Tentano “un cavallo di ritorno”: arrestato un andriese ed un altro denunciato a piede libero

I Carabinieri parlano di una piaga sociale alimentata anche dall’omertà

giovedì 22 novembre 2018 9.35
Pensavano di poter agire indisturbati ed estorcere denaro ad un operaio edile del luogo, ma non avevano fatto i conti con la volontà della vittima a non piegarsi a nessun ricatto. E' successo tutto in poche ore, l'operaio stava effettuando dei lavori edili, in un'abitazione in pieno centro, quando si accorgeva della sparizione della propria utilitaria. Qualche minuto dopo, la moglie dell'operaio riceveva una telefonata proveniente dal cellulare del marito, (rimasto incustodito nell'auto oggetto di furto), con la quale uno sconosciuto gli chiedeva la somma di 600 € per riavere l'automobile. L'interlocutore dava istruzioni su dove e come incontrarsi per lo scambio. La vittima a quel punto, si dichiarava disponibile a trattare per ritornare in possesso dell'autovettura, ma contemporaneamente si rivolgeva ai militari della locale Stazione CC ai quali raccontava l'accaduto. Fissato l'appuntamento, la vittima non si presentava da solo, ma con i Carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile e della locale Stazione. L'incontro, avveniva nel centro cittadino, in una nota piazza e, come da accordi telefonici, sarebbero stati gli stessi malviventi che si sarebbero fatti riconoscere, una volta che la vittima sarebbe giunta in tale luogo.

I militari, giunti con la vittima, dopo avere effettuato un primo giro della piazza, senza che percepissero alcun segnale convenuto, venivano invitati a fermarsi da alcuni giovani, che tuttavia, appena accortosi della presenza dei Carabinieri a bordo dell'auto, tentavano di darsi alla fuga, ma venivano prontamente bloccati da altri miliari che nel frattempo avevano cinturato l'intera zona. Scattavano così i controlli che consentivano di individuare un uomo, che era in possesso delle chiavi dell'auto rubata. Lo stesso, vistosi ormai scoperto, si accusava del furto, rivelando dove si trovava l'autovettura, che veniva recuperata e restituita al legittimo proprietario. Altri pregiudicati, invece, venivano identificati e condotti in caserma per chiarire la loro posizione.

Per l'uomo, identificato un pregiudicato 36enne del luogo, sono scattate le manette per tentata estorsione e, su disposizione della competente A.G., è stato condotto presso la Casa Circondariale di Trani a disposizione della locale Procura della Repubblica, mentre un altro pregiudicato veniva denunciato a piede libero per violazione dell'obbligo di dimora.

Il fenomeno del "cavallo di ritorno" è, purtroppo una piaga sociale alimentata anche dall'omertà con cui le vittime troppe volte affrontano il fenomeno, preferendo pagare l'estorsione per riavere l'autovettura piuttosto che "esporsi" per il rispetto della legalità. L'arresto di ieri, dimostra, invece, come l'essersi subito rivolto alle Forze dell'Ordine abbia consentito, in totale sicurezza, di intervenire, ottenendo la restituzione del veicolo senza l'elargizione di alcuna somma di denaro, nel pieno rispetto della Legge.