Tagli ai patronati: la CGIL Bat in viale Crispi
Scatta la mobilitazione del Ce.Pa.: «Un'altra tassa occulta»
sabato 15 novembre 2014
9.09
I tagli ai patronati paventati dal Governo Renzi non lasciano indifferenti i sindacati di categoria anche nella BAT. In particolare, la CGIL BAT e la Ce.Pa. Bat (Acli, Inas, Inca e Ital), dopo il presidio svolto mercoledì scorso davanti alla sede dell'Inps di Trani appena inaugurata ed il giorno dopo davanti alla sede Inail di Barletta, si sono dati appuntamento ieri mattina nei pressi della Prefettura di Barletta dove sono stati ricevuti per esprimere tutto il proprio disappunto sulla nuova idea del Governo. Per oggi, sabato 15 novembre, infine, sono previste due iniziative pomeridiane: dalle 16.30 circa alle 21.00 a Barletta in corso Vittorio Emanuele e negli stessi orari ad Andria in viale Crispi. Lunedì 17 novembre, il programma della mobilitazione prevede ancora un presidio presso la sede Inps di Trani.
«Tagliare i fondi ai patronati significa tagliare i diritti dei più deboli. Nella Legge di Stabilità sono contenute sforbiciate importanti che di fatto mettono i patronati nella pericolosa condizione di non poter più lavorare, ovvero offrire servizi ai più deboli: tutela previdenziale e assistenza. Si tratta di una riduzione di 150 milioni di euro del fondo patronati, pari a circa il 35 per cento delle risorse complessive ad esso destinate». Spiegano così i componenti del Ce.Pa. Bat (coordinamento dei principali patronati) composto da Riccardo Lamanna, Vito Bucci, Francesco Di Leo e Michele Valente, rispettivamente responsabili provinciali di Inas Cisl, Acli Bat, Ital Uil e Inca Cgil le ragioni della mobilitazione che proseguirà nei prossimi giorni anche nella Provincia di Barletta – Andria – Trani con iniziative di protesta e sit-in contro i tagli ai patronati durante i quali saranno raccolte le firme per aderire alla petizione #xidiritti.
Precise le motivazioni alla base della mobilitazione: per il coordinamento «la sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com'è, si tradurrebbe in un'altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole. Infatti, mentre i lavoratori e le lavoratrici dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all'Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Il Governo, quindi, finirà per appropriarsi di soldi che sono dei lavoratori senza specificarne l'utilizzo. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico serio che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi gravissima. La protesta – spiegano dal coordinamento Ce.Pa. Bat – continuerà finché il Governo non si impegnerà a cancellare la norma che prevede una riduzione di 150 milioni di euro del fondo Patronati, pari a circa il 35 per cento delle risorse complessive ad esso destinate».
«Tagliare i fondi ai patronati significa tagliare i diritti dei più deboli. Nella Legge di Stabilità sono contenute sforbiciate importanti che di fatto mettono i patronati nella pericolosa condizione di non poter più lavorare, ovvero offrire servizi ai più deboli: tutela previdenziale e assistenza. Si tratta di una riduzione di 150 milioni di euro del fondo patronati, pari a circa il 35 per cento delle risorse complessive ad esso destinate». Spiegano così i componenti del Ce.Pa. Bat (coordinamento dei principali patronati) composto da Riccardo Lamanna, Vito Bucci, Francesco Di Leo e Michele Valente, rispettivamente responsabili provinciali di Inas Cisl, Acli Bat, Ital Uil e Inca Cgil le ragioni della mobilitazione che proseguirà nei prossimi giorni anche nella Provincia di Barletta – Andria – Trani con iniziative di protesta e sit-in contro i tagli ai patronati durante i quali saranno raccolte le firme per aderire alla petizione #xidiritti.
Precise le motivazioni alla base della mobilitazione: per il coordinamento «la sottrazione delle risorse al fondo patronati, se approvata così com'è, si tradurrebbe in un'altra tassa occulta ai danni delle persone socialmente più deboli costrette, dietro pagamento, a rivolgersi al mercato selvaggio di sedicenti consulenti, che operano senza alcun controllo e senza regole. Infatti, mentre i lavoratori e le lavoratrici dipendenti continueranno a pagare integralmente i contributi previdenziali all'Inps, lo Stato incamererà la quota oggi destinata alla tutela gratuita per destinarla ad altri scopi non precisati. Il Governo, quindi, finirà per appropriarsi di soldi che sono dei lavoratori senza specificarne l'utilizzo. Una beffa a cui si aggiunge un danno economico serio che aggraverà le già precarie condizioni di coloro che pagano con la disoccupazione e la povertà le conseguenze di una crisi gravissima. La protesta – spiegano dal coordinamento Ce.Pa. Bat – continuerà finché il Governo non si impegnerà a cancellare la norma che prevede una riduzione di 150 milioni di euro del fondo Patronati, pari a circa il 35 per cento delle risorse complessive ad esso destinate».