Settore olivicolo, Miscioscia: «Italia sbeffeggiata dell'Europa»
La nota del consigliere comunale di Forza Italia
lunedì 21 marzo 2016
9.13
«Tra i tanti schiaffi che ormai prende il nostro paese in campo europeo, non poteva mancare quello preso nel campo Olivicolo, con una notizia passata in sordina a livello mediatico sulle recenti nomine nel Comitato olivicolo Internazionale - scrive in una nota il consigliere comunale Benedetto Miscioscia. Una vergogna tra le vergogne di un Paese e di un Governo senza peso ed importanza. A molti, infatti, è sfuggito un altro schiaffo subìto dal nostro settore olivicolo ed oleico, con un Governo che a parole dice di impegnarsi per l'agricoltura ed in particolare per il settore della produzione dell'olio, mentre dall'altra parte l'abbandona al proprio destino, cedendo alla Spagna, che fa il bello e il cattivo tempo, la leadership assoluta con un clamoroso 3 a zero, piazzando tre uomini nei posti chiavi nel Comitato, concedendogli, di fatto, la possibilità di controllare, decidere e gestire, a trecentosessanta gradi, tutte le dinamiche legislative in campo olivicolo, compreso quella dell'erogazione dei fondi destinati al settore olivicolo-oleario. Un danno, insieme alla beffa, con un Governo che non va oltre il blaterare inconcludente. Il secondo paese europeo per produzione di olio, finito fuori dai giochi. Una vera vergogna di cui Renzi e il suo Governo dovrebbero nascondere la testa sotto la sabbia, soprattutto se fosse accertato che Jaime Lillo Lopez non abbia i requisiti imposti dal bando alla guida di un organismo come il COI che ha la sede proprio nella Spagna ci sia anche uno spagnolo. E mentre noi ci pavoneggiamo con la nostra italianità, con un Governo che ci fa credere che abbiamo conquistato credibilità in campo internazionale ed europea gli spagnoli piazzano un loro uomo come direttore internazionale con la delega alla promozione, legislazione e chimica. Ecco i risultati di una politica insensata poco attenta a promuovere e valorizzare uomini e professionisti capaci, di cui purtroppo scontiamo la carenza spesso per colpa di un modo di interpretare la politica fine a se stessa. Per l'Italia, a quanto pare, il Coi è ritenuto un Ente superfluo o inutile. Intanto tutte le regole in tema di legislazione, di chimica olearia, quelle che alla fine ci interessano, vengono scritte dal Coi e recepite dall'UE, la quale ci obbliga ad adeguarci, dovendole subire. E' chiaro che diventa strategico avere un peso politico anche nell'organigramma del Consiglio oleico Internazionale. Questa ultima sberla presa a piene mani dal nostro Paese, denota due cose ovvero una sua plateale incapacità ed inettitudine nel farsi valere a livello internazionale ad ottenere ruoli chiave per difendere interessi nazionali come quello oleico fondamentale per la nostra immagine, oppure ha voluto scientificamente e/o deliberatamente non investire più nel settore olivicolo-oleario magari per preferire altre filiere in altri comparti. Se così fosse saremmo di fronte ad una vera e propria presa in giro degli olivicoltori».