sono i timori e i dubbi su questa "arma" che dovrebbe aiutarci a sconfiggere il virus: a questo proposito, abbiamo intervistato a distanza il medico andriese Sebastiano Lorusso, specializzando in Immunologia Clinica e Allergologia e in servizio presso il Policlinico Universitario Campus Bio-medico di Roma.

Dott. Lorusso, partiamo dalle note tecniche: dagli studi effettuati, il vaccino anti-Covid è efficace?
Innanzitutto, è necessario specificare che il vaccino Pfizer-BioNTech, l'unico finora approvato, non è affatto "sperimentale", come ho sentito ripetere in questi giorni: il vaccino, così come tutti i farmaci approvati dagli organi nazionali e internazionali competenti, ha superato con grande successo tutte e tre le fasi di sperimentazione necessarie per provare la sicurezza e l'efficacia. Come hanno fatto i ricercatori a dimostrare che il vaccino è valido? Sono stati reclutati 30.420 volontari; a metà di loro è stato iniettato il vaccino e all'altra metà il classico placebo, ovvero una semplice dose d'acqua, diciamo un vaccino "finto". È importante specificare che nessuno, né il paziente né il medico, sapevano se stessero utilizzando il vaccino vero o il placebo. Questo è essenziale per eliminare le influenze psicologiche sulla sperimentazione, poiché se il paziente sa di ricevere, ad esempio, il vaccino vero, potrebbe suggestionarsi, così come potrebbe accadere al medico incaricato di riportare gli eventuali effetti collaterali: è la comune pratica utilizzata per studiare tutti i farmaci e i vaccini che oggi utilizziamo. Cosa è emerso da questa sperimentazione? Per quanto riguarda la sicurezza, i pazienti che hanno ricevuto il vaccino hanno riferito più effetti collaterali di quelli che hanno ricevuto il placebo, ma gli unici effetti riportati sono stati dolore e gonfiore nel sito di iniezione e, in una piccolissima percentuale, mal di testa, brividi e dolori muscolari, tutti risolti in massimo tre giorni. Curiosità: questi effetti sono stati riportati anche dal 36% dei pazienti che hanno ricevuto il placebo, cioè il vaccino finto; questo ci fa capire come la suggestione giochi un ruolo importante in questi casi. Passiamo invece a vedere l'efficacia: delle 14.550 persone che hanno ricevuto il vaccino vero, solo 11 hanno contratto il coronavirus, nessuno in forma grave; delle 14.598 persone che hanno ricevuto il vaccino finto, i casi di coronavirus sono stati invece 215, di cui 30 in forma grave. Questi dati, consultabili da chiunque sulle riviste scientifiche, indicano che il vaccino è efficace al 94,1%.

Ci sono controindicazioni?
Le uniche persone che al momento non possono fare il vaccino sono i ragazzi con meno di 16 anni di età e le donne in gravidanza, semplicemente perché questi gruppi non sono stati inclusi nella sperimentazione. Quando però tutto il resto della popolazione sarà vaccinata essi saranno protetti dalla cosiddetta immunità di gregge. Si è parlato poi del rischio per i soggetti allergici: la reazione allergica a un vaccino è un evento rarissimo, non si è verificato in nessun caso durante la sperimentazione e, dall'inizio della campagna vaccinale, ha interessato poco più di una decina di individui su quasi 10 milioni di dosi somministrate: una probabilità paragonabile a quella di fare 5 al Superenalotto! Purtroppo, le reazioni allergiche sono imprevedibili e potrebbero insorgere con l'assunzione di qualsiasi farmaco, anche naturale. Il vantaggio, in questo caso, è che il vaccino viene somministrato in un ambiente sanitario con un tempo di osservazione, dopo l'iniezione, di trenta minuti, così da assicurare un tempestivo intervento in caso di grave reazione allergica: tutti i casi di allergia al vaccino si sono infatti risolti dopo alcuni minuti con la terapia adeguata e non vi è stato alcun decesso. Ricordate che ogni farmaco, preparato, integratore, alimento che assumete a casa potrebbe scatenare una reazione allergica, ma non per questo smettiamo di curarci o di alimentarci: la probabilità è così bassa che il beneficio supera di gran lunga il rischio.

Si dice che questo vaccino sia stato realizzato in tempi record, possiamo fidarci?
Per superare tutte e tre le fasi di sperimentazione richieste per l'approvazione di un farmaco o un vaccino sono di solito necessari fino a dieci anni. Com'è possibile, pertanto, aver ottenuto questo vaccino in pochi mesi? Partiamo dai finanziamenti: di solito sono necessari fino a tre anni per trovare fondi da investire, in questo caso l'emergenza ha spinto le aziende a finanziare i progetti per un vaccino fin da subito. Altri cinque anni sono poi necessari per trovare un metodo adatto alla creazione di un vaccino: questa volta i ricercatori erano avvantaggiati dalle ricerche condotte durante le epidemie di SARS e MERS, per le quali erano già stati creati dei modelli di vaccini mai commercializzati. Inoltre, un paio d'anni sono di solito necessari per trovare i centri dove sperimentare e i volontari: con la pandemia sono state numerosissime le adesioni fin da subito. Infine, vi sono alcuni anni di attesa prima che gli organi governativi che approvano i nuovi farmaci (l'FDA negli Stati Uniti, l'EMA in Europa, l'AIFA in Italia) prendano in considerazione un nuovo farmaco: in questa situazione di emergenza il vaccino anti-Covid ha avuto la priorità su tutti gli altri farmaci al vaglio degli esperti.

Cosa significa vaccino ad mRNA? È vero che modifica il nostro DNA?
Assolutamente no, è una bufala che si può smentire aprendo un libro di biologia delle superiori. Nei primi vaccini si metteva il virus, vivo ma attenuato, cioè privato della sua capacità di infettare ma in grado ancora di stimolare il sistema immunitario a produrre anticorpi protettivi contro di esso. Il rischio che si correva con questi vaccini era quello di essere infettati da quel virus presente nel vaccino, nonostante fosse "zoppo". Nel corso degli anni si è cercato di evitare questo rischio mettendo nel vaccino solo pezzetti di virus, o il suo DNA. Il vaccino Pfizer-BioNTech da questo punto di vista è rivoluzionario: in esso non c'è il virus, né una parte di esso, ma una specie di libretto delle istruzioni (l'mRNA, appunto) per montare il virus. Questo libretto delle istruzioni viene iniettato dentro di noi e viene letto dalle nostre cellule, che montano una specie di modellino di virus: su questo modellino il nostro sistema immunitario si fa le ossa, produce gli anticorpi specifici e, se mai incontrerà il virus vero, sarà pronto ad attaccare prima che si diffonda a tutto il corpo. Così il rischio di essere infettati col vaccino è completamente inesistente, poiché, come già detto, nel vaccino non c'è il virus. Questo libretto delle istruzioni non entra mai in contatto con il nostro DNA, che è racchiuso nel nucleo delle nostre cellule, dove l'mRNA non ha necessità di entrare per costruire il modellino: in definitiva, il nostro DNA non viene neanche sfiorato.

Lo scetticismo diffuso che aleggia intorno al vaccino anti-Covid, anche tra gli stessi medici, è giustificato secondo lei?
Quando nel 1962 fu approvato il vaccino contro la poliomielite, una malattia infettiva che colpisce il sistema nervoso con tassi di letalità intorno al 20%, nessuno mise in dubbio la sua efficacia e sicurezza, nonostante i protocolli di ricerca all'epoca fossero meno rigidi e il vaccino fosse molto più "rudimentale": pensate che la prima dose fu somministrata a un bambino di otto anni, senza aver condotto una larga sperimentazione come quella che vi ho illustrato! Oggi sarebbe impensabile approvare un vaccino con quella "leggerezza", la medicina moderna era agli albori, ma le persone riponevano grande fiducia nella scienza, nonostante si basasse su scarse evidenze e non, come ora, su una mole enorme di dati e conoscenze biologiche dimostrate. In ogni caso il vaccino ebbe un successo strepitoso, nei dieci anni successivi all'uscita del vaccino l'incidenza di poliomielite si abbassò del 99%. Perché dunque oggi, nonostante la ricerca abbia basi solide, gli studi siano rigidissimi per tutelare la sicurezza dei pazienti e i dati siano accessibili gratuitamente a tutta la popolazione, la gente è scettica? Sicuramente chi non è "del mestiere" ha risentito della martellante presenza degli "esperti" in tv, che fin dall'inizio della pandemia, senza aver ancora dati certi per le mani, si sono lanciati in ipotesi indimostrabili, contraddicendosi e creando confusione, dando l'impressione che la scienza stessa brancoli nel buio basandosi solo sulle opinioni di chi grida più forte degli altri. In questo periodo i mezzi di comunicazione ci hanno incalzato chiedendo risposte, ma la scienza ha bisogno di tempo per dare risposte certe. Qualcuno ha dato queste risposte in anticipo, non rispettando i lunghi tempi della ricerca, magari solo per ritagliarsi i suoi quindici minuti di celebrità e generando scetticismo. A tutti gli scettici voglio dire che, mentre alcuni di noi erano in tv, altri erano chiusi nei laboratori giorno e notte per trovare una soluzione. E la soluzione finalmente è arrivata. I medici scettici, invece, non hanno scuse: hanno tutti i mezzi per capire la scienza, non saprei come giustificarli, se non con la pigrizia nello studio dei dati.

La variante del virus non mette in discussione l'efficacia del vaccino?
Cos'è, innanzitutto, una variante del virus? Partiamo da un presupposto: "i virus sono stupidi" diceva la mia professoressa di Microbiologia all'Università. Quando una nostra cellula si divide e ne nasce una nuova, la nuova dev'essere identica alla precedente; se nel processo di riproduzione della cellula si verifica un errore e la cellula nuova viene "difettosa", noi animali evoluti abbiamo dei meccanismi molecolari per cui ce ne accorgiamo e la distruggiamo, prima che questa dia origine ad altre cellule "difettose". I virus, invece, sono molto meno evoluti di noi; quando si riproducono commettono numerosi errori e una buona parte dei nuovi virus generati, a causa di questi errori, non sopravvive e muore. Ma alcuni virus "difettosi" in qualche modo riescono ad adattarsi all'ambiente e generano altri virus "difettosi", che diventano tantissimi e danno origine così a una variante. Il vaccino è studiato per generare anticorpi specifici contro il virus "originale", quindi potrebbe succedere che una variante possa sfuggire all'azione degli anticorpi che abbiamo generato grazie al vaccino. Ad oggi non sappiamo quante varianti di Sars-Cov2 esistano, poiché non tutti i pazienti positivi vengono sottoposti all'analisi del sottotipo di virus. La variante inglese, di cui si è molto parlato nelle ultime settimane, sembra comunque essere bersagliata dal vaccino che stiamo utilizzando: la questione è tuttavia ancora oggetto di studio. Diciamo però che, grazie alla tecnologia con cui è stato sintetizzato, il vaccino potrebbe essere modificato e reso attivo contro una variante diversa con alcune settimane di lavoro.

L'arrivo del vaccino rappresenta davvero un punto di svolta nella battaglia contro il Covid? Cosa direbbe a chi ha già deciso di non volersi vaccinare?
Il vaccino è la strada migliore che possiamo percorrere in questo momento: numerosi farmaci a nostra disposizione sono stati provati per sconfiggere l'infezione, con scarso successo. Altri farmaci sono in fase di studio, tuttavia sintetizzare un farmaco è molto più complesso che sintetizzare un vaccino e richiede tempi molto più lunghi. Non sappiamo ancora quando potremo togliere le mascherine, ma di certo, man mano che i soggetti vaccinati aumenteranno, il virus smetterà di circolare. Voglio ribadire che ogni individuo ha il diritto di chiedere spiegazioni prima di sottoporsi a qualsiasi atto medico e questo diritto è sacrosanto! Per questo ho cercato in modo sintetico di chiarire tutti i dubbi che sento esprimere ogni giorno dai miei pazienti e da chi mi circonda. Mi auguro che ogni medico si metta a disposizione dei propri pazienti e della propria comunità per eliminare le paure che emergeranno e che, se non adeguatamente ridimensionate, si diffonderanno a macchia d'olio compromettendo lo sforzo di tutti noi di ritornare alla vita di sempre. Mi auguro che rifiorisca la fiducia delle persone nella scienza e nei professionisti, piuttosto che nelle bufale diffuse per alimentare la diffidenza e creare falso sapere. Mi auguro che l'obbligo non sia necessario e che ogni cittadino avverta dentro di sé il senso di responsabilità necessario al bene comune. Mi auguro, infine, che ognuno di noi ripensi a quanto questo virus ci abbia tolto e a come basti una piccola puntura, sperimentata, sicura, efficace, per mettere fine a tutto questo. Buon vaccino a tutti!