Trasferimento uffici provinciali, Caldarone: «Provincia Bat, così non va. E non serve»
«Chiediamo che il tentativo di svuotare la provincia policentrica sia stoppato», scrive l'ex sindaco di Andria
giovedì 19 dicembre 2019
11.54
«Sono tra quelli che, anche come sindaco di Andria, ha preso l'iniziativa dì fondare una nuova provincia policentrica nel nostro territorio. Ma non è questa la provincia per cui ci eravamo battuti. Poteva essere Provincia policentrica, diffusa nel territorio, senza burocrazia ma dotata delle agenzie di sviluppo, per governare l'unione delle nostre città e rappresentare gli interessi della nostra comunità verso le altre istituzioni o gli investitori. Invece adesso abbiamo un Ente svuotato, disperso, in cui sopravvivono solo burocrazia e mera competizione di potere, che sta diventando ostile alle popolazioni invece che un alleato e un supporto». Lo dichiara in una nota l'ex primo Cittadino di Andria, avv. Vincenzo Caldarone, a proposito del trasferimento degli uffici provinciali dalla sede andriese in Piazza Pio X a Barletta.
«Per completare lo snaturamento della Provincia, adesso dovrebbe anche cadere il suo carattere policentrico, facendoci tornare ad un antico, buio e inutile metodo della guerra tra città. Questa è la conseguenza del trasferimento della sede in altra città che non Andria. E' vero che questo è anche il risultato della debolezza e dell'abbandono in cui versa Andria, ma è anche vero che in un territorio non si fanno certi scherzi approfittando dei momenti difficili.
Nel momento in cui fu approvata la legge per la BAT, a quanti chiedevano cosa fare rispondevo: la provincia come consiglio, senza una classe dirigente, è inutile: dedichiamoci a questo. Invece abbiamo un involucro svuotato, senza istituzioni economiche e senza peso nelle decisioni che contano. La sfida resta la stessa: se non abbiamo un progetto unitario del territorio la provincia è inutile, e rischia di diventare dannosa come insegnano le vicende del Centro ricerche Bonomo e della Tangenziale di Andria.
Chiediamo che il tentativo di svuotare la provincia policentrica sia stoppato, anche perché ad Andria vi sono soluzioni anche meno onerose del trasporto degli Uffici. E che sia rilanciato il progetto di un territorio unito e combattivo. Ma se questo atto inutile e dannoso dovesse continuare, non ci resterà che, a malincuore, prendere l'iniziativa per separare i destini di Andria da questo Ente, e da ciò che lo hanno fatto diventare; non vogliamo solo alimentare giochi politici che sarebbero dannosi non solo per Andria, ma anche per le altre città e per il territorio.
Una rete civica popolare servirà anche a questo: a difendere interessi della città e del territorio fuori dai soliti giochetti, e riprendere un cammino spezzato anche a costo di scelte dolorose e decisive».
«Per completare lo snaturamento della Provincia, adesso dovrebbe anche cadere il suo carattere policentrico, facendoci tornare ad un antico, buio e inutile metodo della guerra tra città. Questa è la conseguenza del trasferimento della sede in altra città che non Andria. E' vero che questo è anche il risultato della debolezza e dell'abbandono in cui versa Andria, ma è anche vero che in un territorio non si fanno certi scherzi approfittando dei momenti difficili.
Nel momento in cui fu approvata la legge per la BAT, a quanti chiedevano cosa fare rispondevo: la provincia come consiglio, senza una classe dirigente, è inutile: dedichiamoci a questo. Invece abbiamo un involucro svuotato, senza istituzioni economiche e senza peso nelle decisioni che contano. La sfida resta la stessa: se non abbiamo un progetto unitario del territorio la provincia è inutile, e rischia di diventare dannosa come insegnano le vicende del Centro ricerche Bonomo e della Tangenziale di Andria.
Chiediamo che il tentativo di svuotare la provincia policentrica sia stoppato, anche perché ad Andria vi sono soluzioni anche meno onerose del trasporto degli Uffici. E che sia rilanciato il progetto di un territorio unito e combattivo. Ma se questo atto inutile e dannoso dovesse continuare, non ci resterà che, a malincuore, prendere l'iniziativa per separare i destini di Andria da questo Ente, e da ciò che lo hanno fatto diventare; non vogliamo solo alimentare giochi politici che sarebbero dannosi non solo per Andria, ma anche per le altre città e per il territorio.
Una rete civica popolare servirà anche a questo: a difendere interessi della città e del territorio fuori dai soliti giochetti, e riprendere un cammino spezzato anche a costo di scelte dolorose e decisive».