"Tracce di Eterno": viaggio tra poesie e riflessioni di Don Sergio Di Nanni
Ieri sera il parroco della chiesa San Giuseppe Artigiano ha presentato il suo libro nella nuova sede del Calcit
venerdì 12 febbraio 2021
9.55
Un viaggio nel proprio vissuto, compendiato attraverso poesie e riflessioni. Sono "Tracce di Eterno" quelle che don Sergio Di Nanni ha voluto lasciare alla Chiesa di Andria in un libro che invita a riflettere tramite le parole e le immagini. Il parroco della chiesa San Giuseppe Artigiano ha presentato il suo lavoro ieri sera nella nuova sede del Calcit, in via Taranto: un luogo non casuale, poiché don Sergio è Consigliere Spirituale della storica associazione andriese che dal 1984 si prende cura dei malati oncologici. E proprio l'acquisto del libro, tra le altre cose, consentirà di sostenere le numerose attività del sodalizio a favore degli ammalati. Anche la scelta della data per la presentazione del libro è ad hoc: l'11 febbraio celebra la Giornata Mondiale del Malato (istituita dal 1992) e la Madonna di Lourdes.
«Nella sua iconicità – ha spiegato l'autore di "Tracce di Eterno" – vuole esprimere un'immagine secondo la quale noi non siamo soli. Dio non lo vediamo faccia a faccia ma possiamo coglierne le tracce, e queste riflessioni vogliono portarne il segno. Lo considero un bene mettere a nudo se stessi: è proprio quando pensiamo di essere soli troviamo la forza per condividere quello che siamo. Quella paura che avevo inizialmente di condividere le mie riflessioni, l'ho poi superata completamente nel periodo di "reclusione" forzata a causa del covid. Così ho deciso di portare avanti quel progetto che avevo messo da parte».
L'opera di don Sergio ha potuto contare anche dell'aiuto di S. E. Mons. Luigi Mansi, che ieri ha preso parte alla presentazione del libro: «Qualche settimana fa don Sergio mi mostrò il materiale – ha raccontato il Vescovo della diocesi di Andria – e io l'ho incoraggiato offrendogli qualche suggerimento. E' venuto fuori un lavoro davvero pregevole. Sono contento che don Sergio abbia lasciato queste "tracce" alla nostra Chiesa locale: aprire il proprio animo non è da tutti, ma quando lo si fa è un arricchimento intenso».
"Tracce di Eterno" nasce in sinergia con il Calcit, di cui lo stesso autore è Consigliere Spirituale: «Questa è una grande responsabilità – ha spiegato don Sergio – e la reputo un dono. Ogni giorno mi devo confrontare con una realtà di cui non mi sento mai all'altezza: non è semplice essere assistenti spirituali di persone che vivono una fatica particolare nella loro malattia oncologica. Sono convinto che ci sia una fame, un diffuso bisogno spirituale e di parole. Se queste sono ispirate dalla Parola per eccellenza, arrivano al cuore delle persone».
«Nella sua iconicità – ha spiegato l'autore di "Tracce di Eterno" – vuole esprimere un'immagine secondo la quale noi non siamo soli. Dio non lo vediamo faccia a faccia ma possiamo coglierne le tracce, e queste riflessioni vogliono portarne il segno. Lo considero un bene mettere a nudo se stessi: è proprio quando pensiamo di essere soli troviamo la forza per condividere quello che siamo. Quella paura che avevo inizialmente di condividere le mie riflessioni, l'ho poi superata completamente nel periodo di "reclusione" forzata a causa del covid. Così ho deciso di portare avanti quel progetto che avevo messo da parte».
L'opera di don Sergio ha potuto contare anche dell'aiuto di S. E. Mons. Luigi Mansi, che ieri ha preso parte alla presentazione del libro: «Qualche settimana fa don Sergio mi mostrò il materiale – ha raccontato il Vescovo della diocesi di Andria – e io l'ho incoraggiato offrendogli qualche suggerimento. E' venuto fuori un lavoro davvero pregevole. Sono contento che don Sergio abbia lasciato queste "tracce" alla nostra Chiesa locale: aprire il proprio animo non è da tutti, ma quando lo si fa è un arricchimento intenso».
"Tracce di Eterno" nasce in sinergia con il Calcit, di cui lo stesso autore è Consigliere Spirituale: «Questa è una grande responsabilità – ha spiegato don Sergio – e la reputo un dono. Ogni giorno mi devo confrontare con una realtà di cui non mi sento mai all'altezza: non è semplice essere assistenti spirituali di persone che vivono una fatica particolare nella loro malattia oncologica. Sono convinto che ci sia una fame, un diffuso bisogno spirituale e di parole. Se queste sono ispirate dalla Parola per eccellenza, arrivano al cuore delle persone».