Strada provinciale 2 tra Andria e Canosa, Cgil: “Abbandono e totale incuria”
La nota del coordinatore della Camera del Lavoro di Canosa Di Nicoli e del segretario generale della Cgil Bat Valente per chiedere interventi urgenti
giovedì 28 aprile 2022
10.01
"Torniamo a chiedere che si tenga alta l'attenzione su un grave rischio per la sicurezza stradale che riguarda cittadini, agricoltori, studenti e lavoratori della Bat che ogni giorno percorrono le complanari della Sp2, interrotta da moltissimo tempo a causa di interminabili lavori in corso. Dopo tanti anni di disagi, rischi, danni ed incidenti che questa opera ha causato non è più possibile approfittare della pazienza degli utenti che ogni giorno sono costretti a percorrere strade dissestate e pericolose per recarsi a lavoro con automezzi oramai compromessi nelle parti meccaniche da una situazione a dir poco indecente". Così il coordinatore della Camera del Lavoro di Canosa di Puglia, Francesco Di Nicoli ed il segretario generale della Cgil Bat, Michele Valente intervengono sulla questione dei lavori sulla provinciale e la situazione della viabilità delle complanari.
"Nonostante il recente rifacimento delle complanari, le stesse risultano attualmente non percorribili in sicurezza ed in alcuni tratti molto pericolose. Le disconnessioni, le profonde e numerose buche non segnalate determinano gravi rischi per gli automezzi e per l'incolumità delle persone, oltre che ostacolare la normale circolazione degli automezzi. La situazione peggiora con le piogge di stagione ed è ulteriormente aggravata dalle ridotte dimensioni delle complanari, soprattutto nei tratti a doppio senso di circolazione che costringono gli utenti a continui slalom invadendo la corsia opposta, per evitare le buche. Considerando questa situazione, appare necessaria una verifica della conformità progettuale e dimensionale alle norme funzionali e geometriche previste per le nuove strade realizzate o per quelle già esistenti adeguate a migliori standard di sicurezza, oltre che della qualità dei materiali utilizzati e gli spessori del sottofondo e dell'asfalto. Chiediamo, in conclusione, alla Provincia Bat, un intervento urgente che possa risolvere definitivamente tale situazione mentre ai Sindaci che rappresentano le due comunità del territorio canosino ed andriese un maggiore interessamento per la tutela e la sicurezza dei propri cittadini e lavoratori. È giusto il caso di sottolineare che i cittadini pagano le tasse per ricevere servizi, tra cui anche le infrastrutture ed è quindi non più sostenibile il perdurare di un trattamento discriminatorio e penalizzante di molti cittadini rispetto al pari diritto di tanti altri", concludono Di Nicoli e Valente.
"Nonostante il recente rifacimento delle complanari, le stesse risultano attualmente non percorribili in sicurezza ed in alcuni tratti molto pericolose. Le disconnessioni, le profonde e numerose buche non segnalate determinano gravi rischi per gli automezzi e per l'incolumità delle persone, oltre che ostacolare la normale circolazione degli automezzi. La situazione peggiora con le piogge di stagione ed è ulteriormente aggravata dalle ridotte dimensioni delle complanari, soprattutto nei tratti a doppio senso di circolazione che costringono gli utenti a continui slalom invadendo la corsia opposta, per evitare le buche. Considerando questa situazione, appare necessaria una verifica della conformità progettuale e dimensionale alle norme funzionali e geometriche previste per le nuove strade realizzate o per quelle già esistenti adeguate a migliori standard di sicurezza, oltre che della qualità dei materiali utilizzati e gli spessori del sottofondo e dell'asfalto. Chiediamo, in conclusione, alla Provincia Bat, un intervento urgente che possa risolvere definitivamente tale situazione mentre ai Sindaci che rappresentano le due comunità del territorio canosino ed andriese un maggiore interessamento per la tutela e la sicurezza dei propri cittadini e lavoratori. È giusto il caso di sottolineare che i cittadini pagano le tasse per ricevere servizi, tra cui anche le infrastrutture ed è quindi non più sostenibile il perdurare di un trattamento discriminatorio e penalizzante di molti cittadini rispetto al pari diritto di tanti altri", concludono Di Nicoli e Valente.