Una QUARANTEENA di racconti. Pagina 3: Desperate housewife

Raccolta semiseria di storie di andriesi ai tempi del Coronavirus

lunedì 16 marzo 2020 09.00
11 marzo 2150
Nel luogo che gli andriesi in passato chiamavano Abbasc a Camaggj uno scartafaccio v'è stato ritrovato. Racconta d'un virus che s'abbattè nel 2020 e costrinse gli abitanti dello stivale alla quarantena.
Una QUARANTEENA di racconti – Raccolta semiseria di storie di andriesi ai tempi del Coronavirus è il titolo che gli abitanti della città federiciana diedero ai loro racconti di giornate in famiglia, col cane col gatto col criceto; racconti di tecniche culinarie per sopravvivere alla noia; ricette per efficacissime maschere antirughe fatte in casa; manuali di lavoro high-tech e nuove strategie per il Monopoly. E tanto altro. Una cosa avevano in comune tutte queste storie: un hashtag, un'ideologia, una speranza… #andriatuttobene

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Vita di una desperate houseWife-houseTeacher-houseMother
di Angela Miracapillo

Interno giorno ore 7,45 – A.C. (ante-corona)
Mi guardo compiaciuta allo specchio, trenta secondi netti per truccarmi e mettere due gocce del mio profumo preferito, mentre richiamo i miei figli affinché sistemino la merenda nello zaino e si allaccino i grembiuli, esco di casa in perfetto ordine.
Esterno giorno ore 8,00
Io lascio i miei figli davanti al portone aperto della loro scuola, velocemente raggiungo la mia scuola, mi attivo in modalità maestra, accarezzo, consolo, spiego, mi sporco di gesso, discuto con le colleghe sul lavoro da fare. Insomma ordinaria giornata lavorativa.
Esterno giorno ore 13,30
Recupero i miei figli all'uscita da scuola, nel breve tragitto che ci separa da casa chiedi come è andata la loro giornata. Vita normale.
Interno pomeriggio ore 17,00
Io seduta al computer studio, verifico, ritaglio copio e incollo schede, preparo le attività da fare per il giorno dopo, nel frattempo aiuto i miei figli nello svolgimento dei compiti, ognuno nella sua stanza. Vita normale.
Interno sera
Preparazione della cena, scambio della buonanotte con i figli. Chiacchierata con il marito che è tornato a casa dopo una estenuante giornata lavorativa. Insomma vita normale.
E ADESSO?
Interno casa - P.C. (post-corona)
Ore 9,00
mi guardo allo specchio, non un filo di trucco (mamma mia! Quante rughe!), mi guardo intorno, letti disfatti (è inutile rifarli, tanto dopo due secondi i figli ci vanno sopra per giocare, leggere o rilassarsi)
Ore 9,30
la mia tecnologia? Sequestrata! L'unico bene che scarseggia in questa casa sono i supporti digitali: il piccolo su smartphone in chat con la sua maestra che gli spiega le frazioni, il grande sul mio computer in chat con la sua maestra che nel frattempo sta spiegando alla classe le moltiplicazioni con la virgola. E io? Fremo ho bisogno della mia tecnologia! Devo connettermi anche io con i miei alunni!
Ore 11,00
Finalmente libera di usare la mia tecnologia, contatto i miei alunni che mi rassicurano che non hanno avuto difficoltà, spiego, inoltro fotocopie. Nel frattempo inizio a preparare il pranzo.
Passo davanti allo specchio… Mamma mia! Sono in tuta da stamattina!
Interno casa pomeriggio
Preparazione dei compiti per il giorno dopo. Chiacchiere con i figli? Praticamente zero, siamo stati tutti e tre a stretto contatto di gomito tutto il giorno.
Io difronte allo specchio… Che ricrescita! Devo andare… da nessuna parte.
Al tempo del coronavirus ho preso una decisione forte: starò lontana dal mio specchio per almeno tre metri. Lui sì che è pericoloso.

Favole al pc, ai miei alunni...





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