Usura bancaria, dalla Procura di Trani tre nuove denunce
Ruggiero contesta anche il "concorso morale" alla Banca d'Italia
giovedì 19 giugno 2014
Fioccano altre tre denunce per l'ipotesi di usura bancaria. Sono state depositate nelle ultime ore alla Procura della Repubblica di Trani, che la settimana scorsa ha notificato l'avviso di conclusione delle indagini a sessantadue indagati di alto profilo tra Banca D'Italia, Dipartimento del Tesoro e sei banche: Unicredit, Unicredit Banca di Impresa, Unicredit Banca di Roma, Banca Popolare di Bari, Monte dei Paschi di Siena, Banca Nazionale del Lavoro. L'ipotesi di reato contestata dal sostituto procuratore della Repubblica di Trani Michele Ruggiero è usura reale: alla Banca d'Italia è contestato il concorso morale. Al momento le nuove denunce non avrebbero generato nuove iscrizioni nel registro degli indagati.
Possibile, però, che gli ultimi esposti, o qualcuno di essi, riguardino altri istituti di credito. In questo caso prenderebbe sempre più forma il sospetto che si sia dinanzi ad un fenomeno generalizzato che prescinderebbe, dunque, dal nome della banca. L'inchiesta del pubblico ministero Michele Ruggiero, che coordina le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, è partita da alcune denunce sporte da clienti ed imprenditori del nord barese (anche tranesi) sui tassi applicati ai finanziamenti concordati. La Banca d'Italia ed un capo direzione del Dipartimento del Tesoro, avrebbero violato la legge 108/'96 e l'articolo 644 del codice penale prescrivendo agli Istituti di calcolare, attraverso un apposito algoritmo, gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito accordato anziché a quello effettivamente erogato al cliente. Conseguentemente gli interessi applicati dalle Banche sarebbero risultati sempre entro i limiti del cosiddetto tasso soglia, essendo, invece, superiori e cioè usurari. I fatti contestati dalla prima tranche dell'inchiesta, sfociata nel provvedimento di chiusura inchiesta notificato la scorsa settimana, attiene contestazioni che vanno, a vario titolo, dal 2009 al 2011.
Possibile, però, che gli ultimi esposti, o qualcuno di essi, riguardino altri istituti di credito. In questo caso prenderebbe sempre più forma il sospetto che si sia dinanzi ad un fenomeno generalizzato che prescinderebbe, dunque, dal nome della banca. L'inchiesta del pubblico ministero Michele Ruggiero, che coordina le indagini del Nucleo di Polizia Tributaria di Bari, è partita da alcune denunce sporte da clienti ed imprenditori del nord barese (anche tranesi) sui tassi applicati ai finanziamenti concordati. La Banca d'Italia ed un capo direzione del Dipartimento del Tesoro, avrebbero violato la legge 108/'96 e l'articolo 644 del codice penale prescrivendo agli Istituti di calcolare, attraverso un apposito algoritmo, gli oneri dei finanziamenti concessi in rapporto al credito accordato anziché a quello effettivamente erogato al cliente. Conseguentemente gli interessi applicati dalle Banche sarebbero risultati sempre entro i limiti del cosiddetto tasso soglia, essendo, invece, superiori e cioè usurari. I fatti contestati dalla prima tranche dell'inchiesta, sfociata nel provvedimento di chiusura inchiesta notificato la scorsa settimana, attiene contestazioni che vanno, a vario titolo, dal 2009 al 2011.