Servizi cimiteriali di Andria: poco controllo e soldi non incassati

Diversi esposti presentati alle autorità competenti dalla L.A.C. Alla base la gestione del servizio poco trasparente

martedì 11 giugno 2013 13.09
A cura di Stefano Massaro
Quando si parla di servizi cimiteriali pare calare un estremo gelo ma di tanto in tanto l'argomento torna di attualità per via di diversi disservizi, poco controllo e soldi che volano via senza esser incassati o spesi male. E' questa la sintesi degli esposti che la Libera Associazione Civica di Andria ha presentato a Corte dei Conti e Magistratura per far emergere delle criticità nella gestione dei servizi cimiteriali di Andria.

«Alla base degli esposti alcune questioni molto importanti - ci dice il Presidente della Libera Associazione Civica Andriese, Vincenzo Santovito - a partire dalla verifica in merito ai contenuti di aggiudicazione degli appalti con i quali sono stati concessi i diritti nello sfruttamento economico dei loculi e degli ossari di proprietà comunale». La gestione del Cimitero di Andria, infatti, è in concessione ad una società privata frutto di una sintesi, effettuata dalla passata amministrazione, tra le diverse anime che operano in città in questo settore. La gestione privata dei servizi ha portato degli ipotetici benefici alle casse comunali ma anche dei possibili danni. Su questo ci si sta concentrando nelle ricerche e nelle indagini delle autorità competenti: «Noi crediamo che il demanio comunale non possa essere sfruttato da alcun soggetto e né tantomeno il Comune, quale Ente, potrebbe dare soldi a concessionari che a loro volta non potrebbero sfruttare la struttura comunale preesistente essendo un progetto di finanza che deve autofinanziarsi e non usufruire di denaro pubblico - dice a chiare lettere la L.A.C. - allora ci si chiede ma i soldi incassati dagli ossari e dai loculi di proprietà comunale devono finire nelle casse del comune o in quelle della società che gestisce il cimitero comunale?».

Somme erogate in particolare per le lampade votive per le quali la L.A.C. lancia il suo appello: «Perché non fare un bando corretto che assicuri il diritto di libera concorrenza?». Infine, ultima stoccata al controllo negli aspetti igienico sanitari della costruzione di nuovi loculi ed ossari: «Le nuove strutture costruite - conclude il Presidente della L.A.C. - non sarebbero stati opportunamente impermeabilizzati, come da contratto e per legge. Ma anche qui l'Ente Pubblico ci chiediamo se ha verificato il rispetto del cronoprogramma dei lavori che avrebbero dovuto essere realizzati e sarebbe interessante comprendere quale sia l'orientamento della stessa amministrazione. Si potrebbe pensare alla rescissione del contratto?».