SS. Sacramento: domenica 10 giugno la festa parrocchiale
Don Vincenzo: "Un momento di aggregazione ma anche un’occasione di riflessione"
mercoledì 6 giugno 2018
Un momento di aggregazione, ma è anche un'occasione da non perdere di riflessione e di ripensamento sull'essere una comunità. Questo e molto altro sarà la festa parrocchiale del SS. Sacramento che si terrà domenica 10 giugno.
«Questa nasce da uno spirito di comunione che, in genere, anima i suoi componenti, tutti, nessuno escluso- scrivono don Vincenzo, don Alessandro e il Consiglio Pastorale Parrocchiale-. Sarebbe bello se noi della comunità del SS. Sacramento riuscissimo a percorrere la strada che ci porta gradualmente a modellarci sulle prime comunità cristiane, così come sono presentate negli Atti degli Apostoli in 4, 32-35: "La moltitudine di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuore solo e un'anima sola. Non v'era nessuno che ritenesse cosa propria alcunché di ciò che possedeva, ma fra loro tutto era in comune… Erano tutti circondati da grande benevolenza. Non c'era infatti tra loro alcun bisognoso…".
A pensarci bene, tuttavia, si deve riconoscere che la parrocchia non ha un territorio diverso da quello civile; le due dimensioni, quella civile ed ecclesiale, coincidono nella prospettiva parrocchiale. Si vuole dire, insomma, che i problemi, le ansie, le speranze della comunità civile sono le stesse della comunità ecclesiale e che nella parrocchia trovano un punto d'incontro.
Stando così immersi in questa realtà cittadina, costituita dal territorio della parrocchia che è anche parte della città, come non accorgersi di chi è accanto a noi, con i suoi bisogni e con le sue necessità? Siano o non siano appartenenti alla comunità parrocchiale; siano o non siano credenti e praticanti, come non accorgersi della loro presenza?
Certo possiamo fare finta di non vedere e passare oltre, oppure fare nostro l'atteggiamento di Gesù che "vedendo le folle, ne sentì compassione" (Mt 9,36). Solo uno sguardo diverso dal semplice guardare ci permette di "vedere" l'altro, conosciuto o sconosciuto, nella sua dignità di uomo o di donna. Il papà della parabola del "Padre misericordioso" quando vede venire verso casa il figlio così sfigurato e malconcio dice il vangelo di Luca "fu preso da viscerale compassione" (Lc 15,20).
Solo quando ci si avvicina all'altro si è "feriti" dalla sua sofferenza, dai suoi problemi, dai suoi bisogni e necessità. Solo così si entra nel movimento della com-passione, del sentire e del soffrire con, cioè della misericordia. Infatti, aprendo il cuore all'altro possiamo praticare gesti concreti di accoglienza, cominciando con l'aprire le porte dei nostri appartamenti, con l'accogliere l'altro nella nostra casa, facendo spazio a lui nel nostro spazio, mangiando con lui intorno a una tavola, guardandoci negli occhi, invece di chiuderci dietro porte, muri, barriere, cancelli…
Non ci viene chiesto di fare cose straordinarie ma di fare ciò che possiamo fare: prenderci cura dell'altro. Nessun protagonismo della carità, dell'accoglienza deve abitare il nostro cuore, ma una carità intelligente, bella, libera e liberante, creativa…capace di coinvolgere gli altri con gesti di attenzione, aiuto, sostegno, servizio…
Insomma, incamminarci su una strada di prossimità che porti l'altro: il diverso, l'estraneo, l'emarginato, lo scartato… ad entrare nella nostra vita. Gesù Eucaristia, segno della potenza di Dio che si manifesta in un fragile pezzo di pane, benedica i nostri propositi per una comunità sempre più conforme al Vangelo».
Ecco il programma delle iniziative:
Venerdì 8 giugno
ore 20,30: S. Messa solenne presieduta da don Antonio Tucci (nel 50° di sacerdozio) e a seguire l'adorazione notturna*, segno di una comunità che prega, mentre la città è immersa nella quiete della notte.
(*) Cosa vuol dire fare adorazione notturna?
La chiesa aperta di notte, mentre la città addormentata è immersa nel silenzio e nel buio, è testimonianza eloquente e convinta di una comunità che prega ininterrottamente il suo Signore.
Come Gesù si recava di notte in luoghi solitari a pregare, così proviamo anche noi questa singolare esperienza.
L'adorazione notturna è un'occasione speciale per una forte esperienza spirituale che dice la nostra capacità di decidere dentro di noi il senso del sacrificio e della rinuncia: "rimanete qui e vegliate con me!" (Mc 14,34)
Sabato 9 giugno
ore 7,30: Lodi e benedizione eucaristica seguita dalla S. Messa.
Festa in Oratorio:
Ore 10,00-12,30 e 17,00-23,00: Grande Luna Park di gonfiabili
Dalle ore 20,30 intrattenimento musicale con percorso gastronomico
Domenica 10 giugno
ore 10,00-13,00: Grande Luna Park di gonfiabili
ore 18,30: S. Messa (nella Zona INPS: Largo Martiri di via Fani)
Percorso processione: Largo Martiri di via Fani, via G. Rossa, via Martiri di Bologna, Largo Martiri di via Fani, via A. Moro, via Ospedaletto, via Martiri di P.zza della Loggia, via Martiri di P.zza Fontana, via Ospedaletto, via Giovine Italia, v.le Venezia Giulia, via Masini, chiesa.
Ore 20,30: Spettacolo teatrale di Christian Di Domenico
"Mio fratello rincorre i dinosauri"
L'autore racconta una storia dopo aver letto l'omonimo libro di Giacomo Mazzariol, best seller Einaudi. Perché Christian è padre e anche lui, come tutti coloro che hanno figli, si sono chiesti un giorno: "e se mio figlio nascesse con un cromosoma in più?" Questo spettacolo non da' risposte, ma apre e affronta il tema della disabilità con delicatezza, simpatia e senso dell'umorismo ma anche con la consapevolezza che avere un figlio down può diventare un problema.
«Questa nasce da uno spirito di comunione che, in genere, anima i suoi componenti, tutti, nessuno escluso- scrivono don Vincenzo, don Alessandro e il Consiglio Pastorale Parrocchiale-. Sarebbe bello se noi della comunità del SS. Sacramento riuscissimo a percorrere la strada che ci porta gradualmente a modellarci sulle prime comunità cristiane, così come sono presentate negli Atti degli Apostoli in 4, 32-35: "La moltitudine di coloro che avevano abbracciato la fede aveva un cuore solo e un'anima sola. Non v'era nessuno che ritenesse cosa propria alcunché di ciò che possedeva, ma fra loro tutto era in comune… Erano tutti circondati da grande benevolenza. Non c'era infatti tra loro alcun bisognoso…".
A pensarci bene, tuttavia, si deve riconoscere che la parrocchia non ha un territorio diverso da quello civile; le due dimensioni, quella civile ed ecclesiale, coincidono nella prospettiva parrocchiale. Si vuole dire, insomma, che i problemi, le ansie, le speranze della comunità civile sono le stesse della comunità ecclesiale e che nella parrocchia trovano un punto d'incontro.
Stando così immersi in questa realtà cittadina, costituita dal territorio della parrocchia che è anche parte della città, come non accorgersi di chi è accanto a noi, con i suoi bisogni e con le sue necessità? Siano o non siano appartenenti alla comunità parrocchiale; siano o non siano credenti e praticanti, come non accorgersi della loro presenza?
Certo possiamo fare finta di non vedere e passare oltre, oppure fare nostro l'atteggiamento di Gesù che "vedendo le folle, ne sentì compassione" (Mt 9,36). Solo uno sguardo diverso dal semplice guardare ci permette di "vedere" l'altro, conosciuto o sconosciuto, nella sua dignità di uomo o di donna. Il papà della parabola del "Padre misericordioso" quando vede venire verso casa il figlio così sfigurato e malconcio dice il vangelo di Luca "fu preso da viscerale compassione" (Lc 15,20).
Solo quando ci si avvicina all'altro si è "feriti" dalla sua sofferenza, dai suoi problemi, dai suoi bisogni e necessità. Solo così si entra nel movimento della com-passione, del sentire e del soffrire con, cioè della misericordia. Infatti, aprendo il cuore all'altro possiamo praticare gesti concreti di accoglienza, cominciando con l'aprire le porte dei nostri appartamenti, con l'accogliere l'altro nella nostra casa, facendo spazio a lui nel nostro spazio, mangiando con lui intorno a una tavola, guardandoci negli occhi, invece di chiuderci dietro porte, muri, barriere, cancelli…
Non ci viene chiesto di fare cose straordinarie ma di fare ciò che possiamo fare: prenderci cura dell'altro. Nessun protagonismo della carità, dell'accoglienza deve abitare il nostro cuore, ma una carità intelligente, bella, libera e liberante, creativa…capace di coinvolgere gli altri con gesti di attenzione, aiuto, sostegno, servizio…
Insomma, incamminarci su una strada di prossimità che porti l'altro: il diverso, l'estraneo, l'emarginato, lo scartato… ad entrare nella nostra vita. Gesù Eucaristia, segno della potenza di Dio che si manifesta in un fragile pezzo di pane, benedica i nostri propositi per una comunità sempre più conforme al Vangelo».
Ecco il programma delle iniziative:
Venerdì 8 giugno
ore 20,30: S. Messa solenne presieduta da don Antonio Tucci (nel 50° di sacerdozio) e a seguire l'adorazione notturna*, segno di una comunità che prega, mentre la città è immersa nella quiete della notte.
(*) Cosa vuol dire fare adorazione notturna?
La chiesa aperta di notte, mentre la città addormentata è immersa nel silenzio e nel buio, è testimonianza eloquente e convinta di una comunità che prega ininterrottamente il suo Signore.
Come Gesù si recava di notte in luoghi solitari a pregare, così proviamo anche noi questa singolare esperienza.
L'adorazione notturna è un'occasione speciale per una forte esperienza spirituale che dice la nostra capacità di decidere dentro di noi il senso del sacrificio e della rinuncia: "rimanete qui e vegliate con me!" (Mc 14,34)
Sabato 9 giugno
ore 7,30: Lodi e benedizione eucaristica seguita dalla S. Messa.
Festa in Oratorio:
Ore 10,00-12,30 e 17,00-23,00: Grande Luna Park di gonfiabili
Dalle ore 20,30 intrattenimento musicale con percorso gastronomico
Domenica 10 giugno
ore 10,00-13,00: Grande Luna Park di gonfiabili
ore 18,30: S. Messa (nella Zona INPS: Largo Martiri di via Fani)
Percorso processione: Largo Martiri di via Fani, via G. Rossa, via Martiri di Bologna, Largo Martiri di via Fani, via A. Moro, via Ospedaletto, via Martiri di P.zza della Loggia, via Martiri di P.zza Fontana, via Ospedaletto, via Giovine Italia, v.le Venezia Giulia, via Masini, chiesa.
Ore 20,30: Spettacolo teatrale di Christian Di Domenico
"Mio fratello rincorre i dinosauri"
L'autore racconta una storia dopo aver letto l'omonimo libro di Giacomo Mazzariol, best seller Einaudi. Perché Christian è padre e anche lui, come tutti coloro che hanno figli, si sono chiesti un giorno: "e se mio figlio nascesse con un cromosoma in più?" Questo spettacolo non da' risposte, ma apre e affronta il tema della disabilità con delicatezza, simpatia e senso dell'umorismo ma anche con la consapevolezza che avere un figlio down può diventare un problema.