Ucciso a 50 anni per difendere l'amica dal suo aggressore

È successo a Canosa di Puglia. La vittima è spirata nella notte

martedì 30 novembre 2021 13.12
È morto nella notte Damiano Bologna, l'uomo di 50anni picchiato due settimane fa a Canosa di Puglia per aver difeso una sua amica. Era ricoverato all'ospedale Bonomo di Andria dove è spirato.

Era stato soccorso a terra con il volto tumefatto, sanguinante e privo di sensi nei pressi di uno dei luoghi della movida canosina, il Carpe Diem Cafè, attorno all'una e mezza di notte.

A dare l'allarme erano state le diverse persone che si erano imbattute in quella brutta scena. Sul selciato diverse macchie di sangue, alcune anche piuttosto estese. E poi quell'uomo, cinquantenne, disteso.

Gli agenti delle Volanti hanno allertato immediatamente il 118 che ha trasportato il malcapitato ad Andria, ricoverato in prognosi riservata presso il reparto di terapia intensiva.

Partendo dalla segnalazione effettuata nell'immediatezza alla Volante intervenuta, ossia che l'aggressore si sarebbe allontanato a bordo di una Jeep di colore bianco, i poliziotti avviarono le indagini, rese difficoltose dalla generale riottosità alla collaborazione e dall'impossibilità di ascoltare la versione della vittima. Dopo un sopralluogo, furono acquisiti i filmati di impianti di videosorveglianza, dando ulteriori riscontri a quanto appreso dall'escussione di alcune persone presenti sul posto, dalle cui dichiarazioni si riuscì a ricostruire univocamente l'evento e, soprattutto, l'identità dell'aggressore.

I poliziotti ricostruirono il movente dell'aggressione, scaturita dal tentativo della vittima di difendere una sua amica dalle persecuzioni dell'aggressore. Quest'ultimo, avendola notata in compagnia di un uomo, l'aveva nuovamente infastidita ed umiliata.

È stato identificato l'aggressore, intestatario di una Jeep Renegade di colore bianco il quale, all'atto del litigio iniziale, si era rivolto al malcapitato minacciandolo ripetutamente. L'attività investigativa è stata coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani che, con immediata sollecitudine, ha richiesto l'emissione di un'ordinanza di custodia cautelare in carcere contestando sia la condotta persecutoria che le lesioni gravi. Ottenuta dal Gip di Trani l'ordinanza cautelare l'indagato è stato tratto in arresto ed associato al carcere di Trani.

Ora però dovrà rispondere di omicidio.