Una QUARANTEENA di racconti. Pagina 1: Maria Chiara
Raccolta semiseria di storie di andriesi ai tempi del Coronavirus
mercoledì 11 marzo 2020
10.13
11 marzo 2150
Nel luogo che gli andriesi in passato chiamavano Abbasc a Camaggj uno scartafaccio v'è stato ritrovato. Racconta d'un virus che s'abbattè nel 2020 e costrinse gli abitanti dello stivale alla quarantena.
Una QUARANTEENA di racconti – Raccolta semiseria di storie di andriesi ai tempi del Coronavirus è il titolo che gli abitanti della città federiciana diedero ai loro racconti di giornate in famiglia, col cane col gatto col criceto; racconti di tecniche culinarie per sopravvivere alla noia; ricette per efficacissime maschere antirughe fatte in casa; manuali di lavoro high-tech e nuove strategie per il Monopoly. E tanto altro. Una cosa avevano in comune tutte queste storie: un hashtag, un'ideologia, una speranza… #andriatuttobene
Pagina 1
Guida intergalattica per reclusioni costruttive
di Maria Chiara Pomarico
Milano, milanissima che scoppia di eventi, apertivi, cene, apericene, cene evento. Lo sapevate che un pezzo del Duomo è coperto da una finta impalcatura, che in realtà viene utilizzata per la pubblicità? Insomma, questa è la Milano che in questo momento ci siamo lasciati alle spalle. Con più o meno gioia.
Alla fine, Milano si è fermata. Però anche in isolamento, si continua a lavorare. Io, col mio contratto da dipendente, ho passato tutte le mie giornate prima del virus su e giù per l'ufficio, oppure con lo zainetto in spalla verso i clienti sparsi per Milano e provincia. Da tre settimane, invece, sto sperimentando il lavoro da casa, quello che i miei amici freelance (o partite Iva, qualcuno pensi alle partite Iva!) conoscono bene. Per questo, ho cercato di seguire i loro consigli: dividere le aree della casa, darsi obiettivi giornalieri, cercare di non restare in pigiama. Ecco, il mio primo giorno di cataclisma l'ho esattamente passato in pigiama, sdraiata sul divano col computer poggiato sulla pancia. Ci ho messo appena 6 ore per finire un lavoro che normalmente faccio in un'ora e mezza. Per questo, dal giorno 2 di reclusione ho provato a darmi un contegno. Ora sono al 1.212.571esimo posto della classifica italiana di Quiz Duello e ho iniziato a lavorare a maglia una piccola sciarpa Frankenstein, ma sto cercando anche di fare cose costruttive.
Vuoi scrivere con noi "Una QUARANTEENA di racconti"? Invia il tuo racconto semiserio con foto o video a redazione@andriaviva.it
Nel luogo che gli andriesi in passato chiamavano Abbasc a Camaggj uno scartafaccio v'è stato ritrovato. Racconta d'un virus che s'abbattè nel 2020 e costrinse gli abitanti dello stivale alla quarantena.
Una QUARANTEENA di racconti – Raccolta semiseria di storie di andriesi ai tempi del Coronavirus è il titolo che gli abitanti della città federiciana diedero ai loro racconti di giornate in famiglia, col cane col gatto col criceto; racconti di tecniche culinarie per sopravvivere alla noia; ricette per efficacissime maschere antirughe fatte in casa; manuali di lavoro high-tech e nuove strategie per il Monopoly. E tanto altro. Una cosa avevano in comune tutte queste storie: un hashtag, un'ideologia, una speranza… #andriatuttobene
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Guida intergalattica per reclusioni costruttive
di Maria Chiara Pomarico
Milano, milanissima che scoppia di eventi, apertivi, cene, apericene, cene evento. Lo sapevate che un pezzo del Duomo è coperto da una finta impalcatura, che in realtà viene utilizzata per la pubblicità? Insomma, questa è la Milano che in questo momento ci siamo lasciati alle spalle. Con più o meno gioia.
Alla fine, Milano si è fermata. Però anche in isolamento, si continua a lavorare. Io, col mio contratto da dipendente, ho passato tutte le mie giornate prima del virus su e giù per l'ufficio, oppure con lo zainetto in spalla verso i clienti sparsi per Milano e provincia. Da tre settimane, invece, sto sperimentando il lavoro da casa, quello che i miei amici freelance (o partite Iva, qualcuno pensi alle partite Iva!) conoscono bene. Per questo, ho cercato di seguire i loro consigli: dividere le aree della casa, darsi obiettivi giornalieri, cercare di non restare in pigiama. Ecco, il mio primo giorno di cataclisma l'ho esattamente passato in pigiama, sdraiata sul divano col computer poggiato sulla pancia. Ci ho messo appena 6 ore per finire un lavoro che normalmente faccio in un'ora e mezza. Per questo, dal giorno 2 di reclusione ho provato a darmi un contegno. Ora sono al 1.212.571esimo posto della classifica italiana di Quiz Duello e ho iniziato a lavorare a maglia una piccola sciarpa Frankenstein, ma sto cercando anche di fare cose costruttive.
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