Una svolta nella gestione delle chiamate indesiderate, a scopo commerciale, che vengono effettuate dai call center verso i nostri telefoni. Adesso è possibile per tutti iscriversi al cosiddetto "Registro delle opposizioni": dopo quasi dieci anni di esistenza, è stato allargato a tutti i numeri nazionali, cellulari inclusi. A disporre la modifica è stato il Garante della protezione dei dati personali.
Iscriversi al Registro significa far decadere tutti i consensi pregressi rilasciati per finalità di marketing e, in questo modo, vietare che il proprio numero, oltre che i propri indirizzi postali presenti negli elenchi pubblici, venga ceduto a terze parti. Inoltre, d'ora in avanti gli operatori che effettuano le telefonate saranno obbligati a consultare il nuovo elenco prima dell'avvio di ogni campagna pubblicitaria, per verificare i numeri che intendono contattare.
Ci si può iscrivere al Registro in quattro modi:
Le ammende, nel caso in cui una società violi il diritto di opposizione di un utente, sono pesantissime: sanzioni fino a 20 milioni di euro o, per le imprese, fino al 4% del fatturato totale dell'anno precedente.
Iscriversi al Registro significa far decadere tutti i consensi pregressi rilasciati per finalità di marketing e, in questo modo, vietare che il proprio numero, oltre che i propri indirizzi postali presenti negli elenchi pubblici, venga ceduto a terze parti. Inoltre, d'ora in avanti gli operatori che effettuano le telefonate saranno obbligati a consultare il nuovo elenco prima dell'avvio di ogni campagna pubblicitaria, per verificare i numeri che intendono contattare.
Ci si può iscrivere al Registro in quattro modi:
- web (compilazione di un modulo elettronico)
- telefono (chiamata al numero verde Rpo 800 265 265)
- email (invio tramite posta elettronica di un apposito modulo all'indirizzo iscrizione@registrodelleopposizioni.it)
- richiesta con raccomandata.
Le ammende, nel caso in cui una società violi il diritto di opposizione di un utente, sono pesantissime: sanzioni fino a 20 milioni di euro o, per le imprese, fino al 4% del fatturato totale dell'anno precedente.