The Lost King: il Riccardo III di e con Franco Ferrante debutta in Albania con la drammaturgia di Lidia Bucci
La prima dello spettacolo al Teatro Petro Marko di Valona il 13 novembre
mercoledì 13 novembre 2024
5.55
Debutterà in occasione del Festival Internazionale Shakespeariano organizzato dal Comune di Valona, in Albania, in sinergia con Il "Shakespeare Centre", il Teatro P. Marko e il Consolato Generale d'Italia, presso il Teatro Petro Marko, il 13 novembre, The Lost King, l'ultima produzione per la scena di e con Franco Ferrante con la riscrittura drammaturgica dell'andriese Lidia Bucci.
Il progetto artistico nasce dalla necessità di indagare una delle figure più controverse della storia, letteraria e drammaturgica, vale a dire, appunto, Riccardo III.
Le storie del re inglese confluiscono tutte in un'unica visione accettata e condivisa per secoli, quella che viene fuori dall'opera su Riccardo III di William Shakespeare. Il Riccardo di Shakespeare è un uomo malvagio, di intelligenza fine e arguto.
Per secoli lettori, studiosi e spettatori sono stati affascinati dalla natura doppia e diabolica di Riccardo III e da tutti i misteri che ruotano intorno alla sua persona e al suo personaggio. Uno su tutti, il mistero dello smarrimento delle sue spoglie all'indomani della sua sconfitta a Bosworth che sancisce la fine della guerra delle Due Rose, l'inizio del regno della dinastia dei Tudor e di un'era luminosa per l'Inghilterra.
Nel 2015 parte del mistero è stato risolto e dopo anni di ricerca, i resti dello scheletro di Riccardo III sono stati trovati in una campagna di scavo che ha interessato l'area di un parcheggio a Leicester. Le analisi e gli approfondimenti osteoarcheologici e scientifici condotti hanno rivelato un'altra faccia di Riccardo III, un altro volto, meno spigoloso, meno malvagio ma sicuramente una personalità forte e combattiva come non solo il ruolo richiedeva ma come il suo stesso nome denunciava.
«La storia che vogliamo raccontare parte da qui, - commentano gli autori - da una fine che è un inizio. Una rivelazione che ci porta a rileggere a ritroso una realtà doppia, più complessa e sfaccettata.»
Il lavoro drammaturgico e attoriale, sulla parola e sul corpo, porta in scena contemporaneamente la storia di Riccardo di Gloucester raccontata da Shakespeare e le stesse vicende immaginate come se fossero restituite e commentate dalla voce dello stesso Riccardo III, il vero Riccardo.
La sfida di Franco Ferrante e Lidia Bucci non è nella volontà di contraddire la possente figura di eroe negativo decritta da Shakespeare, quanto quella di concedere a Riccardo la possibilità di raccontarsi con il linguaggio della stessa arte della dissimulazione di cui era maestro, sospendendo il giudizio, cosicché la più alta arte della finzione, il teatro, diventi volano per raccontare una verità o almeno una parte non trascurabile di essa, non più.
Chi pensiamo fosse Riccardo III, il re pazzo e gobbo? Come si racconta una storia mai raccontata e che nessuno conosce? Chi è Riccardo III all'infuori del Riccardo di Shakespeare?
Il progetto artistico nasce dalla necessità di indagare una delle figure più controverse della storia, letteraria e drammaturgica, vale a dire, appunto, Riccardo III.
Le storie del re inglese confluiscono tutte in un'unica visione accettata e condivisa per secoli, quella che viene fuori dall'opera su Riccardo III di William Shakespeare. Il Riccardo di Shakespeare è un uomo malvagio, di intelligenza fine e arguto.
Per secoli lettori, studiosi e spettatori sono stati affascinati dalla natura doppia e diabolica di Riccardo III e da tutti i misteri che ruotano intorno alla sua persona e al suo personaggio. Uno su tutti, il mistero dello smarrimento delle sue spoglie all'indomani della sua sconfitta a Bosworth che sancisce la fine della guerra delle Due Rose, l'inizio del regno della dinastia dei Tudor e di un'era luminosa per l'Inghilterra.
Nel 2015 parte del mistero è stato risolto e dopo anni di ricerca, i resti dello scheletro di Riccardo III sono stati trovati in una campagna di scavo che ha interessato l'area di un parcheggio a Leicester. Le analisi e gli approfondimenti osteoarcheologici e scientifici condotti hanno rivelato un'altra faccia di Riccardo III, un altro volto, meno spigoloso, meno malvagio ma sicuramente una personalità forte e combattiva come non solo il ruolo richiedeva ma come il suo stesso nome denunciava.
«La storia che vogliamo raccontare parte da qui, - commentano gli autori - da una fine che è un inizio. Una rivelazione che ci porta a rileggere a ritroso una realtà doppia, più complessa e sfaccettata.»
Il lavoro drammaturgico e attoriale, sulla parola e sul corpo, porta in scena contemporaneamente la storia di Riccardo di Gloucester raccontata da Shakespeare e le stesse vicende immaginate come se fossero restituite e commentate dalla voce dello stesso Riccardo III, il vero Riccardo.
La sfida di Franco Ferrante e Lidia Bucci non è nella volontà di contraddire la possente figura di eroe negativo decritta da Shakespeare, quanto quella di concedere a Riccardo la possibilità di raccontarsi con il linguaggio della stessa arte della dissimulazione di cui era maestro, sospendendo il giudizio, cosicché la più alta arte della finzione, il teatro, diventi volano per raccontare una verità o almeno una parte non trascurabile di essa, non più.
Chi pensiamo fosse Riccardo III, il re pazzo e gobbo? Come si racconta una storia mai raccontata e che nessuno conosce? Chi è Riccardo III all'infuori del Riccardo di Shakespeare?