Una carovana per i diritti, Josè Medina: «Corruzione crea povertà»

Tappa andriese nel percorso pugliese, Pelagio: «Cgil nel DNA i diritti»

domenica 30 novembre 2014 12.01
A cura di Stefano Massaro
La carovana per i diritti dei migranti ospite venerdì scorso nella Città di Andria dopo il passaggio nel capoluogo barese, a testimonianza di dignità e giustizia nei confronti dei popoli che migrano e vivono lontani dalle proprie famiglie. E' questo il senso dell'evento svoltosi nella Camera del Lavoro della Città di Andria in cui, movimento ed associazioni che percorrono l'Italia in solidarietà con la Caravana de Madres Centroamericanas buscando a sus migrantes desaparecidos, hanno rilanciato il forte messaggio di vicinanza ai migranti: «La carovana è un movimento di persone, 234milioni di persone, che vivono lontano dalle loro famiglie - ha detto Josè Jaques Medina, Coordinatore del Movimento Migrante Mesoamericano - i diritti umani sono troppo spesso violati e i migranti vogliono poter competere semplicemente ed ad armi pari con gli altri lavoratori». Quello che si contesta e che rende complessa l'integrazione dei popoli è spesso la burocrazia: «In primis vi è la mancanza dei documenti - ha detto ancora Medina - poi la mancanza di tutti i diritti sociali, tra cui la salute, l'educazione ed il diritto di esseri umani. Il vero problema è che non esistono i paesi poveri, ma sono i governi corrotti che creano la povertà». L'organizzazione internazionale è una silenziosa marcia dei familiari dei desaparecidos che per il decimo anno in questa annata attraverserà il Centro America in cerca dei parenti scomparsi: «Anche in Italia ci si sta muovendo - ha concluso Medina - ci stiamo accorgendo che il movimento operaio si sta preparando per fare tante richieste importanti al Governo».

La carovana è già passata per Lampedusa, Rosarno e Palazzo San Gervasio ma nella tappa di Andria sono stati visitati alcuni tra i ghetti creati dai migranti nel passaggio in queste terre per il lavoro stagionale: «Noi siamo l'organizzazione che ha a cuore nel suo DNA la questione dei diritti - ha detto Felice Pelagio, Segretario generale della Flai Cgil Bat - siamo quelli che hanno scoperto i circa 200 lavoratori ad Andria un ghetto e nell'incontro e nella discussione con questi lavoratori ci hanno richiesto che ci sia la presenza forte del sindacato e che porti avanti alcune istanze essenziali per loro. Si parte da un regolare permesso, per arrivare alla possibilità di essere aiutato tanto quanto i lavoratori autoctoni. Da parte nostra vi è un giudizio fortemente negativo sui diritti puntualmente negati in particolare ai migranti».