Una strada intitolata ai 145 medici morti per coronavirus

La proposta del presidente dell'Ordine dei medici Dino Delvecchio

sabato 25 aprile 2020
«Sento il dovere, interpretando certamente i sentimenti di dolore di tutte le colleghe e i colleghi iscritti all'Ordine che mi onoro di rappresentare, di proporre a tutti i sindaci delle città componenti la nostra provincia che sia dedicata una strada o una piazza alla memoria dei 145 medici che sono morti durante questa terribile pandemia (dato del 23 aprile ndr.)». Questa la proposta di Benedetto Delvecchio presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri della Provincia di Barletta Andria Trani.

«Purtroppo, ogni giorno, il numero dei medici che muoiono aumenta così come puntualmente aggiornato costantemente dalla Federazione nazionale Ordini dei medici chirurghi e odontoiatri - ha proseguito il presidente Delvecchio -. Per la nostra grande famiglia è uno strazio leggere queste pagine di dolore. Tutto questo ci offre ancor di più la cifra di una tragedia che continua a consumarsi inesorabilmente».
«Mi auguro che anche il nostro prefetto Maurizio Valiante al pari dei rappresentati politici di rango nazionale, regionale, provinciale e comunale vogliano caldeggiare questa proposta nei confronti dei loro primi cittadini al fine di rendere a perpetua memoria indelebile il ricordo di chi si è immolato per curare i pazienti - ha precisato Delvecchio -. È chiaro che la scelta sarà effettuata in libera autonomia dai desiderata della commissione toponomastica cittadina. In particolare al sindaco di Trani, Amedeo Bottaro, chiediamo che questo avvenga per la strada non ancora denominata che ospita il nostro Ordine».

La conclusione di Delvecchio: «A tal proposito, al fine di rendere maggiormente forte il senso del mio messaggio, vorrei ricordare le parole di Papa Francesco e del Capo dello Stato nel ricordare la strage dei medici. Il Santo Padre ha detto: "sono i santi della porta accanto" morti come "soldati al fronte"; il presidente Mattarella ha espresso gratitudine a tutti quei medici che "pagano con la loro vita"».