Urbanistica regionale e legge sul piano-casa: confronto tra Federazione Architetti e Regione
Emersa l’esigenza di una inversione di tendenza nelle scelte politiche che devono vedere restituite una centralità alla programmazione urbanistica
sabato 4 marzo 2023
Una delegazione della Federazione Ordini degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Puglia (BAT. BR, FG, LE, TA) ha incontrato il Consigliere delegato per le materie "Paesaggio e Urbanistica, Pianificazione territoriale, Assetto del territorio" per la Regione, Avv. Stefano Lacatena.
Fanno sapere il Presidente arch. Maurizio Marinazzo ed il il Segretario arch. Andrea Roselli, della Federazione Ordini Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Puglia.
"La Federazione giudica molto proficuo l'incontro che segna il riavvio di un dialogo con la Regione che si era immotivatamente interrotto, al pari dei processi partecipativi, pure sanciti dalla legge regionale sulla partecipazione del 13 luglio 2017, n. 28, oltre che dalla legge regionale n. 20/2001 proprio in materia di "Norme generali di governo e uso del territorio". Nella riunione sono state diffusamente affrontate le problematiche urbanistiche regionali, a partire dalla legge sul piano-casa, a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale, depositata il 10 febbraio 2023.
Ci si è soffermati sui contenuti della sentenza della Consulta che, come le precedenti, ha stigmatizzato il continuo ricorso (che si protrae da oltre dieci anni) allo strumento delle proroghe e delle misure derogatorie, in particolare per le norme paesaggistiche, se pur non contestando in assoluto la misura in oggetto ma, appunto, censurando la circostanza che norme transitorie e straordinarie si siano tramutate di fatto in permanenti. Tutto ciò in contrasto e a danno di "uno sviluppo organico e programmato del nostro territorio, proprio della pianificazione urbanistica".
La Federazione ha rilevato come l'aumento esponenziale del numero di interventi assentibili in via derogatoria, con interventi edilizi di ampliamento volumetrico in deroga agli strumenti urbanistici, determini una trasformazione complessiva dei nostri territori urbani e agricoli in difformità rispetto a qualsivoglia pianificazione urbanistica e di tutela del paesaggio, oltre che in contrasto con l'obiettivo europeo per il contenimento dei consumi energetici e l'azzeramento del consumo di suolo (fissato al 2050).
Il Consigliere delegato ha sottolineato l'esigenza di una inversione di tendenza nelle scelte politiche che devono vedere restituite alla programmazione urbanistica la centralità che merita, attraverso le tematiche della rigenerazione e della qualità urbana, della sostenibilità ambientale e della inclusione sociale, sottraendola alle sole valutazioni di carattere numerico o strettamente edilizio.
Ha proposto un nuovo metodo di lavoro, che la Federazione ha condiviso, distinto in fasi rispettive di breve, medio e lungo periodo, secondo un approccio coerente e una visione strategica. Nell'immediato saranno forniti chiarimenti e indicazioni uniformi a tutti i comuni che stanno affrontando le ripercussioni negative sulle pratiche edilizie giacenti negli uffici e non concluse. La Federazione ha sottolineato come vada scongiurato l'ulteriore danno, determinato dal reiterarsi di norme in deroga e illegittime dal punto di vista costituzionale, per professionisti, imprese e committenze di fronte ad esiti procedimentali diversi rispetto ad analoghe tipologie di pratiche edilizie.
La Federazione, anche prefigurando interventi più complessivi attraverso una rete delle professioni tecniche, ha offerto la propria disponibilità per coordinare il lavoro di monitoraggio sullo stato dell'arte da parte di dirigenti e funzionari, nell'interesse comune.
Nel medio periodo il Consigliere delegato ha assicurato un intervento sulla legge regionale n. 20/2022, su cui pure pende il giudizio della Consulta, richiesto dal Governo, per rilievi ampiamente condivisi dagli ordini. Nel merito si è ritenuto che, premettendo la non riproposizione di misure straordinarie e derogatorie, gli interventi ammissibili (di adeguamento igienico-sanitario, funzionale e di efficientamento energetico) si limitino alle aree di completamento, accogliendo le riserve per ulteriori trasformazioni delle zone produttive e di quelle agricole.
Questo lavoro sarà riproposto, anche sulla base delle osservazioni presentate da ordini, associazioni di categorie ed associazioni culturali ed ambientaliste, per un giudizio preventivo nel rispetto di una riaffermata prassi di co-pianificazione.
Nel lungo periodo, infine, mantenendo fermo il riferimento (per il quale la Consulta ha sottolineato il rispetto delle prescrizioni e delle competenze specifiche) al PPTR ed alla tutela del paesaggio, si proporrà che si pervenga ad una nuova legge urbanistica, attraverso, anche in questo caso, un confronto permanente con le parti interessate.
La Federazione ha confermato di volere essere parte attiva in questi processi, offrendo i propri contributi all'interno di una programmazione urbanistica che ponga al centro delle proprie azioni la qualità degli interventi che, come prescritto dalla Consulta, non devono essere parcellizzati e "svincolati da una coerente e stabile cornice normativa di riferimento".
La riunione si è chiusa con questi forti impegni reciproci.
Fanno sapere il Presidente arch. Maurizio Marinazzo ed il il Segretario arch. Andrea Roselli, della Federazione Ordini Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori della Puglia.
"La Federazione giudica molto proficuo l'incontro che segna il riavvio di un dialogo con la Regione che si era immotivatamente interrotto, al pari dei processi partecipativi, pure sanciti dalla legge regionale sulla partecipazione del 13 luglio 2017, n. 28, oltre che dalla legge regionale n. 20/2001 proprio in materia di "Norme generali di governo e uso del territorio". Nella riunione sono state diffusamente affrontate le problematiche urbanistiche regionali, a partire dalla legge sul piano-casa, a seguito della pronuncia della Corte Costituzionale, depositata il 10 febbraio 2023.
Ci si è soffermati sui contenuti della sentenza della Consulta che, come le precedenti, ha stigmatizzato il continuo ricorso (che si protrae da oltre dieci anni) allo strumento delle proroghe e delle misure derogatorie, in particolare per le norme paesaggistiche, se pur non contestando in assoluto la misura in oggetto ma, appunto, censurando la circostanza che norme transitorie e straordinarie si siano tramutate di fatto in permanenti. Tutto ciò in contrasto e a danno di "uno sviluppo organico e programmato del nostro territorio, proprio della pianificazione urbanistica".
La Federazione ha rilevato come l'aumento esponenziale del numero di interventi assentibili in via derogatoria, con interventi edilizi di ampliamento volumetrico in deroga agli strumenti urbanistici, determini una trasformazione complessiva dei nostri territori urbani e agricoli in difformità rispetto a qualsivoglia pianificazione urbanistica e di tutela del paesaggio, oltre che in contrasto con l'obiettivo europeo per il contenimento dei consumi energetici e l'azzeramento del consumo di suolo (fissato al 2050).
Il Consigliere delegato ha sottolineato l'esigenza di una inversione di tendenza nelle scelte politiche che devono vedere restituite alla programmazione urbanistica la centralità che merita, attraverso le tematiche della rigenerazione e della qualità urbana, della sostenibilità ambientale e della inclusione sociale, sottraendola alle sole valutazioni di carattere numerico o strettamente edilizio.
Ha proposto un nuovo metodo di lavoro, che la Federazione ha condiviso, distinto in fasi rispettive di breve, medio e lungo periodo, secondo un approccio coerente e una visione strategica. Nell'immediato saranno forniti chiarimenti e indicazioni uniformi a tutti i comuni che stanno affrontando le ripercussioni negative sulle pratiche edilizie giacenti negli uffici e non concluse. La Federazione ha sottolineato come vada scongiurato l'ulteriore danno, determinato dal reiterarsi di norme in deroga e illegittime dal punto di vista costituzionale, per professionisti, imprese e committenze di fronte ad esiti procedimentali diversi rispetto ad analoghe tipologie di pratiche edilizie.
La Federazione, anche prefigurando interventi più complessivi attraverso una rete delle professioni tecniche, ha offerto la propria disponibilità per coordinare il lavoro di monitoraggio sullo stato dell'arte da parte di dirigenti e funzionari, nell'interesse comune.
Nel medio periodo il Consigliere delegato ha assicurato un intervento sulla legge regionale n. 20/2022, su cui pure pende il giudizio della Consulta, richiesto dal Governo, per rilievi ampiamente condivisi dagli ordini. Nel merito si è ritenuto che, premettendo la non riproposizione di misure straordinarie e derogatorie, gli interventi ammissibili (di adeguamento igienico-sanitario, funzionale e di efficientamento energetico) si limitino alle aree di completamento, accogliendo le riserve per ulteriori trasformazioni delle zone produttive e di quelle agricole.
Questo lavoro sarà riproposto, anche sulla base delle osservazioni presentate da ordini, associazioni di categorie ed associazioni culturali ed ambientaliste, per un giudizio preventivo nel rispetto di una riaffermata prassi di co-pianificazione.
Nel lungo periodo, infine, mantenendo fermo il riferimento (per il quale la Consulta ha sottolineato il rispetto delle prescrizioni e delle competenze specifiche) al PPTR ed alla tutela del paesaggio, si proporrà che si pervenga ad una nuova legge urbanistica, attraverso, anche in questo caso, un confronto permanente con le parti interessate.
La Federazione ha confermato di volere essere parte attiva in questi processi, offrendo i propri contributi all'interno di una programmazione urbanistica che ponga al centro delle proprie azioni la qualità degli interventi che, come prescritto dalla Consulta, non devono essere parcellizzati e "svincolati da una coerente e stabile cornice normativa di riferimento".
La riunione si è chiusa con questi forti impegni reciproci.