Una QUARANTEENA di racconti: Pagina 6: Il training del bonobo, di Agnese Pepe

Raccolta semiseria di storie di andriesi (e non) ai tempi del Coronavirus

venerdì 3 aprile 2020
A cura di Sara Suriano
11 marzo 2150
Nel luogo che gli andriesi in passato chiamavano Abbasc a Camaggj uno scartafaccio v'è stato ritrovato. Racconta d'un virus che s'abbattè nel 2020 e costrinse gli abitanti dello stivale alla quarantena.
Una QUARANTEENA di racconti – Raccolta semiseria di storie di andriesi ai tempi del Coronavirus è il titolo che gli abitanti della città federiciana diedero ai loro racconti di giornate in famiglia, col cane col gatto col criceto; racconti di tecniche culinarie per sopravvivere alla noia; ricette per efficacissime maschere antirughe fatte in casa; manuali di lavoro high-tech e nuove strategie per il Monopoly. E tanto altro. Una cosa avevano in comune tutte queste storie: un hashtag, un'ideologia, una speranza… #andriatuttobene

Pagina 6
Il training del bonobo

di Agnese Pepe

Sto continuando a fare il "training" anche in quarantena.
Riporto qui la definizione (perché bisogna dare una definizione a tutto altrimenti... chi sei? che fai? che vuoi? cosa vuoi ottenere? perché?): "Training autogeno: metodo di auto-psicoterapia, consistente nella concentrazione su immagini mentali mediante determinate formule verbali, sì che il soggetto giunge a uno stato che gli consente una perfetta distensione psicofisica".

Quindi consiste nel pensare a un bonobo in calore e provare a imitarne il verso per 20 minuti. Per riscaldare la voce, no? Sarà questo il mio lavoro un giorno. Anzi, per adesso, è questo il mio lavoro.
(Provateci voi a imitare il bonobo in calore per 20 minuti e vedete se la goccetta di sudore non spunta. Se non ci credete faccio una foto alla goccetta e posto).
Okay, sì, va bene. Dicevo, io sto facendo la quarantena con i miei che da più di 5 anni non hanno l'onore di tenermi in casa per un mese di fila.

E io sono qui. A fare il bonobo in calore con serietà e concentrazione ogni mattina. Con di-sci-pli-na. Perché il teatro è così: fare con assoluta perizia e serietà qualsiasi cosa. Qualsiasi.
E i miei passano e si affacciano. Zitti. Non hanno detto una parola sino ad adesso.
Strano.

Io figlia laureata fuori corso in Lettere che ogni mattina imita il verso del bonobo. Chissà come si sentono, mamma mia. Hanno sbagliato tutto.
Ma io continuo con la mia disciplina, continuo ad abbaiare cose senza senso al soffitto. Testarda. Imperterrita.

Ieri finalmente il primo commento indiretto. Io saltellavo qui e lì in salotto e la mamma era al telefono con la nonna in cucina:
"Niente mà. Salvatore sta raccogliendo le rape, Cesare sta studia ca tene n'esame difficile. Tocca se da na mossa.
L'Agnese...eh, l'Agnese...l'Agnese che fa... l'Agnese se dedica al corpo e alla mente..."

Ulteriori informazioni sulla vita sessuale dei bonobo nel video che segue. Buona visione.

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