Un anno di guerra in Ucraina
Riflessione di Gennaro 'Gino' Piccolo, referente del centro Igino Giordani di Andria
mercoledì 22 febbraio 2023
Così, siamo al primo anno di guerra in Ucraina. Che dolore, che grande dolore assistere ancora inermi allo scempio di vite umane, di figli allevati con tanto amore e sacrifici per poi vederli maturati per quella terribile operazione in cui dovrebbero uccidere gente a loro sconosciuta, e, a loro volta, farsi uccidere da gente alla quale non avrebbero fatto alcun male. Basta questo pensiero, di chi la guerra l'ha vissuta, per rendersi conto della stupidità, dell'assurdità, e soprattutto del peccato della guerra.
Un anno che sembra un'eternità! Ancora una volta, in ogni dove, si leva un ininterrotto grido: Pace! Pace! Ed è proprio questo grido – che pure sembra inerme – il solo che, se ascoltato, può portare ad aprire la strada alla convinzione che si può sostituire all'ostilità il dialogo, ai cannoni le trattative. Tutti però, dobbiamo sentirci impegnati a impedire che lo scempio della guerra continui in quanto offende Dio e offende l'uomo, i due oggetti dell'amore. Pace! Pace! No alla guerra che rappresenta la sciagura più grande dell'umanità.
Oggi, a un anno dall'inizio di questa guerra, impossibile non ricordare che appena il secolo scorso, ad essere aggredita - da parte del regime sovietico - fu la fede degli ucraini: aggressione perpetrata con persecuzioni inenarrabili e che oggi – per altri motivi – si sta rinnovando tra popoli fratelli, per paura e sfiducia gli uni degli altri. In verità, se potessi, mi inginocchierei fra i due contendenti per dire di fermare la guerra e ricercare la pace ricordando loro quel motto dei Papi: "La peggiore pace vale più d'ogni migliore guerra. Tutto si può salvare con la pace, tutto è perduto con la guerra".
Se potessi, direi loro: "E' con la forza della ragione, non con quella delle armi che la pace si fa strada". Coraggio e umiltà chiederei altresì agli "Organismi Internazionali" nell'intensificare l'azione diplomatica, formulando concrete proposte di pace, scongiurando l'estensione della guerra sì che l'umanità ancor di più si disumanizzi e agonizzi irrimediabilmente. Preghiere – un diluvio di preghiere – chiederei a cristiani e non cristiani perché cessi il terrore della guerra e si torni a vivere nella Pace.
Un anno che sembra un'eternità! Ancora una volta, in ogni dove, si leva un ininterrotto grido: Pace! Pace! Ed è proprio questo grido – che pure sembra inerme – il solo che, se ascoltato, può portare ad aprire la strada alla convinzione che si può sostituire all'ostilità il dialogo, ai cannoni le trattative. Tutti però, dobbiamo sentirci impegnati a impedire che lo scempio della guerra continui in quanto offende Dio e offende l'uomo, i due oggetti dell'amore. Pace! Pace! No alla guerra che rappresenta la sciagura più grande dell'umanità.
Oggi, a un anno dall'inizio di questa guerra, impossibile non ricordare che appena il secolo scorso, ad essere aggredita - da parte del regime sovietico - fu la fede degli ucraini: aggressione perpetrata con persecuzioni inenarrabili e che oggi – per altri motivi – si sta rinnovando tra popoli fratelli, per paura e sfiducia gli uni degli altri. In verità, se potessi, mi inginocchierei fra i due contendenti per dire di fermare la guerra e ricercare la pace ricordando loro quel motto dei Papi: "La peggiore pace vale più d'ogni migliore guerra. Tutto si può salvare con la pace, tutto è perduto con la guerra".
Se potessi, direi loro: "E' con la forza della ragione, non con quella delle armi che la pace si fa strada". Coraggio e umiltà chiederei altresì agli "Organismi Internazionali" nell'intensificare l'azione diplomatica, formulando concrete proposte di pace, scongiurando l'estensione della guerra sì che l'umanità ancor di più si disumanizzi e agonizzi irrimediabilmente. Preghiere – un diluvio di preghiere – chiederei a cristiani e non cristiani perché cessi il terrore della guerra e si torni a vivere nella Pace.