Stabilizzazioni Asl Bat, (Fp Cgil): “Che fine fanno gli operatori rimasti fuori?”
Nella Bat ci sarebbe un esubero di 160 infermieri. Preoccupazione da parte della segreteria provinciale
sabato 17 novembre 2018
18.32
"Apprendiamo, da un'intervista rilasciata dal direttore generale della Asl Bat, Alessandro Delle Donne, ai microfoni di una emittente locale, che, mentre a livello regionale si sta pensando ad un 'concorsone' per dare una possibilità a tutti gli operatori rimasti fuori dalla stabilizzazione, nella nostra provincia l'azienda ha già preannunciato la risoluzione di alcuni rapporti di lavoro perché il Mef ha verificato che in questo territorio c'è un esubero di personale infermieristico a fronte, invece, di un numero altamente inferiore di operatori socio sanitari. Sembrerebbero 160 gli infermieri in più, stando a quanto dice il dg, di cui 120 in fase di scadenza da sostituire con gli Oss. Se davvero stanno così le cose, qualcuno si è preoccupato di capire che fine faranno questi lavoratori rimasti fuori dalla procedura di stabilizzazione?", si chiedono la segretaria generale della Fp Cgil Bat, Liana Abbascià ed il coordinatore della sanità, Luigi Marzano.
"Bene la dignità restituita al gruppo di sanitari ed amministrativi che è stato stabilizzato, martedì 13 novembre, alla presenza del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ma alla dignità di tutti gli altri chi ci pensa? Sappiamo bene cosa prevede il decreto dell'ex ministro Madia e comprendiamo che, se la legge stabilisce dei requisiti ed uno non ce li ha, è giusto rispettare la legge e procedere per ciò che è consentito. Detto ciò, vogliamo, comunque, richiamare l'attenzione delle istituzioni sul fatto che non si può sbattere così la porta in faccia dall'oggi al domani ad un infermiere dicendogli: arrivederci e grazie. È necessario immaginare una ricollocazione per tutti questi operatori, oltre al fatto che ci chiediamo: siamo sicuri che i reparti degli ospedali della Bat (quelli rimasti in piedi, naturalmente) possano davvero fare a meno di 120 infermieri? Occhio e croce, e vista la situazione in cui versa la sanità nel territorio, noi propenderemmo per il no. Auspichiamo che nelle prossime ore ci possa essere un incontro chiarificatore con i vertici della Asl sottolineando che, quando si mette le mani alle questioni che riguardano il pubblico impiego, qualsiasi decisione presa non si riverbera solo sul gruppo di lavoratori in questione, pochi o tanti come in questo caso, ma sui servizi alla collettività intera, cioè ad una platea assolutamente molto vasta. In assenza di risposte andremo avanti con le azioni di lotta e di mobilitazione", concludono Abbascià e Marzano.
"Bene la dignità restituita al gruppo di sanitari ed amministrativi che è stato stabilizzato, martedì 13 novembre, alla presenza del Presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, ma alla dignità di tutti gli altri chi ci pensa? Sappiamo bene cosa prevede il decreto dell'ex ministro Madia e comprendiamo che, se la legge stabilisce dei requisiti ed uno non ce li ha, è giusto rispettare la legge e procedere per ciò che è consentito. Detto ciò, vogliamo, comunque, richiamare l'attenzione delle istituzioni sul fatto che non si può sbattere così la porta in faccia dall'oggi al domani ad un infermiere dicendogli: arrivederci e grazie. È necessario immaginare una ricollocazione per tutti questi operatori, oltre al fatto che ci chiediamo: siamo sicuri che i reparti degli ospedali della Bat (quelli rimasti in piedi, naturalmente) possano davvero fare a meno di 120 infermieri? Occhio e croce, e vista la situazione in cui versa la sanità nel territorio, noi propenderemmo per il no. Auspichiamo che nelle prossime ore ci possa essere un incontro chiarificatore con i vertici della Asl sottolineando che, quando si mette le mani alle questioni che riguardano il pubblico impiego, qualsiasi decisione presa non si riverbera solo sul gruppo di lavoratori in questione, pochi o tanti come in questo caso, ma sui servizi alla collettività intera, cioè ad una platea assolutamente molto vasta. In assenza di risposte andremo avanti con le azioni di lotta e di mobilitazione", concludono Abbascià e Marzano.