Stangata del Governo sui terreni agricoli, Miscioscia: «Vergogna»

A dicembre possibile IMU nei comuni inferiori a 280 metri sul livello del mare

sabato 29 novembre 2014
A cura di Stefano Massaro
«Il Governo Renzi continua a stangare le attività produttive nei fatti mentre a parole dice tutt'altro». Queste la parole di Benedetto Miscioscia, Assessore all'Agricoltura del Comune di Andria, che a dicembre in prossimità del Natale, potrà veder introdotta l'Imu anche per i terreni agricoli ricadenti nei comuni inferiori a 280 metri sul livello del mare. «Nonostante le sollecitazioni giunte al Governo da più parti, anche attraverso un documento sottoscritto da diversi comuni con la maggiore estensione estesa nella Murgia, il Ministero dell'Economia, alla ricerca di 350 milioni di euro, ha pensato bene di ricavarli con l'introduzione dell'IMU sui terreni agricoli. Un provvedimento che il Governo Renzi ha pensato bene di adottare con Decreto Ministeriale che ridisegna i confini delle aree svantaggiate e montane, previsione peraltro già prevista dal precedente decreto 66/2014, penalizzando ancora di più un settore come quello agricolo che risulta ancora, senza dubbio, vitale per il sistema economico ed occupazionale del nostro Paese».

Nella modifica del provvedimento, infatti, spariscono anche le agevolazioni sin qui previste secondo l'Assessore Miscioscia: «Ancora più grave è scoprire che gli stessi coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali conduttori di terreni ricadenti nei comuni come il nostro, al disotto dei 280 metri di altitudine, non godranno neanche di agevolazioni previste per quelli che invece hanno un'altitudine compresa tra i 281 e i 600 metri. Una vera stangata per i nostri agricoltori che dovranno subire anche la beffa di essere chiamati a pagare la tassa già il prossimo 16 dicembre sborsando l'importo dovuto, retroattivo, per l'intero anno con immaginabili difficoltà per il sistema di elaborazione dei Caf e quello degli studi commerciali​. Tutto questo accade nel più grande silenzio di giornali e tv, una vergogna».