Truffe telefoniche: cala la fiducia degli utenti nei confronti dei call center
“Finti operatori tramite false promozioni, rubano dati personali ai clienti” dichiara Francesco Quacquarelli
martedì 10 dicembre 2019
5.18
Negli ultimi anni i call center, con le loro vendite online e promozioni varie, ne hanno inventate di tutti i colori pur di attirare l'attenzione degli utenti e convincerli ad acquistare ciò che vendono, causando, inevitabilmente, un numero sempre più cospicuo di consumatori divenuti, in alcuni casi vittime in particolar modo di truffe telefoniche.
A confermarlo sono le decine di segnalazioni arrivate a Francesco Quacquarelli, gestore ad Andria di due punti vendita di telefonia mobile, di persone che hanno ricevuto telefonate da parte di finti operatori di call center, i quali paventando aumenti tariffari da parte dei propri gestori (in alcuni casi anche sapendo a quale gestore fossero aderenti), li convincevano a passare ad un nuovo gestore di telefonia insieme alla possibilità di ricevere offerte più vantaggiose.
"Ho incrociato più volte persone che mi hanno chiesto se le chiamate di promozione ricevute dai call center fossero vero oppure no; purtroppo spesso si rivelano delle vere e proprie truffe telefoniche - spiega Francesco Quacquarelli, storico e conosciuto rappresentante di compagnie telefoniche -. "Proprio qualche giorno fa un utente Tim ha ricevuto la chiamata da parte di un call center che si spacciava per il suo stesso operatore telefonico, dicendogli che da gennaio la sua tariffa sarebbe stata aumentata di 10 euro. Il giorno dopo chiama un'altra compagnia, concorrente di Tim, proponendo un' offerta con le stesse caratteristiche dell'altra compagnia, ovvero fisso e mobile insieme ma ad un prezzo decisamente più conveniente. A questo punto, il malcapitato decide di passare all'altra compagnia e chiede se ci sono penali da pagare e il finto operatore gli risponde di no. In realtà non si può disdire il contratto senza pagare le penali!
Per fortuna poi l'utente, avendo sospettato qualcosa, si è rivolto a noi. Abbiamo contattato la Tim per comprendere a fondo tale situazione e da lì abbiamo capito che aveva delle penali sostanziose da saldare. Insomma, la volontà di queste persone non era quella di convincerlo a passare ad un altro operatore e prendersi poi il gettone di attivazione ma quello di prendersi i dati sensibili del cliente, poiché gli avrebbe trasmesso il codice iban, il codice fiscale, documento e il numero di telefono per poi clonare tutti questi dati. L'invio di proposte commerciali, dovrebbero avvenire con mail o posta certificata, con tanto di spiegazioni in modo tale che chiunque, leggendo accuratamente, possa interpretare ciò che è scritto mentre tramite telefonata l'utente deve in tempi stretti, decidere senza guardare negli occhi il venditore.
Purtroppo il fenomeno delle truffe telefoniche negli ultimi anni è aumentato - prosegue Francesco Quacquarelli- ed ecco perché molti utenti non si fidano più dei call center. Manca una legge che annulli il contratto, qualora il cliente si dovesse accorgere tardi che si tratta di un falso. Si può denunciare per disconoscimento e può essere preso in considerazione solo quando non c'è la firma del cliente e solo in questo caso si può retrocedere nei tempi prestabiliti".
A tal proposito ci sono state delle segnalazioni ad Andria, a Polizia di Stato e Carabinieri ma, al momento nessuna formale denuncia è stata effettivamente sporta.
Per quanto riguarda, invece, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, questo genere di truffe sono ciclicamente presenti nel panorama criminale web e telefonico. Infatti, andando sul sito www.commissariatodips.it, è possibile accorgersi come periodicamente giungono numerose segnalazioni da parte degli utenti. Da un monitoraggio, infatti emergono numerose tipologie di truffe, come da ultimo, ad esempio, quello di una compagnia telefonica che tramite #WhatsApp, avverte che un proprio fantomatico "reparto Tecnico", con la scusa della certificazione del buon funzionamento della linea telefonica o della possibilità di aumento della tariffa del piano telefonico, richiedeva con varie scuse, copia dei documenti di riconoscimento e, in alcuni casi, anche del passaporto e del codice fiscale.
A tal riguardo la Polizia Postale e delle Comunicazioni, di cui è Primo Dirigente per la nostra regione, l'andriese dr.ssa Ida Tammaccaro, tiene a ricordare come gli operatori telefonici non richiedono mai copie di documenti per interventi di assistenza né tantomeno utilizzano il servizio "whatsapp" per comunicare con la propria clientela. In alcuni casi invece i truffatori informano gli utenti di inesistenti rincari della loro tariffa telefonica invitando gli stessi a passare ad altro operatore telefonico. Nel dubbio quindi è opportuno sincerarsi attraverso il call center dedicato all'assistenza del proprio gestore o molto meglio direttamente tramite i negozi presenti in città, informandoli di quanto sta accadendo e, nel caso invitare gli stessi gestori telefonici a presentare denuncia all'Autorità giudiziaria.
La speranza è che quindi non solo si faccia sempre più attenzione a NON rilasciare mai i propri dati sensibili a coloro che telefonicamente ci invitano ad aderire a promozioni imperdibili (come generalità, posta elettronica, o peggio ancora l'IBAN, etc.), ma una volta scoperto quanto sta accadendo, non solo comunicare al proprio gestore tale situazione ma presentare apposita segnalazione/denuncia proprio alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, salvando così non solo se stessi, ma altri utenti da questi ignobili raggiri, soprattutto quando sono perpetrati ai danni di anziani.
A confermarlo sono le decine di segnalazioni arrivate a Francesco Quacquarelli, gestore ad Andria di due punti vendita di telefonia mobile, di persone che hanno ricevuto telefonate da parte di finti operatori di call center, i quali paventando aumenti tariffari da parte dei propri gestori (in alcuni casi anche sapendo a quale gestore fossero aderenti), li convincevano a passare ad un nuovo gestore di telefonia insieme alla possibilità di ricevere offerte più vantaggiose.
"Ho incrociato più volte persone che mi hanno chiesto se le chiamate di promozione ricevute dai call center fossero vero oppure no; purtroppo spesso si rivelano delle vere e proprie truffe telefoniche - spiega Francesco Quacquarelli, storico e conosciuto rappresentante di compagnie telefoniche -. "Proprio qualche giorno fa un utente Tim ha ricevuto la chiamata da parte di un call center che si spacciava per il suo stesso operatore telefonico, dicendogli che da gennaio la sua tariffa sarebbe stata aumentata di 10 euro. Il giorno dopo chiama un'altra compagnia, concorrente di Tim, proponendo un' offerta con le stesse caratteristiche dell'altra compagnia, ovvero fisso e mobile insieme ma ad un prezzo decisamente più conveniente. A questo punto, il malcapitato decide di passare all'altra compagnia e chiede se ci sono penali da pagare e il finto operatore gli risponde di no. In realtà non si può disdire il contratto senza pagare le penali!
Per fortuna poi l'utente, avendo sospettato qualcosa, si è rivolto a noi. Abbiamo contattato la Tim per comprendere a fondo tale situazione e da lì abbiamo capito che aveva delle penali sostanziose da saldare. Insomma, la volontà di queste persone non era quella di convincerlo a passare ad un altro operatore e prendersi poi il gettone di attivazione ma quello di prendersi i dati sensibili del cliente, poiché gli avrebbe trasmesso il codice iban, il codice fiscale, documento e il numero di telefono per poi clonare tutti questi dati. L'invio di proposte commerciali, dovrebbero avvenire con mail o posta certificata, con tanto di spiegazioni in modo tale che chiunque, leggendo accuratamente, possa interpretare ciò che è scritto mentre tramite telefonata l'utente deve in tempi stretti, decidere senza guardare negli occhi il venditore.
Purtroppo il fenomeno delle truffe telefoniche negli ultimi anni è aumentato - prosegue Francesco Quacquarelli- ed ecco perché molti utenti non si fidano più dei call center. Manca una legge che annulli il contratto, qualora il cliente si dovesse accorgere tardi che si tratta di un falso. Si può denunciare per disconoscimento e può essere preso in considerazione solo quando non c'è la firma del cliente e solo in questo caso si può retrocedere nei tempi prestabiliti".
A tal proposito ci sono state delle segnalazioni ad Andria, a Polizia di Stato e Carabinieri ma, al momento nessuna formale denuncia è stata effettivamente sporta.
Per quanto riguarda, invece, la Polizia Postale e delle Comunicazioni, questo genere di truffe sono ciclicamente presenti nel panorama criminale web e telefonico. Infatti, andando sul sito www.commissariatodips.it, è possibile accorgersi come periodicamente giungono numerose segnalazioni da parte degli utenti. Da un monitoraggio, infatti emergono numerose tipologie di truffe, come da ultimo, ad esempio, quello di una compagnia telefonica che tramite #WhatsApp, avverte che un proprio fantomatico "reparto Tecnico", con la scusa della certificazione del buon funzionamento della linea telefonica o della possibilità di aumento della tariffa del piano telefonico, richiedeva con varie scuse, copia dei documenti di riconoscimento e, in alcuni casi, anche del passaporto e del codice fiscale.
A tal riguardo la Polizia Postale e delle Comunicazioni, di cui è Primo Dirigente per la nostra regione, l'andriese dr.ssa Ida Tammaccaro, tiene a ricordare come gli operatori telefonici non richiedono mai copie di documenti per interventi di assistenza né tantomeno utilizzano il servizio "whatsapp" per comunicare con la propria clientela. In alcuni casi invece i truffatori informano gli utenti di inesistenti rincari della loro tariffa telefonica invitando gli stessi a passare ad altro operatore telefonico. Nel dubbio quindi è opportuno sincerarsi attraverso il call center dedicato all'assistenza del proprio gestore o molto meglio direttamente tramite i negozi presenti in città, informandoli di quanto sta accadendo e, nel caso invitare gli stessi gestori telefonici a presentare denuncia all'Autorità giudiziaria.
La speranza è che quindi non solo si faccia sempre più attenzione a NON rilasciare mai i propri dati sensibili a coloro che telefonicamente ci invitano ad aderire a promozioni imperdibili (come generalità, posta elettronica, o peggio ancora l'IBAN, etc.), ma una volta scoperto quanto sta accadendo, non solo comunicare al proprio gestore tale situazione ma presentare apposita segnalazione/denuncia proprio alla Polizia Postale e delle Comunicazioni, salvando così non solo se stessi, ma altri utenti da questi ignobili raggiri, soprattutto quando sono perpetrati ai danni di anziani.