Un opificio trasformato in caseificio abusivo e garage
La scoperta ad opera dei finanzieri della Tenenza di Andria. Sequestrati 300 litri di latte e prodotti caseari finiti: s'indaga sui ricavi
venerdì 23 agosto 2013
13.47
Un opificio al primo piano di un palazzo situato nella Città di Andria trasformato in caseificio senza nessun tipo di autorizzazione per svolgere tale attività. Il locale, che fungeva anche da garage, è stato ispezionato stamane dai finanzieri della Tenenza di Andria assieme ai tecnici del servizio veterinario e di igiene degli alimenti di origine animale della ASL.
All'interno della struttura suddivisa in due aree con una tenda, sono stati rinvenuti 300 litri di latte ed una ragguardevole quantità di prodotti finiti e semilavorati pronti alla vendita. In particolare in una zona del locale vi era la produzione e la trasformazione del latte con una cella frigorifera, un banco di lavorazione, bilance, espositori e contenitori vari, e nella seconda area, invece, la vera e propria vendita al pubblico. L'attività commerciale era completamente sconosciuta al fisco ed è emersa l'assenza di qualsivoglia autorizzazione amministrativa e sanitaria nonché l'inadeguatezza strutturale del locale stesso.
Per tutti questi motivi, i prodotti lavorati, semilavorati ed il latte sono stati sottoposti a fermo sanitario mentre, l'intera struttura comprensiva di attrezzature ed utensili, è stata sottoposta a sequestro penale per evitare la reiterazione del reato con l'accusa di frode nell'esercizio del commercio e mancata disciplina della produzione e della vendita delle sostanze alimentari. I finanzieri stanno anche approfondendo i ricavi ottenuti dall'illecita attività con la quantificazione delle imposte non versate allo Stato. Il titolare del caseificio, infatti, operava a "nero" non avendo richiesto l'attribuzione della partita IVA e non possedendo nessun misuratore fiscale.
All'interno della struttura suddivisa in due aree con una tenda, sono stati rinvenuti 300 litri di latte ed una ragguardevole quantità di prodotti finiti e semilavorati pronti alla vendita. In particolare in una zona del locale vi era la produzione e la trasformazione del latte con una cella frigorifera, un banco di lavorazione, bilance, espositori e contenitori vari, e nella seconda area, invece, la vera e propria vendita al pubblico. L'attività commerciale era completamente sconosciuta al fisco ed è emersa l'assenza di qualsivoglia autorizzazione amministrativa e sanitaria nonché l'inadeguatezza strutturale del locale stesso.
Per tutti questi motivi, i prodotti lavorati, semilavorati ed il latte sono stati sottoposti a fermo sanitario mentre, l'intera struttura comprensiva di attrezzature ed utensili, è stata sottoposta a sequestro penale per evitare la reiterazione del reato con l'accusa di frode nell'esercizio del commercio e mancata disciplina della produzione e della vendita delle sostanze alimentari. I finanzieri stanno anche approfondendo i ricavi ottenuti dall'illecita attività con la quantificazione delle imposte non versate allo Stato. Il titolare del caseificio, infatti, operava a "nero" non avendo richiesto l'attribuzione della partita IVA e non possedendo nessun misuratore fiscale.