Tornano i visitatori nell'antica Chiesa di Santa Croce
Terminati alcuni lavori di restauro, Don Agresti: «Patrimonio di tutti»
sabato 1 novembre 2014
14.33
E' stata ufficialmente riaperta l'antichissima chiesa rupestre di Santa Croce ad Andria, questa mattina con una conferenza stampa pubblica nella quale sono stati spiegati i lavori effettuati di ripristino e di parziale restauro dell'inestimabile patrimonio storico ormai inglobato tra i palazzi della zona periferica andriese. La cripta di Santa Croce, infatti, è ubicata nella zona detta dei "Lagnoni", la cui denominazione deriva dalla remota presenza di un "letto artificiale" per il deflusso delle acque piovane provenienti dalle prime propaggini della Murgia. L'area, in cui insiste la cripta, è caratterizzata dalla presenza di rilevanti banchi tufacei con cavità naturali; in origine doveva essere ricca di numerose grotte, così da favorire un insediamento basiliano, il cui fulcro doveva essere proprio Santa Croce, ricavata in un masso tufaceo di circa 100 metri di perimetro.
La Diocesi ha affidato alla Parrocchia di Santa Maria Addolorata alle Croci l'antichissima chiesetta che sarà nuovamente fruibile dai turisti: «E' un servizio per la collettività che sarà svolto regolarmente tutti i lunedì, mercoledì, venerdì nonchè la domenica e nelle festività straordinarie - ha detto Don Riccardo Agresti, Parroco della Parrocchia di Santa Maria Addolorata alle Croci - sarà un servizio aperto a tutti perchè non abbiamo previsto un costo per poter visitare la chiesetta, ma semplicemente una piccola offerta. Ritengo che questa giornata possa rappresentare un riscatto per questo territorio e per questa zona in particolare della Città. Le periferie hanno patrimoni ingenti e spesso inestimabili ma non vengono facilmente valorizzati e rappresentate come alcune zone del centro cittadino. In questi territori c'è tanta voglia di riscatto ed oggi abbiamo messo un piccolo tassello».
La Cripta di Santa Croce assume un notevole rilievo non solo per la sua età ma anche per il programma iconografico che vi si trova all'interno. Infatti, gli affreschi hanno un carattere essenzialmente devozionale e quindi legati alla cultura religiosa ed alla pietà popolare mentre i programmi decorativi ed i modelli iconografici, dovendo soddisfare il bisogno religioso dell'uomo dell'epoca, si adeguano alle capacità di lettura dei fruitori. Ampia la collaborazione istituzionale dei diversi enti preposti al recupero ed alla valorizzazione dell'inestimabile patrimonio conservato all'interno di Santa Croce: «Credo che sia un momento in cui la città restituisce un pezzo di storia culturale e religiosa alla comunità - ha detto il Sindaco, Nicola Giorgino - questo è un bene di grandissimo valore e credo che il principale ringraziamento vada alla Diocesi che ha voluto affidare alla Parrocchia la riapertura della Cripta di Santa Croce e la sua conservazione futura. Questo è un punto nevralgico proprio perché era un lagnone che raccoglieva acque piovane ed attorno a questo luogo si sviluppava un'antico insediamento. Importante anche il lavoro dell'amministrazione con l'assessore Nespoli che ha contribuito affinchè questo bene fosse fruibile anche durante l'anno in modo che turisti e cittadini possano riscoprire la bellezza di un patrimonio che in pochi conoscono. Importante anche il ruolo della sovraintendenza - ha concluso Giorgino - che ha voluto collaborare per la riapertura e che si è fatta carico di restaurare gli affreschi interni».
Gli affreschi, eseguiti in stile popolare, denotano committenti con un ricco bagaglio culturale e biblico, oltre che aggiornati sulle idee teologiche del tempo ed esecutori informati della coeva produzione. Santa Croce, quindi, rappresenta un esempio di filone pittorico in cui i motivi puramente bizantini cedono il posto a forme propriamente occidentali che risentono della cultura nordica intervenuta con la presenza normanna e, ancor più, della cultura pittorica affermatasi nella vicina corte angioina di Napoli. «Nella nostra città ci sono tanti beni di straordinaria importanza artistica-architettonica - ha detto Antonio Nespoli, Assessore alla Cultura del Comune di Andria - credo sia una scelta davvero importante, innovativa, strategica, quella che vuole porre l'accento sull'importanza del binomio "Cultura e Turismo" come volano di crescita del nostro territorio. Auspico, a tal fine, che tutte le associazioni di promozione culturale e turistica della nostra città di cui fanno parte guide turistiche iscritte e riconosciute nell'Albo Regionale, possano individuare forme intelligenti di collaborazione e sinergia per una valorizzazione di questi "tesori" presenti nella nostra città».
La Diocesi ha affidato alla Parrocchia di Santa Maria Addolorata alle Croci l'antichissima chiesetta che sarà nuovamente fruibile dai turisti: «E' un servizio per la collettività che sarà svolto regolarmente tutti i lunedì, mercoledì, venerdì nonchè la domenica e nelle festività straordinarie - ha detto Don Riccardo Agresti, Parroco della Parrocchia di Santa Maria Addolorata alle Croci - sarà un servizio aperto a tutti perchè non abbiamo previsto un costo per poter visitare la chiesetta, ma semplicemente una piccola offerta. Ritengo che questa giornata possa rappresentare un riscatto per questo territorio e per questa zona in particolare della Città. Le periferie hanno patrimoni ingenti e spesso inestimabili ma non vengono facilmente valorizzati e rappresentate come alcune zone del centro cittadino. In questi territori c'è tanta voglia di riscatto ed oggi abbiamo messo un piccolo tassello».
La Cripta di Santa Croce assume un notevole rilievo non solo per la sua età ma anche per il programma iconografico che vi si trova all'interno. Infatti, gli affreschi hanno un carattere essenzialmente devozionale e quindi legati alla cultura religiosa ed alla pietà popolare mentre i programmi decorativi ed i modelli iconografici, dovendo soddisfare il bisogno religioso dell'uomo dell'epoca, si adeguano alle capacità di lettura dei fruitori. Ampia la collaborazione istituzionale dei diversi enti preposti al recupero ed alla valorizzazione dell'inestimabile patrimonio conservato all'interno di Santa Croce: «Credo che sia un momento in cui la città restituisce un pezzo di storia culturale e religiosa alla comunità - ha detto il Sindaco, Nicola Giorgino - questo è un bene di grandissimo valore e credo che il principale ringraziamento vada alla Diocesi che ha voluto affidare alla Parrocchia la riapertura della Cripta di Santa Croce e la sua conservazione futura. Questo è un punto nevralgico proprio perché era un lagnone che raccoglieva acque piovane ed attorno a questo luogo si sviluppava un'antico insediamento. Importante anche il lavoro dell'amministrazione con l'assessore Nespoli che ha contribuito affinchè questo bene fosse fruibile anche durante l'anno in modo che turisti e cittadini possano riscoprire la bellezza di un patrimonio che in pochi conoscono. Importante anche il ruolo della sovraintendenza - ha concluso Giorgino - che ha voluto collaborare per la riapertura e che si è fatta carico di restaurare gli affreschi interni».
Gli affreschi, eseguiti in stile popolare, denotano committenti con un ricco bagaglio culturale e biblico, oltre che aggiornati sulle idee teologiche del tempo ed esecutori informati della coeva produzione. Santa Croce, quindi, rappresenta un esempio di filone pittorico in cui i motivi puramente bizantini cedono il posto a forme propriamente occidentali che risentono della cultura nordica intervenuta con la presenza normanna e, ancor più, della cultura pittorica affermatasi nella vicina corte angioina di Napoli. «Nella nostra città ci sono tanti beni di straordinaria importanza artistica-architettonica - ha detto Antonio Nespoli, Assessore alla Cultura del Comune di Andria - credo sia una scelta davvero importante, innovativa, strategica, quella che vuole porre l'accento sull'importanza del binomio "Cultura e Turismo" come volano di crescita del nostro territorio. Auspico, a tal fine, che tutte le associazioni di promozione culturale e turistica della nostra città di cui fanno parte guide turistiche iscritte e riconosciute nell'Albo Regionale, possano individuare forme intelligenti di collaborazione e sinergia per una valorizzazione di questi "tesori" presenti nella nostra città».