Sicurezza ferrovie, ANSF: «Ferrotramviaria ancora in corso di adeguamento»

Interventi a rilento e disagi per gli utenti: il report dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie

venerdì 19 giugno 2020 11.17
A cura di Tiziana Di Gravina
È stata presentata lo scorso 16 giugno la "Relazione preliminare sulla sicurezza ferroviaria 2019" dell'Agenzia Nazionale per la Sicurezza delle Ferrovie (ANSF).

Ad illustrarla Marco D'Onofrio, Direttore dell'ANSF, in un evento digitale ospitato sulla piattaforma del CIFI (Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani) alla presenza del Direttore di ANSFISA, Fabio Croccolo e del Presidente del CIFI, Maurizio Gentile e di Josef Doppelbauer Direttore dell'ERA, l'Agenzia dell'Unione europea per le ferrovie.

La relazione di 60 pagine, basata su un'analisi preliminare con dati non ancora completamente consolidati, anticipa i contenuti del report annuale che verrà inviato, come da obbligo di legge, entro il mese di settembre al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e all'Agenzia dell'Unione europea per le Ferrovie.

Il report mette in risalto una situazione d'allarme in merito all'adeguamento infrastrutturale da parte della maggior parte delle concessionarie interessate dalla necessità di effettuare i lavori per migliorare gli standard di sicurezza stabiliti a seguito dell'incidente ferroviario sulla tratta Bari-nord fra Andria e Corato.

Le reti regionali interconnesse avrebbero già dovuto adeguarsi agli standard europei di sicurezza entro i quattro anni dalla disposizione del 2007, obbligo che è poi stato rimandato finchè, proprio il disastro ferroviario del 12 luglio 2016 nel nostro territorio, non ha imposto l'urgenza di adeguamento.

Con decreto del 5 agosto 2016 si imponeva, così, a tutti gli operatori il rispetto delle disposizioni Ansf, assieme alle temporanee limitazioni della velocità di marcia, fino all'adeguamento e la richiesta di presentare dei piani di adeguamento delle infrastrutture entro il marzo 2018.

Ma, a quattro anni dall'incidente ferroviario, sette operatori delle dodici reti regionali interconnesse non si sono ancora attrezzate con il Sistema di controllo marcia treno, il sistema di sicurezza indispensabile per scongiurare tragedie come quella che ha segnato il nostro territorio provocando 23 morti nello scontro fra due treni della Ferrotramviaria.

Una situazione che porta l'ANSF ad accusare le concessionarie in ritardo con l'adeguamento tecnologico di risposta lenta e scarsa capacità di pianificazione e di sfruttare l'adozione di provvedimenti cautelativi come la riduzione della velocità dei treni o le limitazioni del traffico per giustificare il ritardo dei lavori.

Stando alla relazione, che non trascura i disagi che ricadono sugli utenti, al 31 dicembre 2019 solo due concessionarie su 12 hanno già completato l'adeguamento alle norme. Fra queste, la pugliese Ferrovie del Gargano. Sono 7 invece le reti con uno stato di completamento del Sistema controllo marcia treno pari allo zero, come Ferrovie del Sud Est, destinatari anche di sanzioni.

Per le concessionarie restanti sono in corso i lavori di adeguamento. Fra queste ultime c'è anche Ferrotramviaria che risulterebbe essere al 78% della fase di ammodernamento della rete in conformità con le norme di sicurezza.

In linea di massima, nella sua relazione, ANSF segnala una diminuzione del 30% degli incidenti ferroviari significativi nel 2019 (76) rispetto all'anno precedente. In calo anche le vittime ponendo l'Italia tra i valori più bassi registrati nel quadro europeo. Per il 2020, l'Agenzia si pone l'obiettivo primario di contrastare gli indebiti attraversamenti della sede ferroviaria, la completa revisione dei processi manutentivi con il completamento dell'attrezzaggio tecnologico, e lo sviluppo di una cultura della sicurezza con l'integrazione dei fattori umani ed organizzativi nei sistemi di gestione della sicurezza e nell'analisi dei rischi.